Dopo il battesimo di fuoco con il Covid; dopo la crociata sul tribunale; dopo due mozioni di sfiducia, il governo sembra “vaccinato” ad affrontare le sfide del 2021. La maggioranza non è sempre granitica come è apparsa nel Consiglio di fine anno, ma la forte dialettica che la contraddistingue lascia intravvedere un confronto interno che non può fare altro che bene a quell’aurea via mediana, così difficile da trovare. Vediamo dunque cosa ci riserverà l’anno appena cominciato negli obiettivi del governo.
Finanze: ristrutturazione del debito. È la prima imprescindibile tappa, vista l’entità del buco lasciato dai predecessori, ma anche per poter entrare nel mercato dei capitali. Qualcosa in termini di risorse è cominciata ad arrivare e già si possono prevedere sostegni più sostanziosi alle imprese, oltre a quelli già messi in campo. Anche nel sistema bancario si sta assistendo ad un’inversione di rotta. Va da sé, che solo la ripresa economica potrà dare ossigeno al sistema e alle casse dello Stato. In agenda anche la riforma delle imposte dirette (IGR) e indirette (passaggio dalla Monofase all’Iva).
Interni: riorganizzazione di tutto l’apparato pubblico, proseguendo con l’accorpamento degli uffici. Entro giugno, la definizione del fabbisogno e un nuovo progetto per la dirigenza. ICEE da far partire entro l’anno.
Esteri: implementare il recuperato rapporto con l’Italia; prosecuzione del percorso di associazione europea anche aprendo il dibattito nel Paese; riforma della carriera diplomatica.
Territorio: rendere operativo il piano per le infrastrutture strategiche; rendere operativo il nuovo PRG; potenziare gli strumenti per la San Marino Green e per l’agricoltura biologica.
Turismo: è il settore che ha patito di più e per il quale è ancora difficile programmare, stante la situazione di blocco della mobilità mondiale. L’obiettivo è: essere pronti per quando si potrà ripartire. Quindi, al momento, programmazione e progettazione.
Giustizia: portare a termine il completamento degli organici del tribunale; avviare la riforma del Codice di Procedura Penale e dell’ordinamento giudiziario; informatizzazione dell’attività giudiziaria.
Lavoro: interventi a tutela del piano occupazionale e degli ammortizzatori sociali; riforma del mercato del lavoro per dare organicità alle tante leggi accumulate. Riguardo al settore dell’informazione: portare a casa il dossier sulle frequenze.
Industria: semplificazione normativa e digitalizzazione dei processi per rendere più agevole il rapporto pubblico/privato; creare un contesto favorevole per fare economia.
Sanità: piano sanitario e sociosanitario; un nuovo atto organizzativo per l’ISS; avvio del progetto per la costruzione del nuovo ospedale; riforma pensionistica; oltre ovviamente a tutti gli interventi necessari per contrastare i contagi, ivi compreso il piano vaccinale.
Cultura e Istruzione: intensificazione delle relazioni con l’Italia e con l’Europa per progetti di formazione sempre più di eccellenza.
In questa piccola sintesi della conferenza stampa di fine anno non c’è una fotocopia del programma di governo, né una mera elencazione di proposte eterogenee che si sovrappongono l’una sull’altra. C’è invece una sintesi programmatica che nasce non solo dalle volontà politiche della maggioranza, bensì dalla consapevolezza di trovarci TUTTI in uno dei periodi forse più difficili della nostra storia, paragonabile solo ai due decenni che seguirono la Seconda guerra mondiale. C’è un opuscoletto della professoressa Valentina Rossi che lo racconta in maniera egregia. In quel periodo c’era una povertà immensa (oggi ci sono debiti miliardari), e c’era una lotta ideologica feroce (oggi ci sono contrasti feroci tra maggioranza e opposizione, o forse tra due generazioni di politici). In quell’epoca, San Marino, nonostante le difficoltà seppe dare prova di una dignità istituzionale che non ha raffronti in tutta la sua lunga storia. Oggi c’è bisogno più che mai di questo ingrediente, la dignità istituzionale, che una classe politica corrotta (quella dell’ultimo ventennio, in particolar modo) sembra aver dimenticato. Ci viene in mente Franciscus Bacon, quando scrive «In rebus quibuscumque difficilioribus non expectandum ut qui simul, et serat, et metat sed praeparatione opus est, ut per gradus maturescant.» Sermones fideles, XLV (In tutte le cose più difficili non ci si deve aspettare che qualcuno semini e raccolga contemporaneamente ma è necessario un periodo di attesa affinché esse a poco a poco giungano a maturazione)
Così ci piace leggere la road map del governo, cioè come un progetto politico che segni l’inizio di una nuova, che confidiamo risolutiva, stagione riformatrice. Anche se i frutti migliori, per forza di cose, arriveranno col tempo.
a/f