San Marino. La politica è l’arte di cercare problemi (L’editoriale di David Oddone)

La politica è l’arte di cercare problemi, trovarne dei complicati, dare soluzioni semplici, ed applicarle nel modo sbagliato.

Queste parole sembrano risuonare potenti all’interno del Consiglio Grande e Generale di San Marino, dove le discussioni si aggrovigliano in una agonia senza fine.

La scena si apre con una pièce ormai vista e rivista, ovvero le dimissioni di Elena Tonnini e Roberto Ciavatta dal Congresso di Stato, illuminando non tanto il palco, quanto piuttosto le profonde falle di una legislatura che si presentava come costituente, ma che invece ha deluso le speranze di molti.

L’ex Segretario agli Interni, con voce ferma e decisa, ha espresso la sua scelta di abbandonare lo scranno di governo, denunciando la futilità di continuare a occupare una sedia vuota. “Non possiamo permetterci di rimanere immobili mentre il Paese ha bisogno di azioni concrete,” ha scandito con amarezza. Ecco che le parole di William Shakespeare, pronunciate da Amleto, risuonano nelle nostre orecchie: “Essere o non essere, questo è il problema”.

Ciavatta, ex Segretario di Stato alla Sanità, salito pure lui sul palco, ha aggiunto la sua voce all’epopea politica, sottolineando l’assurdità di proseguire senza la possibilità di agire in modo concreto per il bene dell’Antica Repubblica. Ha denunciato il clientelismo che pervade il sistema politico, impedendo la realizzazione di riforme serie e necessarie. Parafrasando Sandro Pertini, “Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo”.

Ma questo spettacolo teatral-politico non si è fermato alle dimissioni dei protagonisti. Un dibattito infuocato si è scatenato in Aula, dove le diverse fazioni hanno argomentato le proprie posizioni.

La maggioranza per esempio ha difeso con ardore la volontà di andare avanti e chiudere l’accordo di associazione con l’Unione Europea. Si sono levate accuse di irresponsabilità nei confronti di Rete, colpevole di avere abbandonato la nave scatenando una crisi in un momento tanto delicato. L’arte della guerra docet: “Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità”. No?

Il segretario di Stato Pedini Amati ha insinuato senza mezzi termini che l’uscita di Rete sia stata dettata da calcoli politici miranti a recuperare un consenso perduto. Un’analisi condivisa da Nicola Renzi di Repubblica Futura, il quale sostiene che la “nuova” maggioranza non abbia più legittimità.

Un tema caldamente sostenuto anche da Libera. Insomma ha ragione da vendere Roberto Gervaso, quando sostiene: “La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro”.

In questo scenario di intrighi e conflitti, di puro scalcinato teatro, i sammarinesi rimangono in attesa di decisioni concrete, di un gran finale, che possa portare stabilità e sviluppo.

In fondo, come in ogni dramma che si rispetti, non è solo il destino dei protagonisti che è in gioco, ma anche quello di ogni singolo cittadino.

A costo di cedere alla retorica, per quanto obiettivamente riesca molto più facile la satira, San Marino merita una classe dirigente all’altezza delle sue aspirazioni.

Ciò che è scaturito dal dibattito consigliare invece sono state solo piccolezze personali e lotte di potere.

Sipario giù in grande stile con un giornalista, Henry Louis Mencken: “Ci sono degli uomini politici, che sarebbe bene chiamare politicanti, i quali, se avessero come elettori dei cannibali, prometterebbero loro missionari per cena”.

Scroscio di applausi.

 

David Oddone

(La Serenissima)