San Marino. La politica, i vaccini e quelli che “je rode” … di Alberto Forcellini

È così difficile riconoscere le cose buone che ha fatto San Marino? I risultati ottenuti con la campagna vaccinale? Ammettere che la terza fase è peggiore delle altre ed è necessario, ancora, stringere qualche maglia? È difficile capire che l’ospedale non è illimitato e che non si può rischiare di farlo collassare? È così difficile rassegnarsi al fatto che per mantenere un qualche equilibrio nell’economia, prima di tutto occorre garantire la salute pubblica? Lo sanno tutti che quando si “sta male” tutto il resto non conta niente.

Eppure sembra che la politica, certa politica, non ce la faccia proprio ad ammettere che, nonostante tutto, San Marino ce la sta facendo. Forse anche meglio di altri Stati. Non c’è bisogno di andare lontano, basta guardare cosa accade nei paesi vicini, ascoltare amici, parenti, conoscenti che abitano nei Comuni appena fuori confine. Sono allo stremo e non vedono i vaccini neppure col binocolo. Eppure, l’intento dei partiti di opposizione è quello di andare a cercare la virgola fuori posto e innescare una questione di Stato. Affermano che stanno raccogliendo le lamentele e le preoccupazioni dei cittadini, ma non vedono i post su Facebook dove, i cittadini (immaginiamo non gli stessi) scrivono: ma ve lo immaginate affrontare la pandemia con il governo di Celli, Renzi, Zafferani, Zanotti e Franco Santi alla Sanità? Non riportiamo i mille commenti sottostanti, per carità cristiana.

Se poi allarghiamo il ragionamento a quanto sta succedendo altrove, ben si può vedere come sistemi ritenuti di eccellenza abbiano rilevato lacune inammissibili (vedi Lombardia, sempre in cima alle classifiche per contagiati e intoppi nella campagna vaccinale). Francia e Germania hanno riattivato il lockdown.  L’Europa della Von der Leyen non è ancora riuscita ad uscire dalle secche dei mancati rifornimenti. L’Inghilterra, dopo un approccio totalmente sbagliato, ha messo in campo il suo pragmatismo e sta guidando la riscossa. Se nella sua storia, non ha mai perso una guerra, il motivo ci sarà.

Ma sul Titano ci si ferma a recriminare che la vaccinazione è partita con due mesi di ritardo, sorvolando sul fatto che ormai si tocca il 30 per cento di vaccinati. Si discute ore in Consiglio (perché le opposizioni vogliono essere responsabili e propositive) su emendamenti che sono già previsti per legge da diversi mesi. E se qualcuno sottolinea l’inconsistenza di certe affermazioni, vola perfino il bestemmione in diretta radio, o altre a frasi assolutamente scurrili. Chi è l’arrogante?

Senza mai dimenticare che quelli che oggi montano in cattedra per insegnare come si affronta un’emergenza sanitaria e un’emergenza economica, sono quelli che hanno sfasciato tutto: l’economia, le banche, il tribunale, l’ospedale, la fiducia della gente.

Nessun sistema è perfetto, né infallibile. Le pecche si correggono cammin facendo, con l’aiuto di tante persone di buona volontà. Che per fortuna ci sono. Intanto, i giornali di tutto il mondo, dall’Europa all’America, guardano a San Marino. C’è la fila a chiedere l’intervista ai Segretari di Stato, le informazioni sul vaccino, sul modello organizzativo e sui dati epidemici. Tutta “buona pubblicità” che ne deriva a San Marino. Quella “buona immagine” che mancava da tanto tempo e che sicuramente il governo saprà tramutare in “buone opportunità” anche per altre cose. Forse è per questo che ai signori di Libera e Repubblica Futura “je rode” dentro.

a/f