San Marino. L’ASTROLABIO – “15 – 20 – 37” … di Augusto Casali

Augusto Casali

Molto spesso per comprendere il presente occorre guardarsi indietro, soprattutto in politica: eravamo a cavallo tra la fine dell’anno 2014 e l’inizio del 2015 e, come un fulmine a ciel sereno, il sito di informazioni on line “GiornaleSM” dava notizia, corredata di video e di esplicito sonoro, di una riunione avvenuta in pizzeria tra un gruppetto di aderenti al P.S. con un signore di cognome Carrirolo, nel periodo delle Elezioni Politiche Generali del 2012.

Il tema della chiacchierata era la tentata compra/vendita di voti. L’interlocutore del “gruppetto” di politici affermava di avere a disposizione circa un centinaio di voti, in cambio dei quali chiedeva però il Consolato di San Marino in Libia. Dell’allegra brigata facevano parte tre giovani socialisti di belle speranze guidate dal “capo”, tra i quali anche colui il quale, dopo queste gesta, fu riconfermato Segretario del Partito Socialista senza aggettivi, Partito voluto soprattutto dall’allora Nuovo Partito Socialista assieme alla formazione guidata da Paride Andreoli.

Tornando a quanto successo in pizzeria c’è da ricordare che i politici presenti capirono subito che garantire il Consolato in Libia sarebbe stato per loro particolarmente complicato e allora, dal coro delle voci bianche, se ne levò una rivolta all’interlocutore che diceva chiaramente “chiedi 100 euro a voto”. Di chi era quella voce? Facile capirlo! Però, aggiunse un altro, “Siccome facciamo una cosa scientifica, abbiamo bisogno anche di una indicazione a chi vengono dati come biglietti…ce li ho in macchina se vuoi…con i nostri numeri già scritti 20 -15 – 37 – 20 – 15 – 37 – 20 – 15….”.,  Poi arrivò la pizza, il discorso si interruppe e il “capo” tagliò il discorso con un perentorio “Ci penso io!”.

La pubblicazione di quel video fece ovviamente molto scalpore, ma nel Partito di cui allora ero Presidente, cadde un assordante silenzio. Nessuno si fece vivo, bocche cucite e nessuna telefonata. Dopo alcuni giorni, in cui la stampa si sbizzarrì a scrivere con inevitabile ricaduta negativa sul Partito, finalmente raggiungemmo l’intesa di riunire gli organismi interni.

La sera della riunione il clima era molto teso e il Segretario fece una lunga relazione sull’accaduto e si dimise, ma anziché fornire delle plausibili giustificazioni, parlò di una goliardata, assieme agli altri soci: Il numero 20 – il numero 15 e il numero 37, si lamentarono per il fatto che il Presidente, cioè io, non avevo espresso loro nessuna solidarietà. Pensai tra di me: E ci mancherebbe altro! Anche se, è giusto dirlo, il Tribunale archiviò la pratica con  una sentenza che, credo, farà davvero giurisprudenza rispetto alla vigente legge sul voto di scambio. E le conclusioni della Commissione d’Inchiesta votata all’unanimità dal Consiglio Grande e Generale, che ha rivelato intrecci tra politica, imprenditoria e giudici, rafforza questa mia convinzione.

Seguirono pochissimi e scialbi interventi fatti con lo stampino e per il resto fu una passerella desolante. Ricordo che chiusi la riunione dicendo che avrei avuto molte cose da dire ma per rispetto del gesto compiuto dal Segretario, rinviavo ad altro momento. Attesi qualche giorno eppoi il 12 gennaio 2015, di fronte all’atteggiamento del Comitato di Direzione, inviai una lettera con la quale annunciavo le mie dimissioni da Presidente del Partito e tra le altre cose scrivevo: “…Le lezioni del recente passato non sono servite. Il Partito Socialista senza aggettivi si è rivelato deludente e il tempo, passato per tutti, pare non avere insegnato niente. Sono rimasto negativamente colpito da quanto è stato reso pubblico ed ho potuto vedere in questi ultimi tempi su varie testate giornalistiche, riguardanti alcuni esponenti del P.S. colti a svolgere attività elettorali davvero poco edificanti. E ancor più imbarazzo mi hanno procurato le giustificazioni addotte dai giovani protagonisti che, pensare, avrebbero dovuto rappresentare in qualche modo le nostre speranze future. Ho riflettuto molto prima di assumere decisioni per me molto dolorose, ma così come in passato ho rifiutato un certo modo di fare politica, oggi non posso fare a meno di prendere atto che il Partito Socialista senza aggettivi che avevo sognato non è purtroppo quello che presiedo.”

Il resto della storia la conoscete tutti. Inutile dire che nel Partito, ancora una volta, scelsero le persone rivelatesi sbagliate. Il Partito si è sgretolato, ha perso di credibilità è stato ridotto ai minimi termini, è stato usato per fini puramente personali ed ora si è reso necessario riorganizzarlo, perché la storia del Partito Socialista non può davvero fermarsi di fronte alle umane miserie.

Tutto questo però, se letto con attenzione, credo possa far meglio comprendere anche l’attuale momento e gli accadimenti di queste ultime settimane che hanno occupato le prime pagine di cronaca politica a San Marino.

Augusto Casali