Che non corresse proprio buon sangue fra la presidente della Banca Centrale di San Marino, Catia Tomasetti, e la governance di Banca Cis non è certo una notizia, ma che il “nemico politico” numero uno dello stesso vertice di Bcsm fosse Repubblica Futura si è palesato con evidenza solo lo scorso primo marzo, quando nell’Aula grande dei Tavolucci, mentre era in corso il cosiddetto “Processo Buriani-Celli”, dal banco dei testimoni sono emerse ua serie di situazioni “particolari” che hanno visto direttamente protagonisti alcuni Segretari di Stato del Governo AdessoSm, oggi personaggi di punta di RF del calibro di Nicola Renzi ed Andrea Zafferani, e indirettamente (chiamato in causa in un “consiglio” rivolto da Simone Celli alla Tomasetti – leggi qui) il Presidente dello stesso partito nato sule ceneri di Alleanza Popolare, Mario Venturini.
Ma ora devo aprire una parentesi visto il comunicato di Repubblica Futura affidato alla TV di Stato (leggi qui). Nessuno propone una Commissione di Inchiesta contro RF, tantomeno io. Quello che ritengo opportuno, visto quanto emerso dalla testimonianza giurata di Catia Tomasetti nel Processo Buriani-Celli, e da altra documentazione che tratterò nei prossimi giorni, è la presenza di indizi, di numerosi indizi che collocano alcuni politici sammarinesi, compresi quelli di Repubblica Futura, ma non solo, in precise posizioni, talvolta a condurre battaglie -politicamente legittime- ma forse inconsapevolmente funzionali agli obiettivi della “Cricca”.
Quindi, e qui chiudo la parentesi, tutti, RF compresa, dovrebbero pretendere e promuovere l’istituzione di una Commissione parlamentare di Inchiesta che, spero, voglia cacciare via ogni dubbio che mina l’autorevolezza, l’immagine della millenaria democrazia sammarinese nell’opinione pubblica.
Io cito fatti, fatti precisi e circostanziati, con tanto di fonte rivelata e nota. Sentire Celli che in un momento delicatissimo per le sorti di Banca Cis consiglierebbe alla Presidente di Bcsm di “avvicinarsi a Nicola Renzi e Mario Venturini” per me è un fatto degno di approfondimento. Perchè Celli si sarebbe preoccupato di ciò in quel particolare momento? Scavare dietro quei fatti, spiegarli tocca a chi ha gli strumenti legislativi per farlo.
Ci sono tre momenti, tre situazioni in particolare che evidenziano questa avversità fra RF e la Tomasetti.
Il primo è nel momento in cui trapela la notizia che una indagine aperta dal Giudice Buriani vede la Presidente di Banca Centrale indagata unitamente all’onorevole romagnolo Sandro Gozi. Temendo pesanti ripercussioni sul sistema finanziario sammarinese e, nel complesso, sull’immagine internazionale della Repubblica di San Marino, la Tomasetti è divisa fra l’opportunità di restare o quella di dimettersi. Decide così di coinvolgere prima i Capitani Reggenti e, poi, anche visti gli esiti del vertice con i Capi di Stato, le forze politiche nella delicata decisione.
Intanto, come ha ricordato la stessa Presidente in Aula, citando un politico sammarinese non meglio identificato come sua fonte, Repubblica Futura si prodigava nel fare -testualmente- “forti pressioni” verso i partiti di governo affinchè non rinnovassero, in quel delicato momento, la fiducia al vertice di Banca Centrale. Un tentativo, questo di RF, che non avrebbe avuto i risultati sperati, tanto che tutte le forze politiche sammarinesi si schierarono per la rinnovata fiducia.
Tutte, però, tranne una… Indovinate quale? Esatto, avete -presumo tutti- indovinato: Repubblica Futura. “Ricevetti il sostegno -ha confermato la Tomasetti dal banco dei testimoni, sotto giuramento- da tutti i partiti politici tranne Repubblica Futura”.
