San Marino. La sinistra si riorganizza, ma attenzione agli specchi deformanti … di Alberto Forcellini

È un gioco di specchi tutto a sinistra in questa fine settimana appena trascorsa. O se volete, una sinistra allo specchio, tutta giocata tra PSD e PS, ma con immagini ben diverse. Giovani, brillanti, sorridenti, pieni di entusiasmo i pidiessini, forti di una valanga di adesioni che lasciano presagire un congresso di ampio respiro, capace davvero di traghettare il partito al di là del guado.

Sono scesi all’inferno delle parcellizzazioni infinite e adesso stanno risalendo, anche se si può immaginare che non è sempre tutto oro quello che splende. Prima di tutto perché non si vede al momento un vero leader, nonostante la presenza di qualche personaggio che sembra avere buone cartucce. Donne: neanche una in conferenza stampa. Magari nel partito ci sono, si vedrà se avranno la forza di emergere. C’è invece Pedini Amati, che ha detto e ripetuto di non volersi più candidare: cambierà idea? O vorrà qualche ruolo primario dentro il partito? E poi ci sono le voci su Fiorenzo Stolfi, che pare abbia smesso i panni di Cincinnato e stia tentando un rientro alla grande. Per il momento è un PSD che può fare lezione ai colleghi italiani del PD.

Molto meno giovani, molto meno brillanti e sorrisi un po’ più tirati nella conferenza stampa del PS. Tutta gente intorno ai 70 anni, o lì intorno. Il che è encomiabile, perché la politica è passione e anche esperienza, ma ha bisogno di nuova linfa, di nuovi entusiasmi e magari di nuovi linguaggi. Invece gli argomenti toccano temi triti e ritriti, conditi con le solite critiche alla maggioranza, pur facendone parte.

Esemplare, comunque, che il PS, in un momento per niente facile, si metta in gioco e rilanci le sue carte. È in maggioranza, ma non è dentro al governo. È in Consiglio ma non è tra la gente. E i suoi due Consiglieri hanno entrambi delle questioni da sistemare.

È difficile negare che siamo al punto più basso di incidenza delle idee e delle forze che si richiamano al socialismo, a confronto con tutta la storia dell’età contemporanea. Difficile rintracciare anche un pensiero specificamente socialista, tanto che viene da chiedersi se il socialismo come idea-guida o programma politico sia ancora attuale. Sarebbe comunque un errore pensare che il socialismo sia sparito dal cuore e dai sentimenti della gente. L’antica passione per il “garofano rosso” continua ad ardere non soltanto come lotta per raggiungere questa o quella conquista e rivendicazione, ma come lotta per conquistare l’immaginario. Ed è su questo che cercano di fare forza i suoi promotori.

Tertium non datur: Libera, e il suo leader, che nelle giornate della sinistra dove lui non c’è, se ne esce con un comunicato proprio sulla sinistra, pieno di banalità (non ce ne voglia per la schiettezza). Solo il titolo è emblematico: “Essere di sinistra nelle cose che si fanno, non solo in quello che si dice”. Non si offenda il signor Ciacci, ma dovrebbe guardarsi allo specchio…

Purtroppo, anche quello che dice non corrisponde per niente ai fatti. Si legge nel testo: “Libera continuerà il suo impegno nella costruzione di un’area riformista sempre più forte, autorevole ed unita: il gioco di spaccare i gruppi per fare la «stampella democristiana» non ci interessa”.

Rileggendo le cronache politiche emerge invece una battaglia strenua, quotidiana, inesauribile, per spaccare la maggioranza cercando di colpire Rete, aliquota importante della coalizione e, per questo, bersaglio privilegiato di ogni genere di strali e di ogni strumento offerto dal regolamento parlamentare: ordini del giorno, interpellanze, richieste di impeachment.  Non tutti e non sempre con motivate ragioni. L’obiettivo è evidente anche ai ciechi: scalzare Rete dal governo e sostituirsi al fianco della DC. Anche se la Dc non ha mantenuto la promessa pre-elettorale.

È il bello (o il brutto?) della politica, capace perfino di smentire se stessa. Anche perché in pochi si sono accorti che gli attacchi personali non danno frutto, soprattutto se portati avanti in maniera così sterilmente ripetitiva; stancano la gente, che dopo un po’ non li legge più e passa ad altro.

In effetti, se andiamo a vedere i risultati della cosiddetta verifica di maggioranza, che si é tenuta sabato scorso, declassata a confronto allargato, non emerge, almeno in maniera ufficiale, il disagio che a volte affiora in Consiglio o nelle commissioni, dentro il quale l’opposizione ha tentato di insinuarsi con violenza. D’altra parte, se si considera cosa è successo in questi tre anni, le immense difficoltà sopraggiunte e se si mettono in fila le cose fatte, comunque il bilancio è positivo. E poi, c’è una posta ancora alta da conquistare per il 2023: è comprensibile che ci sia stato il “serrate le file e andiamo avanti”.  Nel frattempo, ognuno affila le proprie armi e sicuramente anche noi “osservatori” avremo ancora molto da scrivere.

a/f