LA SCATOLA VUOTA
Di Augusto Casali
Dopo molti interventi fatti sull’agonia del turismo sammarinese sul sito “La voce del monte” e su altre testate sammarinesi cartacee e telematiche che trattano cose del nostro Paese, finalmente qualcuno ha cominciato ad accorgersi dell’esistenza di qualche problemino nel settore.
In effetti la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’emissione di un bando per la realizzazione del “Piano strategico per lo sviluppo del turismo della Repubblica di San Marino”, che effettivamente è qualcosa che lascia abbastanza perplessi poiché ad emanare il bando sono stati Segreteria di Stato ed ufficio del Turismo di San Marino, cioè coloro i quali dovrebbero individuare e adottare le politiche turistiche.
RETE è intervenuta scandalizzata, e, a mio avviso, a ragione; gli uffici competenti gli hanno risposto con uno zibadone confuso e “giravuoto” in cui probabilmente si sono persi anche gli estensori della risposta; RETE, di fronte ad un simile capolavoro, ha ribadito ulteriormente mantenendo il punto.
Ora, ciò che è avvenuto è paradossale poiché il bando riguarda il Piano strategico per lo sviluppo del Turismo di San Marino per il quinquennio 2018/2022; il Piano promozionale triennale 2018/2020; il Piano promozionale annuale 2019. Ma se i consulenti dovranno occuparsi di tutta la roba elencata, la Segreteria di Stato al Turismo e gli Uffici competenti, il cui costo non è trascurabile, che cosa faranno? Imbusteranno solo i depliants? E tutte quelle sigle che gravitano nel mondo del turismo e che un tempo si occupavano di turismo, almeno le sigle storiche, USC, OSLA, IUS, Convention & Visitors Bureau, Consorzi vari e Consulta del Turismo, si gireranno i pollici?
A forza di creare tavoli, commissioni, strutture, sovrastrutture ed enti che si incontrano e si confrontano, senza cavare mai il classico ragno dal buco, anche perché spesso ognuno difende il proprio orticello e non rappresenta i commercianti che non vengono mai consultati preventivamente, si fa poca strada, come i fatti dimostrano.
L’esempio eloquente lo fornisce proprio la riunione del 24 maggio scorso, in cui si sono ritrovati attorno ad un tavolo il Segretario di Stato al Turismo, il Segretario di Stato al Commercio, il Segretario di Stato alle Finanze e Bilancio, il Direttore dell’Ufficio del Turismo, un rappresentante di ogni Organizzazione di categoria turistico-commerciale, il Direttore Generale del Convention & Visitors Bureau, in una parola la Consulta del Turismo della Repubblica di San Marino, per palesare una incompetenza generale, più o meno consapevole, certificata dalla decisione di emettere un bando per il Piano strategico per lo sviluppo del Turismo di San Marino.
D’altronde non è una mia idea. E scritto a chiare lettere nella nota ufficiale del Turismo in risposta a RETE, ciò che dico viene ammesso dagli estensori, i quali asseriscono che, “… a tutt’oggi il problema principale è l’assenza di direzione di visione definita condivisa del futuro.” Più chiaro di così!
In questo momento però non si può darla ad intendere parlando dei massimi sistemi del turismo, oppure attraverso qualche comunicato ufficiale che sottolinea i livelli di flusso turistico in qualche sporadica occasione. Purtroppo avevamo ragione, ed ora, sia pure in grave ritardo, cominciano ad accorgersene in tanti, San Marino ha perso in vent’anni 1.500.000 visitatori. Le chiacchiere stanno a zero! E allora, la cosa urgente da fare è recuperare il rapporto con Agenzie e Tour Operetor per far reinserire San Marino nei loro circuiti e far tornare turisti nel nostro Paese. Le risorse finanziarie in questi tempi di “magra” possono essere ricavate da quelle iniziative di pura immagine che non ci possiamo più permettere, come la partecipazione all’Expò, che, puntualmente, si rivelano pozzi di San Patrizio in cui vengono versati tanti di quei soldi dello Stato che nessuno immagina e che potrebbero essere utilizzati per risollevare, ad esempio, le sorti del Turismo della Repubblica di San Marino.