Gli ultimi mesi hanno coinciso con attacchi quasi senza pari contro il sistema bancario sammarinese. Attacchi, numeri buttati li?, allarmi, che stanno massacrando la finanza
del Monte. I correntisti rischiano di scappare e i danni in termini di immagine e soprattutto occupazione, potrebbero essere inimmaginabili. C’e? chi soffia dall’interno e chi ne approfitta dall’esterno. Il risultato potrebbe essere quello di radere al suolo economia e istituti, ma non c’e? da preoccu- parsi (si fa per dire): c’e? chi e? gia? pronto a prendersi tutto per un tozzo di pane, magari qualche emiro arabo. E mentre sul Titano c’e? chi lavora e investe sul territorio, qualcun altro
ha intenzioni diverse. Ieri intanto, e? stata un’altra giornata durissima per il Paese: tutto questo mentre infuria una campagna elettorale a suon di colpi bassi . “Il destino della Repubblica del Titano e? nelle mani di un distinto signore egi- ziano con l’aria da professore e il passaporto svizzero. Wafik Grais non parla una parola di italiano, in compenso sa tutto di finanza islamica: una competenza utile per chi a Occidente cerca capitali disponibili a salvare banche in crisi”. Lo scrive in un articolo a tutta pagina che ha fatto il giro del mondo, l’inviato a Washington del prestigioso quotidiano italiano, La Stampa, Alessandro Barbera. Prosegue Barbera: “In sei anni San Marino ha bruciato un terzo del prodotto interno lordo, il peggior crollo del Continente. (…) Il compito di Grais e Sa- vorelli non e? semplice. Se comparati con quelli italiani, i conti pubblici sono in ordine: quest’anno il deficit e? dell’1,2 per cen- to, il debito e? al 24,4. E pero? i problemi delle banche sono un pozzo senza fondo: la Cassa di risparmio di San Marino e? alla quarta ricapitalizzazione in quattro anni e il risultato e? un aumento del debito pubblico del dieci per cento. Come accade anche nelle democrazie piu? piccole c’e? poi bisogno di riforme: fra le tante raccomandazioni dell’ultima missione del Fondo c’e? quella di permettere ai non residenti di comprare casa. Giulio Tremonti ricorda i tempi in cui nella delegazione a Washington si aggiravano ‘personaggi di losca provenienza’. San Marino non e? piu? nella lista nera dell’Ocse, ma il cruccio di Grais e Savorelli e? ancora quello di dare trasparenza e credibilita? a un sistema che per decenni e? stato il terminale
di capitali mafiosi e illeciti”. Di certo al sistema gli stanno dando visibilita?. Conclude emblematicamente l’articolo de La Stampa: “Sia Grais che Savorelli hanno confidenza con il mondo delle banche internazionali, e prima o poi si potrebbe materializzare l’interesse di uno o piu? cavalieri bianchi. Chis- sa? che qualche emiro non si innamori di quella meravigliosa vista dal Monte Titano”. Ecco, appunto. Dall’Italia appaiono sicuri: presto saremo terreno di conquista. I politici ancora interessati alla millenaria indipendenza di questo Paese sono avvisati.
David Oddone, La Tribuna