San Marino. La riforma IGR, lo sciopero, le mancate rassicurazioni di Sefcovic, il Rallylegend: Rete fa il punto sul delirio che sta succedendo in questi giorni e sulla situazione israelo-palestinese

Rete aderisce allo sciopero generale e sarà al fianco dei cittadini per protestare contro una riforma iniqua e inaccettabile. Saremo in piazza, ma anche in Aula, dove è stata di nuovo convocata la Commissione Consiliare per esaminare forse la terza bozza di testo, se ci sarà, di cui non conosciamo neppure i contenuti perché non siamo mai stati chiamati al confronto”. Emanuele Santi butta benzina sul fuoco di un argomento che è già scottante per conto suo. Le valutazioni sono ormai note, la novità è che Rete ha appena depositato un progetto di legge per recuperare in Italia le somme mai pagate da quegli “operatori apri e chiudi” che approfittano non solo dell’assenza di controlli, ma anche della mancanza di reciprocità con l’Italia in materia fiscale. Cioè, San Marino non può avviare azioni di recupero sui creditori fiscali residenti fuori confine. Una situazione che deve essere assolutamente sistemata. 

Anche questa è equità fiscale” insiste Santi. Un aspetto, cioè, che pesa tantissimo di fronte alla stangata prevista per lavoratori dipendenti e pensionati, e alla forte discriminazione per i frontalieri. Ma anche di fronte al prossimo assestamento di bilancio, agli sprechi, alle consulenze sempre più onerose e a costi fuori controllo. 

Ci ha un po’ inquietato l’Orazione Ufficiale di Maros Sefcovic – attacca a sua volta il segretario Giovanni Zonziniil quale avrebbe dovuto anticipare la data della firma dell’Accordo di associazione UE, forse come sperava chi l’aveva invitato. E invece questo non è avvenuto. Il Commissario europeo ha dichiarato di essere fiducioso di firmare l’Accordo in breve tempo, senza specificare oltre, sperando che venga applicato nel 2026. Questo, in politichese, significa solo vaghezza. Il problema, oggi, è che non basta più sperare. Qui abbiamo un problema di bugie raccontate costantemente dal governo e dal Segretario Beccari”. Zonzini racconta poi che quando Rete uscì dal governo, nel 2023, venne accusata di sabotare l’Accordo perché avrebbe dovuto essere firmato in pochissimo tempo. Invece, di semestre in semestre, sono passati più di due anni e la firma ancora non è stata fatta. Bisognerà attendere l’anno prossimo, o forse addirittura quello successivo. “Riteniamo che da parte del governo manchi qualsiasi forma di trasparenza sullo stato reale delle trattative e delle difficoltà che evidentemente ci sono sullo stato reale dei rapporti con la UE, che impediscono di arrivare alla firma dell’Accordo”. Difficoltà che sono emerse platealmente nel documento che il Segretario Beccari ha sottoposto in sede di Commissione Mista alle parti sociali e alle forze politiche, che tutti dovrebbero firmare. “Noi ci troviamo davvero in imbarazzo a sottoscrivere qualcosa di tardivo, che avevamo già proposto due anni fa”. Specifica che alla fine della passata legislatura, Rete aveva dato la sua disponibilità ad organizzare serate pubbliche per spiegare l’Accordo ai cittadini. “All’epoca, il governo e Beccari ci risero in faccia – incalza Zonzini – oggi si accorgono che la popolazione non è adeguatamente informata e scoprono che la propaganda degli antieuropeisti sta facendo sempre più breccia”. Il giudizio finale è senza appello: l’azione del governo è assolutamente inadeguata, tardiva e insufficiente. Quindi, se ne dovrà assumere tutte le responsabilità. 

“L’attenzione ai temi locali non ci fa distogliere gli occhi dalla questione palestinese” riferisce Marianna Bucci, che nel triste anniversario del 7 ottobre, dopo l’efferata strage effettuata da Hamas, è ancora in corso un genocidio che ha visto la morte di oltre 60mila persone, tutti civili palestinesi. Precisa: “Siamo molto orgogliosi del fatto che San Marino abbia riconosciuto la Palestina. Ci eravamo fatti portavoce di questa necessità già nel 2023, con la presentazione di un PDL, che poi è stato il primo PDL depositato nella nuova legislatura”. Ricorda anche il clima ostile del Consiglio nei confronti di questa iniziativa. Un atteggiamento che poi, per fortuna è cambiato, con importanti passi in avanti. “Oggi la notizia è che abbiamo ritirato quel PDL, perché l’obiettivo è stato raggiunto”. 

Purtroppo, la situazione rimane molto grave a Gaza, con bombardamenti quotidiani su una popolazione palestinese stremata dalla fame e dagli stenti, che vive tra le macerie. “Il riconoscimento da parte di tantissimi Stati ha fatto cadere la maschera di Israele, che non ha più un consenso né quel riconoscimento trasversale, come è stato dal 1948 in poi”. Bucci spiega anche che l’attività di Rete non si è svolta solo sul fronte politico affinché San Marino “non fosse complice del genocidio in atto”, ma anche su iniziative concrete, come l’apertura di corridoi umanitari. Infine, pone l’accento sull’importanza del Collettivo San Marino per la Palestina, per avere portato il tema all’interno della popolazione, per la sensibilità con cui l’ha fatto e per aver creato degli spazi entro cui i sammarinesi hanno potuto esercitare il loro diritto di manifestare. Un elemento importantissimo, dal momento che in vari Stati europei, chi manifesta, viene denunciato e arrestato come terrorista. “Il fatto di poter usare la nostra libertà per dare voce a chi non ha la libertà, è qualcosa che ora più che mai dobbiamo considerare nella sua importanza”.

Sulla scadenza del 7 ottobre, tragica per entrambi i fronti, quello palestinese e quello israeliano, interviene anche Gabriele Vitali, senza aggiungere nulla alla lista degli orrori che stiamo vivendo ogni giorno, ma sottolineando una lista delle cose da fare immediatamente. Primo: da questo piano di pace “sghembo” perché sottoscritto solo da due soggetti, deve partire immediatamente il cessate il fuoco. Secondo: apertura dei corridoi umanitari gestiti da un’agenzia internazionale credibile e riconosciuta. Terzo: liberazione di tutti i prigionieri civili, di entrambe le parti. Mentre assicura l’impegno di Rete su questi obiettivi, Vitali rimarca: “Ci piace molto aver esercitato questo ruolo di innesco nell’agire politico di San Marino. È stato un grandissimo risultato, che l’Italia non ha ancora raggiunto”.

In chiusura, non può mancare un commento sui “fattacci” occorsi a margine del Rallylegend, elencati puntigliosamente da Giovanni Zonzini. “Senza parlare delle gravi lacune a livello organizzativo” puntualizza, riferendosi a sezioni del tracciato che non avevano margini di sicurezza, tanto che le macchine hanno quasi sfiorato il pubblico, e anche ai ragazzini in piedi sulle macchine della Gendarmeria. “Solo per fortuna non c’è scappato il morto”. Spiega con chiarezza che Rete non è assolutamente contraria a manifestazioni sportive di grande livello, ma visti i costi, i danni ambientali, i disagi causati alla popolazione, i rifiuti lasciati ovunque, è più urgente che mai fare una disamina di tutti gli elementi. “Bisogna fare una botta di conti – dice – e vedere come ridimensionare un evento affinché sia sostenibile per un territorio di dimensioni così ridotte e una popolazione come la nostra”.