San Marino. “La sfida delle mamme su alimenta la pedo-pornografia”. E? esplosa su Facebook una catena di Sant’Antonio che chiede alle madri di mettere in rete foto dei loro bambini.

facebook FB-PD“Quello che a volte puo? sembrare un gioco ingenuo per alcuni si e? trasformato in un incubo”.

“La sfida delle mamme! Sono stata nominata per pubblicare tre foto che dimostrano la mia felicita? di essere mamma”. Inizia in questo modo l’ultima catena di Sant’Antonio che ha preso piede su Facebook e che in poco tempo ha riempito centinaia di migliaia di bacheche, anche di tantissimi sammarinesi, di decine di foto di mamme in posa sorridenti con i loro figli accanto e in braccio.

Non sono poche infatti le mamme del Titano che hanno aderito e quindi partecipato all’iniziativa virtuale, pubblicando a testa tre foto in cui si ritraggono assieme con i propri figli. Ed essendo una catena, ognuna di loro ha poi nominato una o piu? amica/mamma sammarinese, dando vita a una vera e propria catena di Sant’Antonio interna alla Repubblica. Interna non tanto pero?, visto che con Facebook le foto possono essere viste in tutto il mondo, dagli Stati Uniti d’America al Giappone.

Le foto pubblicate quindi ritraggono soprattutto bambini. In alcuni casi perfino neonati. In sostanza sempre minori, esposti pubblicamente e senza alcun tipo di filtro ai milioni di occhi del mondo della rete. Per questa ragione la Polizia di Stato ha deciso di intervenire lanciando un chiaro allarme: “Mamme, tornate in voi”.

L’avvertimento e? apparso sabato su uno degli account Facebook ufficiali della Polizia, “Una vita da social”, dal nome della sua campagna per l’uso consapevole di Internet: “Mamme – si legge su un post – se i vostri figli sono la cosa piu? cara al mondo, non divulgate le loro foto in internet. O quantomeno, abbiate un minimo di rispetto per il loro diritto di scegliere, quando saranno maggiorenni, quale parte della propria vita privata condividere”. E ancora: “Se questo non vi basta, considerate che oltre la meta? delle foto contenute nei siti pedopornografici provengono dalle foto condivise da voi”.

In poche ore il messaggio ha ricevuto oltre 4.000 “mi piace”. E? stato postato e ripostato piu? di 8mila volte, raggiungendo un milione e mezzo di persone. Ma ha anche suscitato un mare di polemiche. Molti lo hanno giudicato esagerato. Secondo qualcuno per evitare “paranoie” e? sufficiente impostare tutte le protezioni della privacy ed evitare di condividere immagini di bambini nudi. E? davvero cosi?? “No”, rispondono senza troppi giri di parole fonti della Polizia postale. “Certo, – aggiungono – si tratta di una prima forma di tutela, ma la regola e? sempre evitare di pubblicare online qualsiasi immagine di minori, a partire dalle foto in cui sono seminudi. I file piu? ricercati da chi ha cattive intenzioni sono quelli dei bambini al mare, in costume”.

Purtroppo, sembrerebbe che il messaggio/avvertimento della Polizia postale italiana, stando alle decine di foto di mamme sammarinesi con i loro bambini che hanno partecipato alla catena “La sfida delle mamme”, a San Marino non sia stato recepito.

Le cose sono due: o pensano che l’indicazione non sia poi del tutto veritiera, anche se proviene da una fonte ufficiale, e magari anche troppo allarmistica, o piu? semplicemente non hanno dato peso piu? di tanto alle conseguenze – segnalate dalla Polizia – che le foto da loro pubblicate potrebbero avere, e cioe? – ribadiamo – finire nella mani sbagliate, ossia in quelle di pedofili in cerca di materiale pedo-pornografico da utilizzare su altri canali web.

Le indagini condotte nel 2015 dalla Polizia postale hanno messo in luce “modalita? emergenti e insospettabili” della nuova pedo- filia online. Sono stati controllati 17mila siti, 1.800 dei quali sono stati considerati pedo-pornografici e finiti in una black list e grande attenzione e? stata dedicata anche ai social network.

“Dove, abbiamo rilevato, la maggior parte dei genitori ha un profilo aperto”, puntualizzano ancora dalla Polizia postale: “Purtroppo, anche in questo caso, mamme e papa? pensano che gli incidenti capitino sempre ad altri e non prendono alcuna precauzione”. Ma davvero la meta? delle immagini dei nostri bambini che si trovano sui social finisce in circuiti illeciti? “Si?, stando alle nostre stime”, raccontano.

L’allarme sul tema era gia? stato lanciato l’anno scorso dalla pm del Tribunale di Torino, Valentina Sellaroli. “Non e? cosi? frequente ma neppure irrealistico il rischio che pedofili o persone comunque inte- ressate in modi non del tutto lecite ai bambini possano avvicinarsi ai nostri bambini dopo averli magari visti piu? volte in foto online”, ave- va dichiarato in un colloqui con il sito Tom’s Hardware, poi ripreso anche da altre testate.

C’e? anche chi modifica le foto. Basta un banale fotomontaggio per trasformare un’immagine innocente in materiale pedo- pornografico da vendere online. “Niente di piu? facile”, confermano gli esperti di “Una vita da social”.

Di fronte a queste minacce, Facebook non e? rimasto a guar- dare. Ha lanciato il “Centro per la sicurezza delle famiglie” per tutelare i minori online. La sua policy prevede anche che se un genitore considera violata l’immagine di suo figlio, che ha meno di 13 anni, ne puo? richiedere la rimozione compilando un modulo online. Se, invece, il ragazzo ha dai 13 anni in su, l’eta? minima per potersi iscrivere a Facebook, il social ammette di avere le mani legate: “Non possiamo intraprendere azioni per conto di tuo figlio – si legge – eccetto nel caso in cui non sia in grado, mentalmente o fisicamente, di effettuare lui stesso la segnalazione”.

Tornando al monito lanciato dalla Polizia postale, quest’ultima infine constata che qualcuno non ha capito il senso del post: “Noi ci limitiamo a darvi consigli, poi ognuno e? libero di fare come vuole.

La nostra casella messaggi e? piena di richieste d’aiuto riguardo al furto di foto. Qualche settimana fa una pagina Facebook ha organizzato un concorso (non ufficiale) “Vota il bambino piu? bello”. Centinaia sono state le foto mandate da genitori. Ripeto una pagina, non un profilo. Che fine faranno quelle foto? Ve lo siete mai chiesti? Quello che a volte puo? sembrare un gioco ingenuo per alcuni si e? trasformato in un vero e proprio incubo”.

Francesco De Luigi, La Tribuna