Riceviamo e pubblichiamo molto volentieri la replica del Magnifico Rettore dell’Università di San Marino
Caro Direttore
ho letto l’articolo di Enrico Lazzari che parla di università. Ho sempre ritenuto che le critiche debbano essere accolte con grande attenzione perchè, anche se pungenti, se sono fondate e costruttive, non possono che contribuire a verificare e migliorare il proprio operato. Ma devono essere appunto fondate e costruttive. Nel caso di specie si assommano informazioni superficiali o inesatte a nessuna conoscenza di quanto ha compiuto e sta compiendo l’università da 8 anni a questa parte: eppure da tempo i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
In realtà rendersene conto sarebbe assai facile: da tempo- unica Istituzione sammarinese- pubblichiamo online tutti i nostri verbali, completi di allegati, delle riunioni del Senato Accademico e del Consiglio dell’Università e lì è possibile individuare tutto ciò che si produce: i bilanci, i piani di sviluppo triennali, i concorsi, i programmi di ricerca, l’offerta formativa, le convenzioni e le collaborazioni con soggetti pubblici e privati, gli accordi con altri atenei italiani e stranieri, le iniziative e le attività (tante e molte in accordo con le varie Segreterie di Stato) volte a contribuire sensibilmente proprio allo sviluppo e alla crescita del territorio sammarinese.
Quella che infatti è definita come terza missione delle università è sempre stata il nostro primo obiettivo da perseguire e abbiamo ottenuto lusinghieri risultati: dalla medicina alla giurisprudenza, dal design all’ingegneria o all’economia o alla storia, per non parlare della formazione per la pubblica amministrazione o per gli insegnanti o per le forze armate o di tutte le significative iniziative che hanno sorretto e sorreggono il Paese nel percorso verso la Consiliatura d’Europa.
Potrei continuare a lungo, ma non ho tempo e spazio per descrivere tutto quanto prodotto. Mi limito solo a ricordare che il lungo percorso faticosamente compiuto ha portato finalmente la nostra università solo oggi ad essere ammessa nel circuito europeo e internazionale, ottenendo il riconoscimento del raggiungimento degli standard internazionali (Processo di Bologna, Magna Charta, European University Association, International Association of University, eccetera). E’ questo il processo che porterà finalmente al riconoscimento pieno e autonomo di qualifiche e titoli (prima non avevamo i tanti requisiti richiesti) Inoltre prima di citare provvedimenti bisogna conoscerli e studiarli. L’accordo del 2010/2011 intercorso con l’Italia, infatti, serviva solo a consentire “agli studenti il proseguimento degli studi universitari nell’altro Paese e relativamente al diritto di fregiarsi delle relative qualifiche accademiche nell’altro Paese” precisando poi all’articolo 8 di favorire le convenzioni fra università dei due Paesi “per l’istituzione di corsi di studio con il rilascio finale CONGIUNTO che HA VALIDITA’ in entrambi i Paesi “.
L’opinione che il Ministero italiano aveva della nostra universita? non era certa lusinghiera quando sono stato nominato rettore: ma oggi è cambiato tutto. Hanno preso atto dei nostri progressi e soprattutto dell’utilizzo di meccanismi e regole affidabili e trasparenti (forse indigesti per chi vorrebbe logiche da cortile).
Altro che Ferrari, dunque: ho trovato una 600 arrugginita e messa male. Oggi possiamo dire di avere un’automobile nuova e di ottimo livello, da tutti riconosciuta. Basta guardare i numeri, che sono oggettivi e non mentono: quanti erano gli studenti nel 2014 e quanti sono oggi, quanti e quali i corsi di laurea allora, e quanti e quali oggi? (perche? sono state necessarie risorse e fatica: con “pochi spiccioli” si paga il caffè non si finanzia un corso di Laurea). E poi tutti gli assegni di ricerca, i docenti, i progetti di ricerca, i rapporti internazionali e tanto altro, che allora non c’era e oggi invece c’è.
Ma chiudo qui. Siamo in ogni caso sempre disponibili a fornire informazioni. Un saluto cordiale
Corrado Petrocelli