Nei giorni scorsi si è svolta la Commissione Consiliare Sanità, in cui, secondo alcuni, sarebbero stati presentati dal Direttore Generale Bevere e dal Comitato Esecutivo dell’ISS, fatti e documenti che proverebbero il pressapochismo con cui dal 2017 al 2019 è stata gestita la sanità sammarinese.
Quindi tutto quanto non funziona nella sanità sarebbe da imputarsi a ciò che non è stato fatto in quei due anni. A dire il vero a me pare che alcune carenze, richieste di interventi sulle strutture sanitarie e sulla sicurezza, fossero ampiamente presenti in diverse relazioni dei vari Direttori.
Invece si è riunita la Commissione istituzionalmente competente e scomodato il super consulente per dirci tutto quello che si sapeva già. E per confermare, forse inconsapevolmente, che comunque nell’anno trascorso, nell’era del super consulente venuto dalla Calabria, contornato a sua volta di consulenti che insieme costano a tutti noi un botto di quattrini pubblici, che non è cambiato praticamente niente: quelli erano i problemi ieri e quelli rimangono i problemi oggi.
Quel che è certo è che i problemi ci sono e se ci sono ci saranno anche responsabilità precise, che io penso siano diffuse, ma principalmente siano politiche e dipendano dalla inadeguatezza di ricoprire ruoli che un minimo di competenza la richiederebbero.
Occorrerebbe davvero un bel confronto ad armi pari per analizzare una situazione che rischia di compromettere una delle conquiste sammarinesi più importanti e fondamentali sul piano sociale. Io credo che sarebbe ora di ripensare l’intera organizzazione della sanità sammarinese, perché non mi spiego come mai venti anni fa tutto funzionava meglio e oggi invece non funziona più.
Non capisco perché se vado in una farmacia trovo sempre code e prima invece i tempi di attesa erano minimi;
non capisco perché in un ambulatorio, oltre alla solita coda, difficilmente possa parlare con un medico ed invece prima c’era il medico di famiglia che ti riceveva e ti ascoltava;
non capisco perché la burocrazia stupida abbia invaso anche la sanità sammarinese creando problemi, a volte incomprensibili, ai pazienti, soprattutto ai più anziani;
non capisco perché le attività ambulatoriali e ospedaliere debbano essere organizzate da burocrati politicizzati, mentre un tempo erano i Direttori delle Unità Operative e i Primari, cioè coloro i quali sono tutti i giorni in prima linea, a dettare le regole del gioco;
non capisco perché, nonostante i Direttori Generali si succedano, i super consulenti si succedano, i consulenti dei super consulenti si succedano, non migliora mai nulla.
Non capisco perché, nonostante negli ultimi 10 anni la popolazione sia aumentata solo di duemila persone circa, oggi le cose si siano così complicate e deteriorate rispetto a ieri.
Le chiacchiere invece, quelle rimangono, più che debordanti che mai.
Forse sarebbe ora di smetterla di mutuare un sistema pensato per la realtà italiana che è ben diversa dalla nostra e che ci si concentrasse sulle esigenze di una popolazione di 34.000 abitanti, compresi neonati e adolescenti, dove esiste un unico Ospedale e uniche Unità Operative Specialistiche.
E naturalmente affermo questo ben conscio del fatto che, nonostante le responsabilità politiche, il personale medico e paramedico sta mantenendo in piedi la sanità sammarinese, grazie ad un’opera meritoria e appassionata.
Forse, anziché sprecare fiumi di parole sugli ultimi ritrovati della tecnologia in campo sanitario, sarebbe molto meglio cercare di fare funzionare il nostro vecchio, unico Ospedale e si facesse di tutto affinchè il sistema sanitario universale sammarinese fosse salvaguardato, tutelato e valorizzato, invece di svilirlo e depotenziarlo giorno dopo giorno, facendo pagare ai sammarinesi un prezzo davvero troppo alto.
Sono comprensibili i peana osannati di taluni settori della maggioranza, ma non esageriamo: c’è un limite a tutto!
Augusto Casali