Una lettera aperta al paese inviata dai precari della sanità sammarinese per ricordare come la Sanità apunto sia “un pilastro della sicurezza sociale di ogni paese civile” e che “il buon funzionamento del sistema sanitario e la qualità dei servizi erogati è fondata sulle risorse umane che vi sono impiegate”.
Inizia così la lettera inviata da ben 117 precari che lamentano come “all’interno dell’istituto per la sicurezza sociale, in tutti gli ambiti (sanitario, socio-sanitario e amministrativo) da anni è progressivamente aumentata la percentuale di noi lavoratori precari, che attualmente rappresentiamo un numero considerevole del personale dell’iss, e in alcuni servizi addirittura il 100%”.
“Noi precari dell’Iss – scrivono – svolgiamo le medesime attività dei colleghi di ruolo, abbiamo pari o persino superiori responsabilità tuttavia non maturiamo scatti di anzianità, non possiamo partecipare agli interpelli su posti di ruolo, abbiamo salario più basso e contratti di lavoro di durata sempre più breve (ultimamente semestrali). Alcuni di noi, sono precari da oltre 10 anni. inoltre, la recente legge finanziaria ci vede ulteriormente penalizzati, con decurtazioni complessive dello stipendio in certi casi molto più alte rispetto ai colleghi di ruolo (fino al 6,5% rispetto a 1,5%)”. “Tutto questo – spiegano – significa non tener conto della nostra dignità professionale, costringendo noi e l’organizzazione in cui operiamo a lavorare in un clima di incertezza, senza poter garantire una pianificazione a medio – lungo termine delle attività e minando la stessa continuità assistenziale”.
“Noi lavoratori precari dell’Iss – proseguono – come medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, collaboratori educativi, operatori socio sanitari, tecnici, personale amministrativo, farmacisti e altre figure, abbiamo accettato il precariato perché crediamo in quello che facciamo e nel contributo alla tutela della salute, con l’auspicio che si fosse trattato solo di una situazione temporanea, connaturata al solo periodo di ingresso nel sistema. Purtroppo – lamentano – dobbiamo prendere atto che la classe politica sembra indifferente nei confronti di queste problematiche, come è già stato ampiamente dimostrato in occasione della precedente stabilizzazione, da cui molti di noi sono stati ingiustamente esclusi”.
“è così già accaduto – ricordano – negli ultimi anni, che professionisti anche sammarinesi abbiano scelto di andare a lavorare fuori territorio, in cerca di maggiori tutele. Come cittadini e come operatori, pretendiamo invece che il nostro sistema sanitario continui a garantire alta qualità e professionalità all’interno del nostro Paese” . San Marino Oggi