La recente risoluzione adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che chiede la fine dell’occupazione israeliana nei Territori palestinesi, ha evidenziato una volta di più la capacità di San Marino di mantenere una propria autonomia in ambito diplomatico. Mentre Paesi quali l’Italia hanno optato per l’astensione e gli Stati Uniti si sono opposti, l’Antica Repubblica ha deciso di votare a favore. Una scelta che non deve essere letta come un gesto isolato, bensì parte di una strategia più ampia, basata sui principi del diritto internazionale e della giustizia.
La questione palestinese rappresenta uno dei nodi più intricati della diplomazia internazionale. La risoluzione dell’ONU, sostenuta da 124 Paesi, ribadisce l’obbligo per Israele di porre fine alla presenza nei territori occupati, in linea con il parere della Corte Internazionale di Giustizia. Pur in un contesto estremamente delicato, San Marino ha voluto sostenere questa risoluzione, coerente con una tradizione storica che vede il rispetto del diritto quale fondamento delle relazioni internazionali. L’occupazione, che dura da oltre cinquant’anni, è stata riconosciuta illegale dalla comunità internazionale, e il sostegno del Titano alla risoluzione riflette un chiaro impegno per la legalità.
A scanso di equivoci, va sottolineato che la decisione non è un atto di sfida verso le grandi potenze. Al contrario, dimostra come un piccolo Stato possa giocare un ruolo diplomatico autonomo. È una manifestazione di indipendenza politica che si inserisce in un quadro più complesso, dove la uniformità con i propri valori risulta prioritaria. Il voto favorevole del Paese non rappresenta né un attacco, né una presa di posizione ideologica, ma una valutazione ragionata e ponderata, in sintonia con il diritto internazionale. Una decisione da “grandi”.
La risoluzione ONU invita Israele a ritirare le sue forze dai territori occupati, tra cui Gerusalemme Est e la Cisgiordania. Una richiesta che riflette altresì il desiderio di ristabilire un equilibrio in una regione segnata da decenni di conflitto e sofferenza. L’occupazione prolungata e la creazione di insediamenti illegali hanno aggravato una situazione già complessa, contribuendo a una continua spirale di violenza. La posizione di San Marino va oltre la mera condanna, riaffermando il ruolo del diritto quale strumento per risolvere i conflitti e proteggere i diritti umani.
Ancora una volta la fermezza del Titano dimostra la capacità del Paese di conservare una politica estera autonoma – di altissimo profilo – basata su un’attenta analisi delle dinamiche geopolitiche. Non si tratta di prendere le distanze dagli alleati, ma di rafforzare la propria identità diplomatica. La neutralità storica del Monte, lontana da sterili equilibri di potere, si traduce in un impegno concreto per il rispetto delle leggi internazionali. In un mondo sempre più polarizzato, lo Stato sammarinese offre una lezione di equilibrio e coerenza, scegliendo di privilegiare il dialogo e la giustizia quali elementi cardine della sua politica estera.
Come sosteneva il filosofo tedesco Immanuel Kant, il diritto è la condizione che consente la coesistenza della libertà di ciascuno con la libertà di tutti. San Marino, attraverso il voto, ha scelto di sostenere tale principio.
David Oddone
(La Serenissima)