Per noi, popolo bue, Andorra è una miniera di notizie che da parte dei nostri governanti non avremmo mai avuto, specialmente dall’entourage della Segreteria di Stato Affari Esteri.
Qualche settimana addietro “Il Giornale.sm” riportava l’intervista dell’Ambasciatore di Andorra rilasciata ad un organo di informazione andorrano, con la quale siamo venuti a conoscenza del fatto che l’Italia aveva avanzato riserve sulla sorveglianza finanziaria. Tanto e vero che il Governo dovette, suo malgrado, intervenire per tentare di spiegare e addirittura in ampia delegazione per essere auditi, presso la Camera dei Deputati italiani, attraverso esposizioni a volte, purtroppo, un tantino imbarazzanti.
E’ di questi giorni la notizia, rilanciata sempre da “Giornale.sm”, secondo cui il giornalista Joel Picòn del quotidiano ARA Andorra ha detto che la Francia avrebbe ribadito l’intenzione di classificare gli accordi con Andorra e San Marino, come “accordi misti” e non come trattati di esclusiva competenza della Commissione U.E.
Ciò significa, se la notizia sarà confermata, che scatterebbe l’obbligo di ratifica dell’accordo da parte di tutti i parlamentari nazionali e regionali dei 27 Stati membri, la qual cosa richiederebbe tempi lunghi, poco consoni, secondo quanto dichiarato dal Segretario Affari Esteri negli organismi istituzionali sammarinesi, il quale, ha auspicato, tempi brevi per la ratifica.
Una cosa è certa: per la seconda volta nel giro di un mese i sammarinesi sono venuti a conoscenza di questioni che riguardano l’esito del negoziato, top secret con l’U.E., anziché essere informati dai responsabili politicamente competenti della materia. E questo, di certo, non è un segnale tranquillizzante per nessuno.
Nonostante siano stati impegnati anni nel negoziato con L’Unione Europea e coinvolti almeno tre o quattro degli ultimi governi sammarinesi, ed essendosi concluso il negoziato da oltre un anno, ora viene fuori che ancora nessuno sa con esattezza quale sia la classificazione giuridica del negoziato. Mi viene da chiedere: ma i nostri negoziatori che cosa hanno negoziato fino ad un anno fa, se ancora oggi non è dato di sapere quale sarà l’iter che lo stesso deve seguire per giungere alla sua conclusione?
Lo stato attuale delle cose è il seguente: il negoziato è stato portato avanti senza la dovuta informazione verso i cittadini in corso d’opera; di conseguenza la gran parte del popolo sammarinese conosce poco o nulla del suo contenuto; l’Italia ha avanzato eccezioni sulla vigilanza finanziaria, infatti, è necessario un documento aggiuntivo e chiarificatore, il cui contenuto. allo stato attuale., nessuno conosce; la Francia chiede la classificazione degli accordi con Andorra e San Marino. quali “accordi misti”, per cui l’iter giuridico del negoziato, concluso in gran pompa magna più di un anno fa, non è ancora chiaro e definito.
Il Liechtenstein si è sfilato immediatamente dal negoziato, Monaco lo ha fatto poco dopo, forte dell’accordo con la Francia, Andorra è arrivato fino in fondo ma ha già da tempo annunciato un referendum, che ora è rinviato a tempo indeterminato proprio in attesa che la questione giuridica venga chiarita. San Marino imperterrito, a testa bassa, continua il suo cammino, come se nulla fosse successo, con l’aggravante che di Referendum non ne parla più da mesi e la sensazione sempre più netta è non ci pensi neppure lontanamente. Anzi il sogno di qualcuno è che il negoziato venga ratificato da organismi comunitari così da farlo divenire operativo da subito, rendendo, in tal modo, ancor più difficile celebrare a San Marino un referendum. Oppure, altri, pensano ad un referendum a scoppio ritardato, da celebrarsi due anni dopo l’entrata in vigore dell’Accordo, con il rischio di dover constatare la beffa dopo il danno.
La materia è talmente importante che, nonostante vi siano molte orecchie da mercante in giro, il Referendum sul proprio futuro e sulle future generazioni, in una democrazia compiuta, rimane un sacrosanto diritto che non può essere negato ai cittadini di questa millenaria Repubblica, i quali, liberamente sceglieranno la strada da seguire.
Negare questo diritto, soprattutto per coloro i quali ad ogni piè sospinto si proclamano paladini del popolo, diventerebbe una responsabilità enorme, il cui peso diverrà, nel tempo, insostenibile per chiunque.
Augusto Casali
