Alla fine ha prevalso, in tutte le forze politiche maggiori, il senso di responsabilità. Bene, dopo la “strategia comunicativa” presa in prestito dal leader italiano della Lega, Matteo Salvini, che ha visto cavalcare e trasformare in casi di stato anche le stupidaggini più insignificanti, anche Libera e Repubblica Futura sembrano tornate a privilegiare la politica, quella vera, con la P maiuscola, alla propaganda, talvolta anche becera.
Del resto, il tema sul tavolo è più ampio di quanto l’odg consigliare potrebbe far credere, perchè dall’Accordo di Associazione con l’Unione Europea dipende il futuro economico e quindi la vera indipendenza della Repubblica di San Marino e dei suoi cittadini. Così, ben 59 dei sessanta consiglieri hanno preso la parola per dire la loro sul delicato tema e la -chiamiamola- “linea Beccari” ha alla fine convinto tutti, anche i partiti di opposizione più inclini a strumentalizzazioni finalizzate alla raccolta del consenso.
Ma non voglio nuovamente parlare dei pro e dei contro dello stesso Accordo bilaterale, la cui sottoscrizione, checché se ne pensi, è un atto imprescindibile per la Repubblica di San Marino che, altrimenti, resterebbe ai margini, se non addirittura esclusa, dal mercato unico europeo, con le ripercussioni che è facile immaginare. Del resto, il mercato a cui il Titano non può rinunciare è il mercato europeo, ovvio che le regole le detti, per certi versi le imponga l’Europa…
Mi ha colpito… Mi ha stupito positivamente, questa volta, il senso di responsabilità dimostrato da Libera e Repubblica Futura, che spero non sia solo di facciata e temporaneo. Sarebbe stato facile, molto facile, cavalcare il nazionalismo intrinseco in ogni sammarinese o il pressochè nullo peso del Titano al tavolo di confronto contro il colosso europeo. E sarebbe stato anche molto produttivo in termini di voti e consensi visto l’ampio bacino elettorale rappresentato dai millemila delusi di Rete che, oggi, non si riconoscono più nella forza politica un tempo di sterile protesta e oggi di governo.
Ma questi elettori che hanno toccato il fondo della razionalità con la celebre e indimenticabile manifestazione delle arance inscenata sotto le finestre dei Cappuccini e che hanno gettato il loro voto sulla protesta e non sulla progettualità, oggi dovrebbero fermarsi un attimo e guardarsi dentro e indietro, per poter comprendere che non si governa un Paese con la retorica, con la protesta, con le manifestazioni e con i “vaffanculo” resi celebri nella storia italiana e capaci di portare un italiano su tre a tracciare la croce sul partito dei grullini… dei grillini, pardon! Un partito che, come in misura minore Rete sul Titano, si è ridotto a percentuali che, rispetto al picco, sono simili a quelle degli aromi naturali nella Coca Coca. Non a caso M5S nell’ultima tornata amministrativa, si è attestato mediamente intorno al 2% nonostante sia la forza parlamentare più numerosa eletta nelle urne politiche di 5 anni fa, dove fu capace di conquistare il 33% dei consensi.
E’ facile, dai banchi di minoranza, annunciare sfaceli e propinare anche pittoresche e impraticabili soluzioni; è facile cavalcare la superficialità popolare gridando “tutti in galera” a prescindere dalla Legge e dai Tribunali; è facile! E incredibilmente vantaggioso in termini di consenso. Ma poi, quando questo consenso dato al nulla progettuale diventa troppo, arrivano i problemi. Le forze sterili e urlatrici si frammentano in mille correnti, divise fra loro da urlatori professionisti e urlatori un po’ più responsabili; fra nostalgici del “tutti in galera” e consapevoli che quegli slogan, quei “programmi di governo” erano stupidi e irreali anche nella Corea del Nord di Kim Jong-Un.
Quei partiti pian piano spariscono ai margini della politica che conta, isolati o “colonizzati” da forze che della progettualità e del realismo fanno tesoro. I danni determinati da questi e dalla dilagante incompetenza che, salvo qualche eccezione, si innalza a ruoli di governo restano per anni. Non mi riferisco, in questo caso, al disastro in cui sembra piombata la sanità sammarinese, guardacaso guidata da chi, sotto il carcere, brandendo arance, forse fisicamente neppure c’era… E’ molto più eloquente la situazione italiana dove neppure un “mostro sacro” dal nome di Mario Draghi -in passato capace di salvare “nientepopodimeno” che l’Euro- si è rivelato in grado di sanare gli assurdi provvedimenti grillini e, in qualche caso, leghisti. E neppure di restare, nonostante tutti sembrino volerlo, alla guida del governo fino a fine legislatura, guardacaso sempre a causa della totale irrazionalità dei parlamentari eletti -fra un “vaffa” e l’altro- nelle fila del Movimento 5 Stelle.
Oggi, dopo mesi e mesi di anche becere strumentalizzazioni, sul Titano nella politica sembra tornata a prevalere la responsabilità. Mi auguro che accada anche fra gli elettori… Ma non sono troppo ottimista!
Enrico Lazzari