Sempre più spesso sentiamo parlare di globalizzazione, di tecnologia, di modernità e siamo coinvolti dagli specchietti per allodole, pilotati da chi guida i media: stampa, TV, Internet, social, anche se, fortunatamente, qualche eccezione c’è, ed è possibile essere più indipendenti nell’analisi delle cose. Ma è difficile perché siamo quotidianamente bombardati da notizie che portano al pensiero unico, tanto di moda in quest’ultimo periodo storico, anche nel nostro Paese.
Non credo che al giorno d’oggi ci sia chi mette in discussione la valenza dell’iniziativa privata, ma io penso che la visione socialdemocratica della società sia ancora oggi la migliore possibile. Infatti, a proposito di liberalizzazione commerciale e flussi di capitali fra paesi, questi dovrebbero sottostare a regole ben precise e uguali per tutti e non divenire, così com’è stato l’orientamento di questi ultimi decenni, selvaggi, pena, da parte della politica della perdita del suo primato a favore dell’economia e dei così detti poteri forti esattamente come nel mondo è accaduto.
Se è vero che nella liberalizzazione molti economisti vedono aumentate le possibilità di crescita e di prosperità, comincia a farsi largo anche una diffusa preoccupazione circa il fatto che tali benefici siano principalmente per i ricchi e rimangano, più o meno, preclusi ai poveri. Quindi ci si chiede sempre più spesso quali siano i nessi tra globalizzazione e povertà.
Vari studi eseguiti tra il 2021 e il 2024, ci dicono che le disuguaglianze globali sono giunte ai massimi storici. La Banca Mondiale ha asserito che circa 700 milioni di persone vivono in povertà estrema, subiscono la violazione della dignità personale e vivono in uno stato di insicurezza, solitudine, esclusione, vulnerabilità, spesso senza neppure l’accesso all’acqua potabile. 333 milioni di BAMBINI vivono in queste condizioni.
In Europa 94, 6 milioni di persone vivono sulla soglia della povertà. EUNEUW asserisce che un cittadino su cinque è a rischio di povertà.
In Italia sono 2.800.000 le FAMIGLIE sotto la soglia della povertà, di cui 1.290,000 BAMBINI, pari al 13,8% sul totale dei minori.
A San Marino non ho trovato studi specifici, ma essendo il nostro territorio completamente inserito nella Penisola Italiana, temo che percentualmente le cose non si discostino troppo dall’Italia. C’è comunque un rapporto della Caritas Italiana, relativo al 2023, che, per quel che riguarda San Marino, afferma che la Caritas aiuta 87 famiglie sammarinesi, equivalenti a 215 persone e che ogni mese 47 famiglie, equivalenti a 150 persone, si recano regolarmente ogni mese presso la Caritas.
Ed infine, 1,7 Miliardi di lavoratori vivono in paesi in cui l’inflazione supera l’incremento medio dei salari, mentre l’1% della popolazione mondiale detiene il 63% dell’incremento della ricchezza, con un aumento del 9% sulla precedente stima, mentre al resto della popolazione, cioè il 99%, rimane il 37% dell’incremento della ricchezza. Quindi, in sintesi, possiamo dire che i ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sono sempre più poveri e numerosi e la borghesia si sta gradualmente impoverendo. Non so come la pensiate, ma secondo voi, va bene una situazione di questo tipo?
Non è una domanda retorica, ma è una domanda riferita alla mente, al cuore e alla coscienza di ognuno che avrà avuto la costanza di leggermi fino a questo punto e ritengo che sia anche una domanda di attualità politica, visto che sta tornando d’attualità l’idea di un avvicinamento delle forze politiche sammarinesi socialiste, riformiste, di sinistra.
Ecco, queste forze, a mio avviso, devono partire non dalle formule o da eventuali frenesie egemoniche, ma bensì dalle cose da fare nell’interesse del Paese, con una predisposizione a seguire i più deboli e vulnerabili, così come insegnano i dettami fondativi socialisti, riformisti, di sinistra. Viceversa, se ci si lascia incantare dalle sirene economiche, dalle lobby affaristiche, così come purtroppo è successo anche in un recente passato, sarà l’ennesimo buco nell’acqua e i principi, i valori fondanti di quei partiti, saranno ancora una volta traditi e si diventerà complici della liberalizzazione selvaggia e della definitiva abdicazione della politica al potere finanziario che continuerà a rendere i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.