Il braccio e la mente, due mani che si stringono in un patto di “onestà, assistenza e amore”, spiccano ancora nel simbolo della SUMS a significare l’essenza profonda di questo sodalizio, più vivo e vegeto che mai dopo 125 anni di vita. Un genetliaco che dà un senso di lungimiranza e di longevità come se ne vedono pochi a livello mondiale per sodalizi femminili di questa natura, ha sottolineato la Reggenza durante l’udienza a Palazzo, che ha segnato il momento istituzionale più alto di un fitto calendario celebrativo, che durerà anche nei prossimi giorni
Al Segretario alla Cultura Teodoro Lonfernini, il compito delle presentazioni ufficiali davanti agli Ecc.mi Capitani Reggenti Alessandro Rossi e Milena Gasperoni. Il Segretario ha quindi rilevato il significato etico e l’impatto sociale rappresentato all’interno della società sammarinese da questa associazione di donne, che sono riuscite a migliorare la qualità della vita di tutte le donne in un’epoca in cui il loro ruolo era fortemente emarginato. “Hanno saputo rispondere ai bisogni delle donne – ha proseguito – con iniziative culturali e strumenti in grado di alleviare le difficoltà quotidiane”. Sono valori tutt’oggi validi, perché sempre accompagnati dalle battaglie contro le discriminazioni e contro le disuguaglianze.
Correva l’anno 1899 quando tre uomini (sicuramente sostenuti da molte donne) promossero la Fondazione di una Società Femminile di Mutuo Soccorso a San Marino. Erano il professore Gaetano Belloni, Edoardo Zani e il dottor Pietro Franciosi. Li ha ricordati l’attuale presidente Alba Baredi, presentando anche le past president, il consiglio direttivo e le numerose socie presenti in Aula.
“La storia delle donne mette in luce una costante – ha spiegato – hanno cercato sempre forme di solidarietà riunendosi in gruppi o associazioni per discutere, nei rispettivi contesti socio-culturali, dei loro bisogni o di quelli delle loro famiglie. È una modalità femminile che anche le donne sammarinesi hanno realizzato, evidenziando coraggio, tenacia e vitalità nell’affrontare il quotidiano”. La Società Unione era caratterizzata al suo nascere da due aspetti: la trasversalità sociale e la funzione educatrice, come elemento di elevazione morale della donna. Aspetti che hanno segnato la nascita della prima forma organizzata di welfare per le donne.
“È bene conoscere la storia della nostra Associazione – ha chiosato Alba Baredi – perché aiuta a leggere il percorso che ci ha portato a vivere il momento presente e a meglio comprendere il nostro oggi.” E ancora: “La conoscenza ci rende consapevoli del fatto che, accanto e prima di noi, una moltitudine di donne e uomini ha creduto nella forza dell’unione, di un progetto comune e di ideali condivisi. A loro dobbiamo la consapevolezza rispetto ai diritti delle donne e la loro conquista, raggiunta con fatica e dopo lunghi tempi, con immensa passione ideale e allo stesso tempo con caparbia concretezza. Abbiamo chiara coscienza che niente di quanto abbiamo deve essere considerato scontato. Ancora oggi il nostro pensare e agire per le pari opportunità, per una cultura che difenda e valorizzi le donne, trova forza soprattutto nel rimanere in cammino insieme”.
Anche i Reggenti, in chiusura della cerimonia hanno evidenziato il ruolo essenziale che la Società Femminile di Mutuo Soccorso continua a svolgere promovendo: solidarietà, dignità e dialogo con un impegno silenzioso e concreto, sempre per la piena affermazione di tutte le donne.
Il calendario delle celebrazioni per il 125esimo di Fondazione prosegue sabato pomeriggio con il vernissage della pittrice Giusi Di Fine, ore 17, presso la sede della Sums Femminile, in via Tonnini, Città. La convivialità è prevista invece domenica pomeriggio dalle 17 in poi, presso il podere Lesignano, preceduta dalla conferenza storica tenuta da Valentina Rossi; quindi a seguire la cena a buffet, la musica e la lotteria.
Angela Venturini