L’iniziativa pubblica Lab Dem è apparsa rivelatrice della confusione riformista, anche se arricchita dalla bella “lezione politica di Salvo Andò che i relatori hanno fatto finta di condividere. Il buon intervento del Presidente Federico Crescentini è andato al nocciolo delle questioni e ha portato allo scoperto i protagonisti della serata che, pur divisi su tutto, hanno cercato di illudere la platea su convergenze a parole. Però non sono riusciti a nascondere la profonda differenza tra i giovani del FARE e i reduci del DIRE, tra le parole e i fatti, tra le favole di governo e la realtà del Paese. Non hanno ammesso che la crisi è di sistema e che quindi necessita di provvedimenti sistemici che il governo conservatore, che alcuni di loro tengono in piedi, non vuole fare. E’ risultato evidente che quello riformista è un tavolo zoppo per le gambe troppo corte dei filo democristiani dichiarati e di quelli occulti. Altrettanto evidente è che i responsabili del disastro non potranno candidarsi a salvare il Paese, come ha detto apertamente Andrea Zafferani, che ha mostrato idee chiare, competenza e il coraggio di contrastare gli apparati partitocratici ridotti allo Stato Maggiore delle caserme rispettive. Le ottime intenzioni espresse da Federico Crescentini a favore di un nuovo soggetto politico progressista si sono scontrate con la scelta conservatrice del PSD, con la fuga del PS dal confronto, con la pregiudiziale contro RETE e gli “urlatori”, con la mancanza di condivisione su come uscire dalla crisi, con il tentativo dei reduci politici di controllare e guidare l’operazione per mantenere il vecchio sistema. Inoltre è evidente che le ferite del passato non si rimarginano se non si mettono in prima fila persone nuove, oneste e competenti. L’unica strada da percorrere è quella dell’alternativa democratica guidata dalle forze del cambiamento e del rinnovamento, e sorretta da un Grande Progetto Paese per realizzare una nuova San Marino della libertà e del benessere per tutti.
Emilio Della Balda