Il 25 marzo ricorre il 108° anniversario dell’Arengo del 1906. Lo commemoriamo da tempo con una festa. Anche se ogni anno -mi sembra- la verve patriottico -celebrativa sta scemando. Resta comunque una tappa fondamentale della nostra storia democratica. Per capirne bene la portata ed evitare eccessivi toni retorici, la mia curiosità mi ha spinto ad andare oltre la cronaca dell’evento. A titolo di pura curiosità, premetto una citazione storica. Riporto un giudizio beffardo del buon Pietro Franciosi sull’Arengo, scritto una quindicina di anni dopo: «Ma è possibile, che un’Assemblea di vecchioni, quando più la vita ferve e si agita, possa ognora rappresentare gli imprescrittibili diritti del popolo sovrano e sentirne i suoi bisogni e condividerne le sue idee? I vecchioni con questa poco propizia stagione stanno bene al fuoco, e nulla più».
Ironia a parte, ho creduto interessante controllare cosa è successo subito dopo, nei mesi e negli anni successivi. Due elementi vanno sottolineati, anche se contraddittori. Da una parte, certamente era cambiato il clima generale, si sentiva un’aria fresca di novità, movimentata in particolare dalle forze progressiste; ma dall’altra, sul piano concreto della vita sociale,politica e istituzionale, è cambiato ben poco. Provo a motivare l’affermazione un po’ dissacratoria. Ad es., nel nuovo Consiglio rinnovato con le elezioni del giugno successivo, più della metà dei consiglieri erano gli stessi del vecchio Consiglio cooptato. I posti decisionali sono rimasti sostanzialmente in mano alla vecchia oligarchia. Molti consiglieri rappresentanti i ceti popolari, sia per inesperienza sia per necessità di guadagnarsi il pane, disertavano le sedute consiliari o si dimettevano appena eletti. Raramente si è completata l’elezione di tutti i 60. E quel che è peggio, i cittadini sammarinesi hanno trovato enormi difficoltà ad entrare da protagonisti nella nuova polis. L’estraneità storica dalla vita politica, specie della popolazione meno abbiente, l’analfabetismo imperante nelle campagne e la povertà sono stati gli ostacoli principali alla partecipazione. Aggiungo altri due gravi ostacoli, che hanno rallentato pesantemente le riforme: la divisione fra le forze del cambiamento che non riescono mai ad unirsi sulle cose da fare, ma preferiscono dividersi sulle ideologie; il secondo ostacolo è ovvietà storica: chi ha in mano il potere lo tiene stretto.
Celebrare la festa dell’Arengo significa imparare dalla storia. San Marino si trova oggi nelle stesse condizioni di allora. Oggi è urgente aprire una stagione nuova della vita politica, istituzionale e sociale, con scelte di forte rottura e discontinuità con il passato. La società sammarinese deve rigenerare i suoi caratteri strutturali e sociali, deve essere rieducata ai valori della democrazia e dell’esercizio dei diritti di cittadinanza. Il “Sistema San Marino” deve svilupparsi sul valore della legalità. Tutti ne siamo convinti. Purtroppo la maledizione storica delle divisioni continua a colpire. La politica si divide ancora. E meno sulle ideologie e più sugli interessi di bottega!
Celebrare l’anniversario oggi ha senso se faremo due cose: ritrovare l’unità di popolo per affrontare l’emergenza e superare l’attuale depressione collettiva, coltivando- per la miseria!- un po’ di speranza per il nostro futuro. I cittadini di BISOGNA MUOVERSI vogliono dare una mano, invitando tutti all’ARENGO DELLA LEGALITA’, giornata di impegno civile, prevista per il 6 maggio prossimo.
“yes we can” – possiamo farcela!
Domenico Gasperoni