San Marino. La pandemia si affronta con una sanità pubblica che funziona e il Titano ha dimostrato di saperci fare … di Alberto Forcellini

Dieci giorni di campagna vaccinale, quattromila dosi somministrate, oltre il 10 per cento della popolazione già coperta con la prima dose. Una storia straordinaria che, neanche un mese fa, mai avremmo pensato di raccontare.

Non si può dimenticare infatti la campagna mediatica messa in piedi dalle opposizioni contro la presunta incapacità del governo a reperire i vaccini, la mancanza di relazioni esterne, i ritardi nelle operazioni, l’arroganza e l’autoreferenzialità dei congressisti. Poi, la cronaca ha dimostrato quanto tutto ciò fosse pretestuoso, fallace e strumentale. Già dopo qualche giorno del famoso V-Day europeo, il 26 dicembre scorso, si alza il velo su “Europa, vaccini e veleni”. Big pharma e furbetti. Le dosi non arrivano. Oppure, arrivano in quantità molto ridotte. La campagna vaccinale, in molti Paesi, Italia compresa, si rivela un colabrodo. Qualcosa in Europa è stato sbagliato, è evidente. Nessuno si è fatto trovare pronto.

Un piccolo paese è riuscito da solo ad uscire da questo nido di vespe e ha fatto più notizia sui media internazionali di Boris Johnson e di Benjamin Netanyahu, statisti ben più importanti e conosciuti dei nostri governanti. Semplicemente perché trattando con affidabilità e riservatezza hanno comprato direttamente dalla Russia il vaccino Sputnik, condannato all’ostracismo da tutto l’Occidente. Un gesto semplice, se vogliamo, animato da una logica stringente: il vaccino è l’unica arma per vincere la pandemia, compriamolo dove c’è. A quel punto è emersa in tutta la sua evidenza la guerra fredda commerciale tra Est e Ovest, insieme alle speculazioni delle grandi case produttrici, che seguendo la ferrea logica del mercato hanno venduto a chi offriva di più, non rispettando i patti siglati con la UE.

Nel grande scacchiere mondiale, San Marino può rischiare di finire come la classica pallina di vetro in mezzo a palline di ferro. Così, pensa a se stesso e fa partire la “sua campagna vaccinale” chiamando a raccolta tutte le sue risorse e le sue potenzialità. Non è un’impresa facile provvedere ad una vaccinazione di massa, tra l’altro nel pieno della terza fase dell’epidemia, con 474 casi positivi attivi. Un’enormità. Che comporta una marea di problemi di ordine politico, sanitario, organizzativo.

Senza contare il coro di lamentale sapientemente “gonfiate” da chi ha altri interessi. La realtà racconta che c’è gente che si prenota tre, quattro cinque volte; che cambia la data di nascita per saltare la fila; che intasa i telefoni dopo aver fatto anche la prenotazione online. È l’ansia da vaccino, o altro?

Nonostante ciò, la programmazione procede spedita. Potrebbe esserlo di più se ognuno rispettasse le indicazioni fornite dagli uffici preposti. In ogni caso, quasi tutti gli over 85 e gli over 75 sono stati vaccinati, i pochi che mancano verranno chiamati a breve. Già somministrata la prima dose ai soggetti fragili, ai disabili, agli oncologici, agli assistiti allettati e altre categorie a rischio. In corso la vaccinazione per insegnanti, personale scolastico, forze dell’ordine e over 70. Dopo di che partiranno gli over 60 e verso la fine del mese, si comincerà con i richiami. Sono stati chiamati a dare man forte medici e infermieri pensionati, volontari, Protezione Civile.

È questo il senso di comunità e di appartenenza civile che ci piace sottolineare, la storia da raccontare. La vaccinazione è un’importante questione di salute umana: la struttura sanitaria sammarinese ha dimostrato passione e capacità. Quello che di solito si chiama “eccellenza”.

a/f