San Marino. “Lacrime e sangue” … di Luigi Lonfernini

Leggo: ” La democrazia non è una semplice procedura elettorale, è un modo di tenere insieme la Società “.

La democrazia si realizza, ovviamente, con la partecipazione cosciente e responsabile della Comunità. La Comunità partecipa alla costituzione – costruzione della democrazia in maniera attiva attraverso le Organizzazioni politico – sociali.

Alle Organizzazioni politico – sociali è affidato il compito di costituire, al loro interno, un sistema per cui ogni suo componente si ritiene soddisfatto di poter dare vita ad un dialogo che lo coinvolge in maniera attiva. Ai vertici delle singole Organizzazioni è dato un mandato di rappresentare gli interessi della Comunità. Non scopro, certamente, l’acqua calda. Il sistema democratico, in fondo, non è o non dovrebbe essere difficile da realizzare. Non dovrebbe essere difficile da realizzare in una piccola Comunità.

Vengo alle “cose“ nostre.

La crisi in atto non deve lasciare spazio alla esasperazione del confronto. Da troppo tempo la politica si è lasciata trascinare in una spirale che continua ad avvitarsi su se stessa. Nell’ambito del Consiglio Grande e Generale è stato attribuito un ruolo ai singoli Consiglieri. Le polemiche che ogni giorno affiorano tra maggioranza ed opposizione e che poi si aprono al mondo sindacale, hanno una radice comune: la situazione economica in generale che ha colpito i vari settori della Pubblica Amministrazione con una forte ricaduta nel settore privato.

Non si è tentato, se non marginalmente ed in maniera molto soft, di presentare la situazione economico – sociale in maniera onesta, schietta e chiara. Dal bilancio d’esercizio della Pubblica Amministrazione, compresi i settori allargati, dell’anno precedente si evince che il perdurare della situazione di stallo non può che creare grossi disagi, termine eufemistico, alla Comunità.

Un Paese indebitato e con una crescita zero non può investire sul proprio futuro. In economia esistono due strade per ripianare il debito: aumentare le entrate o tagliare le spese. Per aumentare le entrate non è sufficiente trovare nuovi investitori, cosa certamente necessarea, anche per il fatto che, comunque, si cerchi di far quadrare il cerchio, le imprese di carattere manufatturiero non produrranno mai redditi che andranno ad ammortizzare le spese della Pubblica Amministrazione in continua espansione, ma continueranno ad aumentare il carico del frontalieri. Metà delle imprese, che attualmente svolgono la loro attività in territorio, stando alle informazioni giornalistiche, non hanno prodotto reddito; le attività commerciali, già da tempo ridimensionate, continueranno a diminuire le loro attività: si spera nel polo del lusso, già ridimensionato e riposizionato sul “ medio – alto “, ma le piccole imprese famigliari, per vari motivi, saranno costrette ad essere ridimensionate o chiuse.

Il settore bancario dovrà ancora affrontare tempi lunghi prima di poter dire di essere fuori dal guado. Ora se non si riesce a percepire la nostra realtà con la quale siamo costretti a convivere ed a confrontarci non rendiamo un servizio al Paese. E’ inutile

dichiararsi progressisti o conservatori o creare le condizioni per uno scontro continuo su ogni problema che si evidenzia. Il bilancio dello Stato non può essere considerato un elastico e formulare ipotesi di rilancio dell’economia che difficilmente si potranno realizzare in tempi brevi; esiste la necessità, considerata l’impossibilità di aumentare le entrate, di tagliare le spese, non con il temperino, ma, purtroppo, con l’accetta e ciò richiede lacrime e sangue e nessuna Organizzazione politica o sindacale, è in grado di avanzare proposte che vadano in questa direzione; si sentirebbe immediatamente isolata e messa politicamente all’angolo.

La complessità dei problemi attuali, alcuni testardamente voluti, e che sono tutti connessi tra loro, esige uno sforzo comune e cioè condivisione di responsabilità, assunzione di impegni di lungo periodo; non si può continuamente semplificare, comprimere o ridurre la verità per poi distorcerla e falsarla.

Luigi Lonfernini, La RepubblicaSM