L’insistenza di coloro i quali ormai da anni sostengono la necessità di un Referendum sull’esito del negoziato relativo all’Accordo di Associazione prima che venga ratificato, e quindi assuma lo status di accordo internazionale, e le reazioni scaturite dai sammarinesi, in particolare sui social, hanno indotto i manovratori a scendere in campo. La tattica del silenzio, attuata scientificamente per anni, è crollata e, diciamola tutta, l’intervento delle truppe cammellate si è reso necessario per attutire le incredibili dichiarazioni rilasciate dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri che hanno sbalordito i più.

Infatti, in due precise e diverse circostanze, il responsabile della politica estera sammarinese ha dichiarato che l’accordo di associazione U.E. è complicato e che non è facile da spiegare ai sammarinesi, evidentemente neppure da parte di chi ha guidato il negoziato stesso. Quindi, gli elettori non sarebbero in grado di votare in un referendum oggi, in quanto non consapevoli e quindi il Referendum potrebbe essere previsto fra 3 o 5 anni, così da potere prendere coscienza di come andranno le cose, così tutti saranno consapevoli. Se questo ragionamento avesse un minimo di fondamento, allora il Referendum potrebbe essere acceso tra 10 anni, così tutti saremo più consapevoli dei danni eventualmente prodotti. Solo che chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati 3, 5, o 10 anni prima, è una bizzarra idea davvero un tantino ridicola.
Questi concetti sono stati espressi in una intervista ad un giornalista andorrano e qualche giorno dopo ribadite nel corso della riunione della commissione mista allargata, ed hanno avuto – non poteva essere diversamente – una eco rilevante in tutto il Paese.
In un primo momento, il Segretario Agli Esteri ha cercato di minimizzare e di dire che c’era in atto una strumentalizzazione, ma, purtroppo per lui, le sue parole sono impresse nero su bianco nell’intervista, (e sarebbe sufficiente leggere il giornale) e addirittura sono registrate per quel che riguarda la Commissione Mista (e sarebbe sufficiente ascoltarle).
Ma la cosa più significativa, forse ai più è sfuggita, è che nessuno ha espresso solidarietà immediata al protagonista delle dichiarazioni; poi però, forse resisi conto della piega che le cose stavano prendendo, è dovuto scendere in campo il partito di appartenenza del Segretario Beccari, e subito dopo, neanche a dirlo, lo hanno seguito i partiti di maggioranza. E, in assenza di argomentazioni concrete, è scattata la fiera della retorica. Le frasi fatte, gli slogan e le ovvietà si sono sprecate nel tentativo di fare chi la sparava più grossa e, alla fine, la pezza è stata davvero peggio del buco. Di certo i cittadini non si devono essere sentiti più tranquilli, anzi!
In pratica, nessuna spiegazione è stata fornita e i sammarinesi, ne sanno quanto prima. E’ stato pomposamente detto che “L’Accordo è semplicemente pro-San Marino”, però non ci hanno spiegato perché, quindi bisogna avere semplicemente fede. “Stiamo entrando nello status più importante del secolo”, ottimo, ma in pratica che cosa vuol dire? Boh!?; e poi ancora: “L’accordo con l’U.E. è una opportunità per consolidare la posizione di San Marino a livello internazionale”, accidenti, ma San Marino non ha alle spalle, se non ricordo male, una storia di 1724 anni? Come hanno fatto a sopravvivere fino ad oggi? E poi, soprattutto, che cosa vuol dire questo roboante discorso in soldoni? Spiegatelo per favore, se no è aria fritta! E ancora: “L’accordo di associazione U,E, è una opportunità concreta per il futuro”, perfetto! Se ci spiegaste anche come e perché, sarebbe davvero straordinario. “Si entra nel mercato comunitario, composto da oltre 400 milioni di persone.” Sembra persino incredibile, ma che cosa si va a fare in quel mare magnum? Quali sono i vantaggi di una entità di 34.000 abitanti in un mercato di 400 milioni di persone, dominato da lobby, multinazionali, grandi industrie e banche? Lo si spieghi dettagliatamente ai sammarinesi, altrimenti rimane un concetto monco. E infine: “San Marino non può stare fermo, deve andare avanti verso il nuovo”, d’accordo, ma non a tutti i costi, in quanto se davanti c’è un muro di cemento armato, ci si può far male., questo lo capisce anche un bimbino.
Spiegare ai cittadini nella trasparenza è un esercizio che si sarebbe dovuto fare già da tempo, ma non si può continuare a tenere tutto nascosto e decidere sulla testa di coloro i quali ne subiranno tutti gli effetti per molti anni a venire.
Ho l’impressione che i fautori dell’accordo UE non sappiano spiegare nulla in termini comprensibili perché sembrano essere generalmente abbastanza disinformati e quindi c’è del vero, in parte, nell’ammissione fatta dal Segretario di Stato agli Affari Esteri, quando dice che è difficile spiegare che cosa c’è scritto nel negoziato.
Ma a questo punto della vicenda, il problema è un altro e non ci si può più trincerare dietro chiacchiere vuote che nulla cambiano e nulla chiariscono. Il nostro ordinamento prevede lo strumento del Referendum, forma di democrazia diretta. La Carta dei Diritti Sammarinese dichiara che la sovranità di San Marino sta nel popolo, e la si esercita in modo rappresentativo e se necessario, in modo diretto. Il problema che sta davanti alle forze politiche è dunque semplice: dicano con chiarezza se sono perché i cittadini possano esprimersi su di un tema di vitale importanza come il negoziato UE, oppure se i cittadini non debbano essere coinvolti e debbano supinamente subire le decisioni di qualche decina di Consiglieri.
Il quesito è semplice: Referendum sì o Referendum no? Democrazia sì o democrazia no! Tutto il resto è solo rumore di fondo. Personalmente sapete come la penso: I cittadini hanno, in questo caso, il diritto e il dovere di esprimersi, quindi democrazia sì!
Poi, qualunque sarà il risultato, tutti si adegueranno al volere della maggioranza degli elettori; sembra che a qualcuno dispiaccia, ma questa, appunto, si chiama democrazia, ovvero un sistema pieno di difetti, che però non ne conosce ancora uno migliore!
Augusto Casali