San Marino. L’ASTROLABIO – “Accordo U.E. Avanti tutta, in ordine sparso” … di Augusto Casali

Anche se in molti, di fronte alla richiesta di ben due Referendum giacenti davanti al Collegio dei Garanti, il quale deve esprimersi sull’ammissibilità, i toni si sono abbassati e le argomentazioni dei fans dell’Accordo U.E. sono mutate.

Ricordate? Fino a poche settimane fa il dibattito verteva sul fatto che il Referendum non si potesse celebrare sui trattati internazionali. Oggi, questo non si sente più dire. Oggi si dice: aspettiamo il giudizio dei Garanti. Già, perché se per caso uno dei quesiti referendari fosse ammesso? Sai che figura? Allora, molto meglio stare dalla parte del sicuro. E già questo atteggiamento, a mio avviso la dice lunga.

L’ex Segretario di Stato Augusto Casali

L’altra cosa curiosa, ribadita anche in recenti dibattiti televisivi e non, naturalmente parlo di quei dibattiti un po’ paludati, in cui quasi tutti i partecipanti sono favorevoli all’Accordo U.E.  e che potrebbero essere denominati “Uno contro tutti”, tutti, ma dico proprio tutti, anche quelli che hanno cambiato posizione da un mese all’altro, a seconda della partecipazione o meno al Governo, sono favorevoli rispetto allo strumento del Referendum. Tanto è vero che i telespettatori si chiederanno: ma se sono tutti d’accordo sulla valenza del referendum come strumento democratico che permette ai cittadini di esprimersi in modo diretto, perché discutono?

In effetti vedere questi rappresentanti delle forze politiche, tutti compresi a recitare la parte di coloro i quali la sanno uno più lunga dell’altro, non parliamo dei semplici cittadini che “non hanno letto quanto concordato nel negoziato”, disorienta chi ascolta, il quale percepisce una forte contraddizione in termini nell’atteggiamento dei protagonisti, che da una parte incensano il Referendum e dall’altro lo osteggiano in tutti i modi.

Poi, all’improvviso, la parola viene concessa all’unico rappresentante politico che davvero ha letto quanto è scritto nell’ipotesi di Accordo, il quale, dalla sua povera posizione di ‘Calimero brutto e nero’, dice che dovranno essere recepite norme che muteranno sostanzialmente il volto della Repubblica da vari punti di vista: dall’Ordinamento giuridico, all’economia, alla burocrazia, alla finanza, ecc. ecc., e che per questo motivo il Referendum è necessario per coinvolgere i sammarinesi, ed è in questo preciso momento che Il castello di carta faticosamente costruito dagli altri  presenti si affloscia su sé stesso.

La maschera cade e gli inciuci politici emergono con chiarezza. D’altronde non si può sostenere che il Referendum è la massima espressione della democrazia e poi lo si nega perché larga parte del Consiglio Grande e Generale sarebbe d’accordo con l’operato fin qui svolto in merito all’Associazione U.E.

 Il tema è troppo importante per tutti i sammarinesi e la nostra Repubblica, per quanto piccola, non finisce nel perimetro del Pubblico Palazzo e i Consiglieri che lo abitano non sono i padroni, sono semplicemente stati messi nel Palazzo per fare gli interessi generali e quando ci sono in ballo gli interessi generali occorre un bagno di umiltà e, a volte, occorre farsi da parte per dare spazio alla democrazia diretta, al popolo, che, adeguatamente informato, sceglierà liberamente, a maggioranza, il proprio destino.  

Perché alla fine poi di questo si tratta, di fare votare i cittadini che ne hanno diritto in una Repubblica dalla lunga storia come la nostra, che ha combattuto epiche battaglie  con i suoi personaggi, donne e uomini, più coraggiosi, i quali hanno lottato per sconfiggere le oligarchie che condizionavano il potere.

Quindi si tratta semplicemente di favorire la democrazia. E allora dov’è il dramma? Perché deve nascere uno scontro su questo? 

Si dice che il popolo non è sufficientemente informato, lo dicono anche le forze politiche di Governo e lo dicono anche altri da tempo. Ma se dopo 10 anni di trattative, i sammarinesi non sono informati, di chi è la mancanza?  Dei cittadini o delle forze che si sono succedute alla guida del Governo in questi ultimi due lustri, le quali hanno tenuto nascosto il contenuto della trattativa? Di fronte ad un tema di questa portata non c’è santo che tenga: o si è favorevoli o si è contrari alla celebrazione di un Referendum. L’arrampicamento sugli specchi per giustificare la negazione del Referendum è tremendamente debole, perché non si può dirsi sperticatamente favorevoli allo strumento del Referendum, così come si dice nelle dichiarazioni pubbliche, e poi, sull’Accordo di Associazione all’U.E., si è contrari alla celebrazione del medesimo. Non si può. E’ patetico e dimostra in modo tangibile la debolezza degli argomenti a sostegno di una posizione davvero difficile da spiegare ai cittadini.

In più mettiamoci che la stessa Unione Europea non aiuta i sostenitori dell’Accordo, grazie all’irrilevanza dimostrata nell’attuale momento storico e alle posizioni di taluni paesi, fortunatamente divisive, rispetto alla guerra che, in prospettiva, per l’Europa sarebbe inevitabilmente devastante.  

Credo che, pur non volendo entrare nelle dinamiche del Collegio dei Garanti, lo stesso non possa non tenere anche conto, e lo dico da ex Segretario di Stato alla Giustizia, della posta in gioco per questo lembo di Terra per la cui sovranità ed indipendenza tanti illuminati concittadini si sono adoperati nel passato più o meno recente.

Augusto Casali