La seconda situazione che palesa questa avversità di Rf verso la Tomasetti ruota attorno alla richiesta, da parte di Banca Cis, di un prestito, di un finanziamento a Banca Centrale. Dobbiamo, quindi tornare indietro nel tempo, fino al 2 agosto del 2018, ad una riunione del Comitato Credito e Risparmio (CCR), organismo in cui si incontrano i vertici di Banca Centrale e quattro Ministri. All’epoca era presieduto da Simone Celli, nel ruolo di Segretario di Stato alle Finanze, affiancato, per la componente politica, fra gli altri, da Nicola Renzi (RF) e Andrea Zafferani (oggi RF).
La riunione del CCR segue di una settimana quella del Consiglio Direttivo di Banca Centrale (Condir) incentrato proprio sulla richiesta di liquidità avanzata dal Cis e, segnatamente, su quale organismo avesse la competenza della decisione, ovvero se lo stesso Condir o il Coordinamento di Vigilanza (Covig). Il sospetto della Tomasetti, comunicato dalla stessa a Celli alla vigilia dei lavori del CCR, è che il prestito “sia un pretesto”, una sorta di “agguato”. “Io, infatti -ha testimoniato la Tomasetti- avevo l’impressione che si cercasse di creare un casus belli per sostenere”, poi, “ l’inadeguatezza del Condir a decidere in fretta”, ottenendo così il risultato di spostare la competenza verso “il Covig che all’epoca era formato da sole tre persone”, ovvero, “ Moretti, Mazzeo e Mazza, oggi mi sembra indagati nel Cinquecento (il “caso Titoli; ndr)” . “Loro -ha aggiunto- se si fossero attribuiti questa competenza, avrebbero potuto decidere “ sì o no “da soli, senza coinvolgere il Consiglio Direttivo di Banca Centrale, di dare il prestito”. Un prestito che comunque, alla fine, non venne concesso… Ma questo è l’epilogo, prima c’è la riunione del CCR dove Celli non soddisfa l’attesa di un supporto chiaro al Presidente contro “l’agguato”, la quale se lo attendeva visti contatti precedenti fra i due, mentre -uso sempre parole della Tomasetti- “l’atteggiamento di alcuni Segretari di Stato, soprattutto Zafferani, fu particolarmente aggressivo”.
Ma di chi fu quello che la Tomasetti ha inteso come un “agguato”? C’è risposta chiarissima, sempre dalla stessa testimone: “Un agguato di Banca Cis, ma che sicuramente aveva, tra virgolette, dei sostenitori nell’ordire questa trama nel Direttore e Vicedirettore, forse anche in qualche membro del CCR…”. E chi, nel CCR, si sarebbe mostrato “aggressivo” verso la Tomasetti? In quell’occasione il più ostile fu Andrea Zafferani, oggi uomo di punta di RF, ma anche Nicola Renzi non lanciava certo fiori alla Presidente di Bcsm… Sono diversi i momenti in cui la Tomasetti, sempre nella sua testimonianza, ha lamentato aggressività da parte dei membri del CCR di RF.
E, nel caso di Nicola Renzi (RF), e questa è la terza situazione, non solo aggressività, visto che la stessa ha lasciato intendere, più o meno chiaramente, una presunta manomissione dei verbali dei lavori relativi ad una riunione -se non erro- incentrata sull’accordo di associazione con l’Ue e su non meglio precisate vicende attinenti anche la Russia e il suo Ministro degli Esteri Sergej Lavrov.
Ogni giorno, quindi, emergono indizi che gettano sempre più scure ombre sull’azione di Repubblica Futura, o meglio su quella di alcuni suoi esponenti. Un’azione politica, in quanto tale legittima, che infonde però il sospetto, il solo sospetto ovviamente, di aver contribuito -si vuol credere inconsapevolmente- a creare difficoltà alla Presidente di Banca Centrrale. A quella stessa Presidente che rappresentava un ostacolo importante per il piano di vendita di Banca CIS a Stratos e che, sembrerebbe da altri elementi estranei alla testimonianza della Tomasetti (che tratteremo nei giorni prossimi), qualcuno cercava con sempre più decisione di cacciare…
La facciamo questa Commissione di Inchiesta parlamentare per far luce sulle eventuali complicità politiche su cui la “Cricca” poteva contare, specie dopo quanto emerso nei lavori del Processo Buriani-Celli attualmente in corso?
Enrico Lazzari
