Governo, sindacati storici e datori di lavoro reclamano a gran voce un’ennesima riforma pensionistica nascondendo l’intenzione di dare una nuova stangata sia ai lavoratori che ai pensionati. La scusante è che la gestione presenta una perdita di 10 milioni, ma senza analizzare i motivi di questo saldo negativo. In realtà le responsabilità sono tutte del malgoverno che ha operato contro l’interesse generale del Paese, causando una crisi senza fine che ha prodotto la perdita di poco meno di 2.000 posti di lavoro con l’aggiunta di oltre 1.500 disoccupati; dimezzando il concorso obbligatorio dello Stato e portandolo a livelli inaccettabili per un sistema pubblico di sicurezza sociale; facendo pre pensionamenti e prelevando decine di milioni; imponendo all’ISS rendimenti scandalosamente bassi del Fondo di Riserva di 400 milioni impiegato per salvare le banche dal fallimento e favorire gli “amici” che pagano il denaro dei lavoratori al 2% e lo rivendono al 9%.
E’ questa gestione vergognosa della previdenza che ha determinato la perdita di 10 milioni. Altrimenti, nella normalità e nella legittimità, il sistema è sempre stato in attivo e continuerebbe ad esserlo per tutto il secolo. Sono state le azioni negative del governo e le sue volontà politiche volte a favorire gli amici banchieri sulle spalle dei lavoratori, a fare cassa con i soldi dei dipendenti, a trascurare la crescita economica preferendo il clientelismo e il voto di scambio, che hanno messo in difficoltà il sistema. Oggi vogliono aumentare i contributi a carico dei lavoratori; vogliono continuare ad aiutare le banche con i soldi dei lavoratori anziché chiedere i dovuti aumenti di capitale sociale ai soci; vogliono togliere i diritti acquisiti proprio ai pensionati che con una lunga vita di versamenti hanno determinato un Fondo Pensioni florido, ricco come nessuno Stato può vantare. Il cinismo col quale si chiede una riforma per fare cassa, fa impressione.
In realtà non serve alcuna riforma. Basta che lo Stato restituisca il maltolto e che il Fondo Pensioni venga messo a rendimento come i Fondi Internazionali che hanno reso varie volte più del nostro. Se poi il governo fosse capace di rinunciare al disastroso clientelismo e di rilanciare l’occupazione, il Fondo andrebbe a gonfie vele.
Emilio Della Balda