San Marino. La seconda estate Covid, aspettando la ripresa … di Alberto Forcellini

Nella storia millenaria dell’umanità, hanno fatto più danni i virus che le guerre. Il Sars-Cov2 non fa eccezione, ma la crisi attuale non ha colpito ovunque in egual misura. Ristorazione, turismo, alberghiero, spettacolo, sono tra i settori maggiormente colpiti. Tante le imprese chiuse, i dipendenti che hanno perso il lavoro (soprattutto donne), un indotto di cui le cronache non parlano quasi mai. In ogni Paese si guarda agli aiuti, ai sostegni, ai cosiddetti ristori, San Marino compreso. Anche qui infatti, nonostante il difficile equilibrio mantenuto tra tutela della salute e tutela dell’economia, non mancano i problemi.

Bar, ristoranti, alberghi, attività commerciali legate al turismo. C’è chi ha potuto lavorare, magari a ranghi ridotti; c’è chi proprio non ha fatto niente. Il governo ha messo sul tavolo 18 milioni di euro per i cosiddetti ristori, costruiti sulla base di una fitta serie di regole, di parametri e di controlli per evitare i soliti furbetti, i saltafila, gli evasori. È poco, è molto, si poteva fare meglio: i commenti ci sono tutti di generi, ma al momento non è possibile dire che impatto avrà la manovra. Non è efficace neanche il paragone con l’Italia, perché San Marino ha vissuto una situazione molto diversa.

Oltre ai 18 milioni per le attività, sul tavolo sono stati messi: 15 milioni di CIG; 15 milioni di prestiti garantiti (in gran parte già erogati); 400 mila euro a fondo perduto per le famiglie indigenti e altri 400 mila per prestiti garantiti. Oltre al credito sociale per casi di estrema povertà. La sofferenza sociale è rilevante e forse, queste misure, neanche basteranno.

Il turismo. C’è un’Europa ancora in gran parte chiusa e un’Italia che sta programmando le riaperture. Questo è quello che aspetta San Marino: la ripresa della mobilità fra Regioni e fra Stati. Ma non sarà un turismo “libero e felice” come in passato, perché in tutti è presente un sottofondo di paura. Le prime proiezioni estive danno un boom del turismo a piedi, degli agriturismo, delle camere in affitto, dei viaggi in macchina preferiti a pullman, treni e arei. Ovvero, modalità vacanziere che sono in qualche maniera “anti assembramento”. E con questo bisognerà fare i conti, nonché pensare di riformulare le eventuali proposte.

Lo spettacolo. Che vuol dire cultura. La grandissima assenza di oltre un anno. Ci sono mancati i concerti, le grandi mostre, ma anche quelle piccole, il cinema, il teatro, i circoli letterari, le visite guidate ai musei, la danza artistica, ma anche le balere di liscio. È stato tutto un proliferare di iniziative sul web, tra l’altro molto belle e accattivanti, encomiabili addirittura. Ma con la stessa differenza che c’è tra un piatto di tagliatelle della nonna e uno surgelato. L’estate sammarinese 2020 ha supplito con un intenso programma di serate, per gusti variegati e bisognosi di dimenticare la solitudine del lockdown, ma un po’ carente dal punto di vista culturale. È comprensibile; in tutta fretta non si poteva fare di più e di meglio.

Come sarà la prossima estate? Tutto è profondamente cambiato dalla pandemia e non si può ancora fare a meno di fare fa i conti con le limitazioni e le regole per arginare quanto più possibile il contagio. La lezione l’abbiamo imparata? Non tutti, purtroppo, perché esistono ancora i negazionisti, i no-max, i no-vax, i paladini di tutte le libertà. Ma da qualche parte questa tristissima esperienza ha lasciato il segno. Gli analisti economici parlano già di ripresa, di aumento del PIL, del rifiorire dell’economia. Il che è davvero consolante, ma perché questo accada non basterà essere pronti: bisognerà dimostrare di aver cambiato mentalità. E questo vale per la politica, per le imprese, per i cittadini.

a/f