San Marino. La pandemia, il conflitto bellico Russia – Ucraina e il grande cuore dei sammarinesi … di Alberto Forcellini

“Pronto, InfoCovid, come posso aiutarla?” Chissà quanti sammarinesi si sono sentiti rispondere così durante il periodo più tragico delle pandemia. Molte migliaia, come si deduce dal report della Protezione Civile che proprio qualche giorno fa ha diffuso i dati dell’impegno profuso dai Volontari da dicembre a febbraio: 80 Volontari impiegati per 52 giornate, suddivise in 95 turni, 2.178 ore che non tengono in conto gli “straordinari”, cioè le ore di servizio al di là della consegna ufficiale.

I servizi offerti: assistenza al punto vaccini, trasporto Vaccini dall’Ospedale al Punto Vaccini presso il Centro Commerciale Azzurro, controllo green pass ai due ingressi ospedalieri lasciati aperti, consegna della spesa a domicilio, logistic team, InfoCovid. Per questo servizio in particolare è stato selezionato un gruppo, che ha seguito due specifici corsi di formazione, organizzati da medici e infermieri del Covid Team.

Davvero significative le parole loro rivolte dal Direttore Generale ISS Francesco Bevere, riportate nel comunicato stampa: “… I volontari rappresentano la generosità nel linguaggio e nell’opera che solo loro sanno svolgere quotidianamente al fianco delle Istituzioni con tanta passione. Estendete questo mio ringraziamento anche alle vostre famiglie, in quanto il volontario si porta sempre dietro una serie di gioie, ma anche di tensioni e di tempo rubato all’affetto dei propri cari. Grazie di cuore, ancora una volta”.

La diversità rispetto al passato è la strutturazione e la formazione del gruppo, che si appresta al servizio non solo sulla base di una spinta etica ed emotiva, ma anche sulla base di un precisa preparazione. Come del resto accade per i Volontari della Protezione Civile italiani, che sono stati fondamentali durante le recenti emergenze naturali, dai terremoti alle alluvioni.

Ma adesso che la pandemia sta regredendo, possono cullarsi sugli allori? Probabilmente no. Perché l’aria si è subito tinta delle nuvole fosche della guerra. Sono quasi due settimane che tutti seguiamo minuto per minuto la tragica evoluzione del conflitto tra Russia e Ucraina. Uno dei primi effetti è quello dei profughi che già dal primo giorno di guerra hanno cominciato ad affollarsi alle frontiere dei paesi amici. Per lo più donne, bambini, anziani e ammalati. Tutti gli uomini validi dai 18 ai 60 anni sono stati richiamati alle armi per la difesa del loro Paese.

Si parla di milioni di profughi, di sfollati che sono riusciti a portare con sé pochissime cose, a volte solo i panni che hanno addosso. Verranno distribuiti un po’ in tutti i Paesi della EU. Centinaia di migliaia sono già arrivati in Italia e alcuni anche a San Marino. Secondo stime ufficiose, in territorio lavorano circa 400 badanti ucraine, che molto probabilmente si attiveranno per i ricongiungimenti familiari. Pertanto si attende un numero molto importante di profughi. E qui scatta non solo il problema dell’ospitalità, dell’alloggio, ma anche la questione sanitaria. C’è il problema dei vaccini (queste popolazioni sono in gran parte non vaccinate) e di altre patologie che il sistema sanitario dovrà valutare e prendersi in carico. C’è il rischio concreto di una ripresa dei contagi. C’è il problema della scuola per tutti i bimbi che arriveranno e che probabilmente non capiranno una parola di italiano. C’è il problema dei tempi, perché non si sa fino a quando si protrarranno le ostilità.

Nel frattempo, ci sono le iniziative umanitarie per portare in Ucraina cibo e medicinali in aiuto ai soldati, ai partigiani e alla popolazione che si è rifugiata nelle metropolitane e nei bunker.

Anche in questo caso, San Marino ha già dato dimostrazione pratica di grandissimi sensibilità. Quanto sia grande il cuore dei sammarinesi lo si è visto nelle immagini delle associazioni di volontariato riunite a Palazzo Begni per costruire insieme la strategia degli aiuti. Al tavolo era seduta circa una quindicina dei rispettivi responsabili. La più conosciuta è sicuramente la Croce Rossa, che dal 1949 è presente su tutti i luoghi in cui ci sia un’umanità sofferente.

Nel mondo moderno la solidarietà è un valore che sta scomparendo, soppiantata da egoismo, competitività, indifferenza e altri atteggiamenti e sentimenti negativi. Come il concetto dell’uno vale uno. Non è vero per niente. Tutte queste persone impegnate nelle emergenze, volontari, cittadini sammarinesi che partecipano alle donazioni, valgono molto, molto di più perché permettono di affermare il valore del pluralismo.

a/f