San Marino. La Polizia civile scopre un giro di fatture false e il tribunale sequestra le somme della società

Tribunale San MarinoUn giro di fatture false per operazioni inesistenti in tutto o in parte, ma anche appropriazione indebita per la distrazione di fondi dalla società di cui era il legale rappresentante, e riciclaggio.

Sono queste le accuse con il cui tribunale di San Marino, sta indagando a vario titolo nei confronti di G.M.D.M. e della madre, R.D.

A scoprire il tutto è stato il Nucleo antifrode della Polizia Civile,che aveva svolto degli accertamenti sull’operatività della Unid Srl di Borgo Maggiore. Nello specifico la Polizia civile aveva riscontrato “gravi e convergenti indizi” riguardanti il “reiterato utilizzo di false fatture” ma anche la registrazione nei libri contabili di false fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti.

Gli ispettori avevano quindi svolto ulteriori accertamenti, anche grazie all’acquisizione di documentazione bancaria, dalla quale emergevano che la madre di D. M., sul suo conto corrente aveva negoziato assegni emessi dalla Unid Srl per oltre 155mila euro tra il marzo 2013 al marzo 2014 che non risultavano però emessi a pagamento di fatture emesse da lei, ma di altri fornitori (in particolare istituti scolastici e fondazioni). Il denaro veniva però utilizzato dalla donna (originaria di Canosa di Puglia ma residente a Torino) in investimenti finanziari e poi veniva restituito in gran parte al figlio 32enne (nato a Moncalieri ma residente a Malta). A dicembre 2015 la Polizia Civile accertava che anche nel 2012 erano state compiute operazioni simili, sempre da parte della 57enne barese, per un importo di quasi 57mila euro.

Grazie all’attività di indagine svolta, il tribunale di San Marino ha quindi comunicato il mese scorso a D.M. e a sua madre, di essere sotto indagine a vario titolo per appropriazione indebita e riciclaggio.

A firmare l’avviso di garanzie è stata il Commissario della Legge Antonella Volpinari che ha anche disposto il sequestro preventivo di quanto presente nei conti correnti e in ogni altro rapporto con istituti di credito, finanziarie, o assicurazioni sammarinesi fino alla somma di 300mila euro. Cifra che secondo gli accertamenti svolti, corrisponderebbe ai proventi che D. M. avrebbe distratto dalla Unid Srl, di cui era amministratore, tramite assegni bancari negoziati dalla madre sui propri correnti, o per bonifici sempre effettuati sui conti della madre relativi a false fatture. Fondi che poi secondo l’accusa la madre ripuliva e restituiva a Di M. Di qui l’indagine per entrambi anche per riciclaggio.