L’Ansa, la prima agenzia stampa italiana, la più prestigiosa e autorevole, ha battuto una notizia che ci lascia esterrefatti a dire poco. Si legge fra le altre cose:
“La Banca Centrale denuncia infine la strumentalizzazione degli attacchi mediatici e denigratori ai quali è sottoposta da più di un anno insieme ai suoi vertici (il presidente Wafik Grais e il direttore generale Lorenzo Savorelli). L’azione di pulizia passa anche dalla richiesta, finora inascoltata, delle dimissioni del presidente della Cassa di Risparmio di San Marino Nicolino Romito per il quale non è stata confermata l’esistenza dei requisiti di onorabilità . In una lettera indirizzata al cda della Cassa e allo stesso Romito, la Banca Centrale chiede di “dichiarare immediatamente la decadenza, con effetti immediati” della carica di presidente”.
Insomma, secondo l’Ansa, Banca Centrale attacca il governo di San Marino, quello stesso governo che dal canto suo ha sempre coperto e sostenuto ogni azione di Wafik, Savorelli e compagnia cantante. Qui non siamo alla frutta: siamo proprio arrivati all’ammazza caffé. La confusione regna sovrana in un settore, quello economico finanziario, che necessiterebbe al contrario di chiarezza e trasparenza. E il governo della trasparenza invece non condivide nulla, dunque non si capisce che cosa abbia in mente. E quel poco che trapela fa tremare i polsi e non fa dormire sonni tranquilli a chi ha a cuore i fondi pensione e in generale il futuro dei propri figli, sui quali aleggia l’ombra del debito. Ma chi esce politicamente con le ossa completamente rotte è Civico 10 che prima deve ingoiare la questione Romito e oggi si sente presa in ballo in una situazione paradossale, con tanto di accuse di non avere supportato questa presunta opera di pulizia insieme ai colleghi di Adesso.sm. La pulizia sapremmo noi come farla, ma non diciamo altro. E comunque ci siamo un po’ stancati di questa storiella della trasparenza e della pulizia: il Paese è più povero, la classe media è moribonda, la aziende chiudono, i giovani e non solo loro non hanno lavoro. Siete più poveri o più ricchi, cari sammarinesi, rispetto a qualche anno fa? Guai però a dirle queste cose, potete solo pensarle: rischiate di essere accusati di volere la restaurazione. Se qualcuno ve lo rinfaccia voi rispondetegli: “Vogliamo la restaurazione sì, ma quella del nostro benessere”.
Ma veniamo all’altra parte dell’Ansa di cui sopra, quella dove tanto per cambiare si accusa l’universo mondo di attacchi mediatici. Cari signori, questo si chiama diritto di critica. E poco possiamo farci se emergono collegamenti inquietanti via Lussemburgo. Poco possiamo farci se la “pulizia” si traduce nel fatto che i correntisti di Asset ancora non possono prendere i propri soldi! Poco possiamo farci se è morta una banca sistemica che era in salute prima del commissariamento! Altro che malagestio! I danni li ha causati qualcun altro come emerge anche dalle carte del Tribunale civile. E non basta che abbia chiuso il primo giornale sammarinese per zittire la voce del Paese. Vedrete. Questo è solo l’inizio perché finalmente la stampa italiana ha acceso i riflettori su quello che sta accadendo a San Marino, fatti che si intrecciano con l’Italia. E quando anche le procure faranno emergere i fatti, siamo certi che il boccone andrà di traverso a più di una persona. La speranza ora è riuscire ad andare al voto quanto prima per limitare i danni. Per fare questo servono due condizioni: la prima è che Civico 10 si renda conto che per non sparire deve fare quello che ha sempre fatto Ap in questi momenti: staccare la spina, dimostrando che l’allievo ha superato il maestro. Le opposizioni devono invece riorganizzarsi per fornire una reale alternativa a questi signori. E se Rete e Md sarebbero pronti anche domani a presentarsi alle urne, la questione si fa più delicata per Dc e socialisti. Quel che è certo è che sarà un settembre di fuoco.
E in tutto questo mare magnum si inserisce l’indiscrezione della possibile scelta di Stefano Palmieri per assurgere il primo ottobre alla suprema magistratura. Si lascia ogni possibile commento ai lettori, detto che questa sarebbe soltanto la ciliegina sulla torta – si fa naturalmente per dire – per una cerimonia che doveva vedere come oratore la presenza di un personaggio molto, molto in alto che ha declinato l’invito a causa dei rapporti mai così bassi con l’Italia sin dai tempi di Tremonti. E guarda caso anche allora a reggere gli esteri c’era un’esponente di Ap.
Insomma, nonostante le smentite via Sole 24 Ore, il clima che si respira in maggioranza è tesissimo. Il Paese è diviso, la gente stanca. Si dovrebbero trarre le dovute conseguenze. Dulcis in fundo. Sia chiaro: non ci siamo scordati di Simone Celli, nonostante egli sia stranamente silente. E’ solo che tutto quello che potremmo dire ora sarebbe in più. In un Paese normale il Segretario alle finanze dovrebbe seguire immediatamente colui che ha sempre difeso a spada tratta, lasciandogli campo libero e carta bianca.
Lo Sciacqualingua