Non occorre compulsare le pagine della relazione del Fmi per rendersi conto di quanto grave sia la stagione economica che San Marino sta vivendo. Eppure scorrere quelle pagine fa bene agli smemorati di una certa parte dell’opposizione che oggi sembrerebbero avere tutte le soluzioni in tasca ma che con azioni scellerate hanno gettato le basi per una crisi dalla quale sarà molto molto difficile uscire. Senza contare che su quello scenario difficile si è abbattuta l’emergenza sanitaria della pandemia che ha messo in ginocchio gran parte delle economie mondiali. Così alle ripetute domande giunte all’indirizzo del segretario agli Esteri Luca Beccari sui tempi di reperimento di finanziamenti esteri, egli parlando in Consiglio Grande e Generale ha anzitutto risposto che senza un cambiamento netto non vi sarà finanziamento che potrà traghettarci verso la fine della crisi. “E’ perciò necessario – ha detto – ripensare al nostro modello economico. Il Fmi ci dice che già nel contesto precedente all’emergenza vedeva in San Marino uno Stato con delle prospettive di crescita ma che continuava ad avere debolezze rispetto a criticità ereditate dal passato. Da un lato ci troviamo a fare ancora i conti con le scorie della riconversione del nostro sistema, dall’altro sono mancate le soluzioni ai problemi strutturali dello Stato così come permangono i rischi potenziali legati alle crisi delle banche. Tutto questo a fronte di una massa critica non sufficiente a sostenere il livello di servizi che eroghiamo ai cittadini. Abbiamo un sistema sanitario che offre servizi gratuiti ad ampio spettro, servizi educativi di alta qualità, pensioni dignitose, elementi qualificanti che non trovano però un equilibrio nel prelievo fiscale e nella contribuzione. In passato quando l’economia galoppava, questi disequilibri non si vedevano. Appena le entrate hanno cominciato ad asciugarsi sono emersi i grandi problemi. Le strade ora sono due: o tutti ci accontentiamo di una fetta di torta più piccola, oppure allarghiamo la torta. La sfida è proprio quella di andare verso una crescita in termini di Pil. E’ chiaro allora che deve aprirsi una stagione di riforme che non possono che essere condivise. Quando gli interventi sono fatti senza condivisione con le parti sociali non c’è stabilità e si rischia di stare sempre a rincorrere quello che si è messo sul tavolo. Noi siamo stati criticati perché ci abbiamo messo 10 giorni per emanare il decreto sugli incentivi. Il motivo è che non abbiamo messo in campo una cosa per la quale fra due giorni dovremo fare un nuovo cambiamento e rincorrere quella scelta”. Venendo poi al tema dei finanziamenti Beccari ha detto: “Il tema dei finanziamenti è fondamentale ma come da monito del Fmi deve essere anche sostenibile, non deve cioè superare l’80% del Pil. E ovviamente non esiste solo il tema del finanziamento per superare la crisi. Inoltre fa sorridere chi reduce da 3 anni di governo in cui non è arrivato alcun finanziamento, chiede come mai in 3,5 mesi non si sia riusciti a trovare i soldi o ad avere tutte le relazioni internazionali ai massimi livelli. La linea che stiamo adottando è una linea di un certo tipo, vogliamo privilegiare partner istituzionali, non ci affidiamo all’amico dell’amico, ci rivolgiamo a stati che hanno obiettivi comuni, come l’Italia, la Ue e altri Paesi con cui intratteniamo relazioni diplomatiche di eccellenza. Ci sono diverse soluzioni che richiedono altrettante analisi, tra queste anche il mercato. Non mi si venga infatti a dire che la mission del governo è trovare risorse a fondo perduto. Detto questo è importantissimo non pensare di subordinare la ripresa al finanziamento estero. Sarebbe un esercizio improduttivo, la nostra sfida è cercare di sanare degli aspetti e capire quali sono le prospettive di crescita. Noi dobbiamo ragionare anche sugli investimenti esteri, dobbiamo fare in modo che il Paese torni ad essere attrattivo. Per farlo dovremo sviluppare una cultura di accettazione dell’investimento estero. Questo farà la differenza”. Che già prima della crisi San Marino navigasse in mari procellosi lo ha ribadito il Segretario alle Finanze Marco Gatti nel suo riferimento sulla visita del Fmi, sottolineando allo stesso tempo come il governo dovrà rivelarsi all’altezza di trasformare le criticità in opportunità. “Abbiamo bloccato tutte le spese e destinato le risorse sul bilancio di ISS. Il problema sanitario si sta sgonfiando e sta emergendo quello economico. Fitch indica che il 2020 sarà un anno difficile e complesso per il settore del turismo, ma ci sono buone proiezioni per l’anno 2021. Alcune priorità sono rimaste immutate: la necessità di reperire liquidità dall’estero per disporre di fonti di finanziamento fresche. Altro aspetto su cui dobbiamo lavorare è gestire al meglio le risorse interne per fare in modo che i problemi diventino opportunità. Dal Fmi a Fitch, tutti ci chiedono: come pensate di risolvere il problema del Cinque Ter? Anche qui occorre trovare una soluzione che diventi un volano per attrarre capitali. La soluzione del Cinque Ter può diventare una opportunità per il bilancio: il bilancio di Cassa di Risparmio non deve più gravare sullo Stato, ma vanno create prospettive per capitali che si trovano all’estero. Stiamo studiando soluzioni. La fatturazione elettronica è un’altra priorità anche verso il
nostro interlocutore italiano. Stiamo studiando passaggi per una moneta elettronica all’interno della Repubblica che possa accrescere lo scambio interno, non essere completamente legati all’euro. A tutti questi temi va data risposta. Con la Banca d’Italia sono stati riaperti dei canali di dialogo e si sta ragionando su interventi di ultima istanza tra le due banche centrali. Stiamo cercando di aprire un percorso diretto con la Banca Centrale Europea e con la Ue per accedere a forme di finanziamento. Non abbiamo fatto scelte di impatto a livello mediatico, ma scelte sostenibili. Con le risorse a disposizione abbiamo cercato di far sì di dare un vero sostegno a famiglie ed imprese”. In futuro dunque bisognerà andare verso un vero cambiamento, quello che il consigliere di Domani Motus Liberi Michela Pelliccioni ha ben sintetizzato prendendo a prestito non le parole di un economista ma quelle del missionario Arturo Paoli: “Camminando s’apre il cammino”.
Repubblica Sm