San Marino. L’analisi. Il risultato è un debito enorme

Nella serata organizzata da Dim il prof. Gianfranco Vento membro del cda di Cassa di Risparmio ha parlato della vendita degli Npl Delta, dei suoi e etti sul bilancio dello Stato e di rischi legali e reputazioni. Al centro del dibattito anche le annunciate fusioni bancarie: “il punto di partenza non deve essere l’interesse delle governance, delle poltrone, di voler magari estromettere personalità ingombranti all’interno di determinati cda”.

In questi giorni la relazione sul rendiconto dello Stato mette nuovamente in evidenza come il debito pubblico sia notevolmente peggiorato passando da 262 a 888 milioni, ciò principalmente per gli interventi fatti su Cassa di Risparmio. Torna dunque di prepotente attualità il discorso sull’impatto della cessione degli Npl Delta di cui si è parlato nella serata di ieri organizzata da Dim che ha visto protagonista il membro del Cda nominato dalle opposizioni Gianfranco Vento. “La vendita degli Npl – ha detto Marianna Bucci annunciando la serata in una conferenza stampa – ha segnato un punto di non ritorno. A nostro avviso quello che è stato portato avanti è stato un percorso diretto all’indebitamento del Paese (non è che sono stati fatti errori), tutte le politiche economiche oltre a essere state eterodirette venivano spacciate dalla maggioranza come unica alternativa. Non c’era mai qualcosa di cui parlare. Si capisce come ci sia stata la volontà di mettere in ginocchio il Paese. L’ordinanza ci ha raccontato in tempo reale l’infiltrazione di un gruppo finanziario che aveva un piano criminale ben preciso sul nostro sistema. Ciononostante la politica non si è assunta nessuna responsabilità andando avanti sempre sulla stessa linea”.

Il prof. Vento nel suo intervento ha fornito una chiave di lettura su quanto accaduto in merito alla cessione dei crediti Delta affermando subito che una buona gestione di quel pacchetto avrebbe potuto contenere l’indebitamento per lo Stato.

Ma ci sarebbero state anche altre ragioni per cui sarebbe stato opportuno non andare avanti con la vendita: “Il cda – ha detto Vento – ha l’obbligo dell’analisi dei rischi, in questo caso vista l’inchiesta della magistratura in corso parliamo di rischi legali e reputazionali. Va poi detto che all’indomani della vendita degli Npl nella partita Delta rimangono molti nodi da risolvere. L’accordo di ristrutturazione del gruppo Delta non è chiuso e la sua gestione è notoriamente molto onerosa per tutti i creditori, con la vendita del pacchetto Arcade il potere negoziale di Cassa si riduce. Ci sono altre questioni tecniche legate ai crediti di rma che Cassa ha rilasciato in favore di altri partecipanti a quell’accordo”.

Poi parlando di banche: “Purtroppo la performance delle banche anche nel 2018 non è stata particolarmente buona, la qualità del credito continua a essere molto scarsa, ci sono dei margini di miglioramento abbastanza intuitivi. Si continua a erogare credito senza avere sistemi di rating. E’ una anomalia. C’è di sbagliato il fatto di erogare credito in maniera meno scientifico e più relazionale che porta a delle storture. Mettere in piedi un sistema di rating è qualcosa di oneroso, ci vuole tempo ma da qualche parte occorre partire. Nel sistema rispetto a questi temi non c’è particolare sensibilità perché non porta benefici immediati nel presente. Siamo troppo immersi nel presente. La vigilanza va potenziata, solo nelle ultime settimane è diventata un protagonista del dibattito sul sistema bancario, per molti mesi è stata quanto meno poco attenta o poco presente. Nelle ultime settimane ha avuto un ruolo più attivo. Sulla vigilanza c’è necessità di un ammodernamento delle regole al di là della bontà del lavoro delle persone”.

Infine l’argomento più spinoso, quello legato alle fusioni. “Non sono ideologicamente contrario ma il punto di partenza non deve essere l’interesse delle governance, delle poltrone, di voler magari estromettere personalità ingombranti all’interno di determinati cda. Una fusione ha senso se si creano delle sinergie (riesco a offrire stessi servizi a costi più bassi, oppure servizi di maggior qualità… se ci sono vantaggi per tutti gli stakeholder che possono alle volte avere interessi contrastanti)…se non ci sono queste evidenze viene da pensare che ci sono altri motivi.  Non c’è nessuna evidenza che la fusione di cui si è parlato possa portare bene ci al sistema bancario”.

E alla domanda sul perché il cda di Cassa avrebbe incaricato la Kpmg per redigere uno studio su un’eventuale fusione spendendo 250mila euro Vento ha risposto: “Le modalità scelte sono state ab- bastanza discutibili hanno visto il non coinvolgimento di alcuni consiglieri tra i quali il sottoscritto. Rispetto a questa vicenda c’è un giudizio pendente, è stato fatto un esposto. Personalmente è una vicenda che ho più subito che promosso”.

Alle preoccupazioni per ciò che è accaduto ieri si aggiungono, alla luce anche di queste parole, quelle sul prossimo futuro del sistema bancario.

“Nel 2016 chiunque fosse andato a governare – ha concluso Emanuele Santi – si trovava con una situazione che negli ultimi 10 anni era notevolmente peggiorata. Cosa si doveva mettere in campo? Si doveva mettere in sicurezza ciò che era rimasto. Le imprese e il sistema bancario. Quel che non ha fatto il governo. Prima ha urlato la crisi di liquidità e la gente ha portato via i soldi all’estero. E poi ha portato avanti tutti i progetti maldestri guidati da fuori da un piano criminale dal commissariamento di Asset che è stata fatta fallire, all’aqr, al bilancio di cassa, agli npl. Il debito è ora irreversibile, le svalutazioni son diventate perdite certe”.

RepubblicaSM


Nella mattinata di ieri poi il consigliere Gianfranco Vento ha inviato il seguente comunicato stampa:

“Con riferimento alle dichiarazioni da me rilasciate nella conferenza stampa di ieri mattina sul tema “Banche: ieri, oggi e domani”, rispondendo ad una domanda relativa a progetti di fusione tra banche, preciso di aver utilizzato per errore il termine “esposto” volendo invece intendere che il sottoscritto ed altri consiglieri hanno impugnato una delibera del Consiglio di Amministrazione di Cassa di Risparmio concernente tali questioni. Preciso, inoltre, di aver rilasciato tale intervista ieri mattina, quando ancora non ero a conoscenza di nessuno degli elementi tecnici relativi ad eventuali concreti progetti di aggregazione e pertanto ribadisco che eventuali progetti di aggregazione tra banche debbano essere guidato da solide analisi relative al perseguimento di economie di scala, economie di scopo e, più in generale, di maggiori effiecienze. Il mio riferimento al fatto che, in assenza di tali maggiori efficienze e sinergie, eventuali progetti di aggregazione sarebbero viceversa animati da valutazioni di tipo “manageriale”, quali, ad esempio, l’interesse del management nel continuare a ricoprire posizioni apicali all’interno di banche di maggiori dimensioni – interesse ampiamente documentato in letteratura – non è riconducibile ad eventuali progetti di aggregazione che potrebbero astrattamente interessare la banca all’interno della quale sono consigliere di amministrazione, rispetto ai quali al momento della conferenza stampa non disponevo di alcune elemento.  Vi sarei grato se voleste dare evidenza di tale precisazione, al fine di stemperare eventuali inutili polemiche”.