IL GIOIELLO STORICO ACQUISTATO A SUO TEMPO DA ASSET BANCA RICHIESTO DA TERZI A PREZZI INACCETTABILI.
‘In questi giorni ho ricevuto due segnalazioni da parte dei soci in merito alla dismissione del patrimonio immobiliare di Asset Banca’.
Vedo, ascolto, apprezzo e parlo. Apprezzo e stimo tante persone, come credo ognuno di voi. Tutti, dico tutti hanno una
propria lista, un elenco di persone pubbliche e private che ti permettono di vivere più serenamente in una società difficile per molti.
La squadra è vitale, il gruppo di persone molto trasversale che condividono i tuoi valori, il tuo carattere diventano indispensabili. Ti senti protetta.
Succede che quando ti chiamano al telefono o ti vengono a trovare si sviluppano e vengono rilasciate le endorfine creando una situazione di benessere grazie alla stima reciproca.
E mi consigliano al di là dell’interesse economico di cui sono portatori, in particolare gli azionisti sammarinesi ed italiani.
E apprezzi gli aggiornamenti e sviluppi di avvenimenti che ti possono sfuggire.
In questi giorni ho ricevuto due segnalazioni da parte dei soci in merito alla dismissione del patrimonio immobiliare di Asset Banca. Le prime voci non le ascolti poi quando arriva la terza e quarta, da parte di chi ti vuol bene, sei costretta a crederci. Una delle ultime segnalazione è quella di Villa Filippi.
‘Barbara sapevi che c’è un gruppo di Montegiardino interessato ad acquistare Villa Filippi per 500.000 euro da Cassa di Risparmio?’ ‘Impossibile, la cifra è troppo bassa. Noi la pagammo più del doppio’.
Fu la mia prima risposta. Si perché Villa Fillippi era di Asset Banca e voglio pensare che lo sia ancora.
Chi conosce quell’area con la Villa risalente a fine 700, un gioiello di architettura, storia e arte di Montegiardino. Un’area vasta con la Villa, il frantoio e la casa del fattore e giardino all’italiana. D’accordo Villa e frantoio sono da restaurare e la casa del fattore da riedificare ma 500.000 euro è un importo inaccettabile. Poco più del costo di un appartamento di buon livello.
Essendo un bene facente capo ad una società dello Stato, Cassa di Risparmio, il Governo deve rinunciare alla prelazione nel caso non fosse interessato a tenerla come investimento.
A parte le diffide fatte da Asset Banca a non svendere il proprio patrimonio ceduto dai liquidatori poi decaduti dopo la illegittimità della chiusura dell’Istituto di credito, sarebbe una beffa che la differenza tra prezzo di carico e incasso della vendita sia a carico dei cittadini. Vigilerò
(continua)
Barbara Tabarrini