San Marino. La Reggenza Mancini Zafferani vince sulla furia distruttrice di RF … di Alberto Forcellini

Il Collegio Garante respinge la richiesta di Repubblica Futura per un’azione di sindacato contro la Reggenza Mancini Zafferani. Una persona assolta da accuse infondate è sempre una gioia ed è un’affermazione della democrazia. Che lo sia la Reggenza fa raddoppiare la gioia e il sentimento di vicinanza alle persone e all’istituzione. Ma chi segue la cronaca politica con costanza, sa molto bene che, dietro la notizia, ci sono anche altri valori e significati.

L’azione di sindacato faceva seguito ad una “cieca aggressione” condotta per diversi mesi sul progetto del governo di riportare ordine nel tribunale. La storia è lunga. Comincia dalla questione titoli, per fermare la quale fu cacciato l’allora dirigente del tribunale Valeria Pierfelici, senza che esistesse una norma per poterlo fare. Poi fu tutto un accavallarsi di vicende, fino alla nomina di Giovanni Guzzetta come dirigente del tribunale. Il problema era che lui non era magistrato, e anche qui non c’era una norma che lo prevedesse. Poi ci fu la storia dei due giudici di appello, sfociata nel ricorso da parte di due giudici del tribunale contro la Reggenza, il Consiglio e l’Ufficio di Presidenza. Un episodio mai successo nella storia di San Marino, con l’aggravante che il governo pagò le spese legali dei giudici proponenti. È solo la punta dell’iceberg di fatti avvenuti al di fuori di ogni logica comprensione, oltre che di una sana amministrazione della giustizia, avvenuti sotto l’egida e la protezione dell’allora Segretario alla Giustizia Renzi e del suo governo.

Sembrava di aver visto tutto, e in invece, nell’estate scorsa, il progetto del nuovo governo per ripristinare ordine e legalità in tribunale, venne aspramente contrastato da Repubblica Futura e Libera. Appoggiati da un gruppo di magistrati capeggiato da Guzzetta, che nel frattempo era stato rimosso, non si fecero scrupolo di riempire di comunicati, lettere, interviste i giornali italiani, fino a scrivere al Consiglio d’Europa, che San Marino era diventata una “democratura”. Cioè un paese dove la politica si era impossessata del tribunale per “interessi inconfessabili”. Violati i principi base della democrazia.

In realtà, invece di occuparsi di processi, i giudici scrivevano comunicati e insieme ai loro protettori politici cercavano, con astuzia machiavellica, ogni inghippo per cercare di mettere i bastoni tra le ruote alla nuova maggioranza. Non importava niente se ciò infangava l’immagine di San Marino all’esterno e bloccava completamente l’attività del tribunale. La Reggenza Mancini Zafferani, continuamente avversata, contrastata, messa in discussione, alla fine del mandato fu colpita da una richiesta di sindacato, firmata solo da Repubblica Futura e alcuni suoi simpatizzanti. L’intenzione, con ben 17 capi d’imputazione, era di dare una stangata, un colpo mortale ai due esponenti di maggioranza che, per il loro ruolo, si erano assunti la responsabilità delle decisioni. In più, RF ci mette lo sberleffo, precisamente in un comunicato del 15 ottobre scorso, dove paragona la sua azione alla cacciata di Buriani. Quasi una vendetta, da contrappore alla logica dei due pesi e due misure. Cioè, voi avete cacciato Buriani, noi mettiamo nei guai la vostra Reggenza.

Un parallelismo davvero improprio, visto chi era, cosa ha fatto e a chi era collegato Buriani. Che non si può certo definire un eroe, ma un personaggio utile solo ad avvelenare il clima.

Per contro, la Reggenza Mancini Zafferani, in un contesto tossico e rabbioso, mosso solo dalla furia distruttrice dell’opposizione, non si è mai lasciata sviare dal rispetto delle leggi e delle istituzioni, conducendo con pacatezza e polso fermo sia lavori consiliari impetuosi, sia la presidenza di organismi istituzionali sottoposti a pressioni inaudite.

Il meglio di sé, i due Reggenti, lo hanno dato nell’affrontare l’emergenza sanitaria. L’attenzione ai malati, al personale sanitario, agli anziani della RSA proprio nella giornata del loro giuramento. E così per tutto il semestre. La giornata dedicata ai volontari. Semplicità e sincera genuinità in ogni gesto, in ogni atteggiamento. Il calore umano al di là delle insegne di Stato. La commozione nelle parole e nei sentimenti. Mai avuta una Reggenza così. Ovvio che non poteva piacere a forze politiche che hanno fatto di tutto per distruggere il Paese e che non potevano accettare il progetto di ricostruzione portato avanti dal nuovo governo. Eppure, nonostante i colpi bassi (che non sono mai mancarti in quest’ultimo anno) i giornali italiani e stranieri, le tivù e i social parlano solo bene di San Marino, per come sta gestendo la campagna vaccinale e per come ha affrontato il debito (lasciato da Libera e RF). La lezione dei “piccoli” verso i “grandi” della Terra. Ma se i nostri di Libera e RF continuano ad armare i fucili, vuol dire che sono convinti di poter ancora andare avanti con i loro vecchi progetti. C’è da aver paura.

a/f