San Marino. L’ASTROLABIO – “Attenti al lupo!” … di Augusto Casali

Augusto Casali

La così detta relazione Bevere, capo consulente della nutrita schiera di consulenti assoldati per la bisogna e uomo di fiducia del Segretario alla Sanità, era assai attesa, se non altro per le alte aspettative annunciate con l’obiettivo di fotografare la situazione esistente, razionalizzare la spesa sanitaria, individuare gli interventi da svolgere, rafforzare i rapporti con l’estero e in particolare con l’Italia, ecc. ecc.

La relazione di colui il quale dal 1° febbraio, se ho capito bene, dovrebbe divenire il nuovo Direttore Generale dell’ISS, si è però limitata a solenni enunciazioni che tali rimangono e che tutto o nulla nella sostanza potrebbero voler dire.

Semplificando al massimo personalmente ho capito che occorreranno comunque interventi strutturali, dotazione di nuove macchine tecnologicamente avanzate e conseguentemente personale adeguato a far funzionare meglio le cose, soprattutto nella medicina di base. Nella sostanza le stesse cose a più riprese richieste attraverso varie relazioni dai responsabili di settore ma, purtroppo, sempre rimaste lettera morta dal punto di vista della concretezza e della politica.

Ovviamente per fare tutto quello che viene enunciato nella relazione Bevere occorreranno soldi, molti soldi, cosa che mal si addice al momento storico dato che il nostro bilancio è attualmente alle prese con non poche difficoltà. Eppure lo stesso Bevere ha molto legato il contenuto della sua relazione al nuovo ospedale, per il quale si è detto essere venuto a San Marino. E qua il discorso si fa interessante. Infatti chi può essere contrario ad un nuovo, bello, moderno, funzionale, ospedale? Nessuno, credo. Ma dove si trovano le risorse finanziarie per creare il nuovo e accogliente ospedale? 

Forse, prima di pensare al nuovo e sicuramente più dispendioso ospedale sarebbe il caso di fare funzionare meglio quello esistente, recependo il disagio generale avvertito dai cittadini, i quali si trovano dinnanzi ad un sistema iper burocratizzato e non in un sistema adeguato alla piccolezza di un micro Stato come San Marino. Le prestazioni di medici ed infermieri, che soprattutto in questa fase pandemica hanno dato tanto al Paese, sono sempre state e continuano ad essere caratterizzate da competenza ed umanità, ma è tutto il resto che zoppica e si ripercuote sull’intero sistema. 

E allora cos’è questa improvvisa attenzione per il nuovo ospedale, quando di lavoro ce ne sarebbe tanto da fare nel vecchio? Non vorrei che emergesse prepotentemente l’esigenza di cambiamento radicale del sistema sanitario sammarinese, per il quale occorrerebbero denari che lo Stato non possiede al momento e quindi dovesse divenire inevitabile coinvolgere il privato, il quale difficilmente sarà ispirato da sentimenti di beneficenza.

Ve lo immaginate allora quanti lupi famelici e qualche vecchia volpe, si aggireranno attorno al sogno del nuovo ospedale? Non a caso si è avuto notizia, già oggi, di riunioni, se non carbonare, sicuramente riservate per parlare proprio del nuovo ospedale.

Io credo che il sistema sanitario sammarinese, solidaristico, universalistico e pubblico, nato con le decisioni del Governo di San Marino nel 1955 e approvato per acclamazione del Consiglio Grande e Generale, debba essere preservato gelosamente anche per il futuro in quanto bene di inestimabile valore per ogni cittadino. Certamente da allora sono passati oltre sessant’anni e quindi tutto va rapportato all’attualità, ma il sistema universalistico non può e non deve essere messo in discussione.

La sanità privata può sicuramente essere di supporto alla sanità pubblica attraverso opportune convenzioni al fine di garantire i servizi necessari, ma il tutto deve avvenire attraverso il controllo dello Stato di San Marino, che deve rimanere, attraverso la sua organizzazione, l’interlocutore di ogni singolo cittadino sammarinese. 

E allora non sarebbe più di buon senso prendere atto che l’aver scopiazzato per anni il sistema italiano, pensato per una popolazione di 60 milioni di persone, non è stato positivo per la Repubblica di San Marino che conta oggi 34.000 abitanti? Salta agli occhi di chiunque che le esigenze tra due realtà così diverse non possano essere le stesse.

Sarebbe allora opportuno cambiare davvero e tornare ad un progetto dimensionato alla nostra piccola realtà, abbandonando sindromi elefantiache e rimanendo con i piedini un po’ più per terra; cercando di immedesimarsi di più nelle reali, concrete esigenze dei sammarinesi, eliminando la presenza della politica dalla sanità e affidando nuovamente la responsabilità gestionale ai singoli primari e direttori della varie unità operative.

Se si vogliono davvero migliorare le cose nella nostra piccola comunità non credo dovrebbe essere difficilissimo o impossibile. Probabilmente è meno complesso di quel che si creda, se c’è volontà vera.

Penultima considerazione: Se si vogliono trovare dei bersagli in particolare da colpire, come mi pare si stia facendo maldestramente, attenti, perchè ho l’impressione che sia partito l’effetto boomerang nei confronti del responsabile politico.

Ultima considerazione: Attenti al lupo!