Faccio un brevissimo preambolo: sono molto affezionato al mio Paese e non lo cambierei con nessun’altro posto al mondo. Però non posso dire che anche a San Marino non ci siano problemi da risolvere e che, purtroppo, si stia gradualmente, giorno dopo giorno, stemprando quel forte fattore identitario che è sempre stato un punto di riferimento irrinunciabile, almeno fino a qualche tempo fa.

Per questa nostra geograficamente piccola Repubblica la politica estera è sempre stata un faro. E’ sufficiente ricordare tempi ormai molto lontani da noi, ma fondamentali poi per il futuro della Repubblica di San Marino. Ad esempio I patti di Fossombrone, ovvero i Trattati tra San Marino e lo Stato Pontificio del 1463, avvenuti a seguito della guerra con i Signori Malatesta di Rimini; o quando, nel 1797, Napoleone, calato con le sue truppe in Romagna, riconobbe l’indipendenza e la sovranità della Repubblica di San Marino. Ma saltando questi due episodi storici fondamentali per il nostro Paese e la sua sopravvivenza, possiamo tranquillamente giungere quasi ai giorni nostri e renderci conto di come, in un mondo in cui la potenza e la micidialità delle armi ha preso il sopravvento e la deterrenza sembra essere l’unico freno, la diplomazia e la neutralità di San Marino siano state in grado di preservare la nostra Repubblica fino ad oggi.
Passando per il 1939, quando fu firmata la Convenzione di amicizia e buon vicinato tra Italia e San Marino, divenuta la base dell’antico rapporto tra i due Paesi. Facciamo un altro balzo nel tempo e giungiamo a 53 anni fa: era il 1971 quando San Marino firmò con l’Italia l’Accordo di buon vicinato. In pratica un accordo aggiuntivo alla Convenzione del 1939 e una nuova Convenzione Monetaria, che andavano ad aggiornare le relazione tra i due Stati, consolidando soprattutto il riconoscimento reciproco della sovranità, che per San Marino faceva cessare la condizione di amicizia protettrice.
Ma veniamo ancora più vicino a noi: 1983, vengono ufficialmente aperte le relazioni con l’Unione Europea e nel 1991, nel bel mezzo dell’era che oggi viene definita, in senso dispregiativo, la “vecchia politica”, viene stipulato con l’U.E. l’Accordo Doganale e la Cooperazione Fiscale, da cui poi sono scaturiti tutti i conseguenti aggiornamenti e ulteriori protocolli, tra i quali la Convenzione Monetaria nel 2000.
Sul piano degli accordi bilaterali internazionali, San Marino può contare su una fitta rete di intese, soprattutto e per ovvie ragioni, con Italia e U.E., anche se, a tutt’oggi, può contare rapporti diplomatici e accordi complessivi con oltre 150 paesi. Ecco, questa è la fotografia molto sintetica dei fatti. Poi è arrivata la “nuova politica”, la nuova classe dirigente del Paese. I “vecchi” non esercitano più il potere ormai da diversi lustri, ma è davvero arduo affermare che oggi i sammarinesi abbiano meno problemi di ieri e stiano meglio.
La politica estera di questi ultimi lustri si è rivelata monocorde, tutta prona a perseguire un unico obiettivo: l’Accordo di Associazione all’U.E., nel nome del quale, forse neppure ce lo avranno richiesto, è stata gettata alle ortiche la nostra neutralità e si è aderito alle sanzioni nei confronti di quella stessa Russia che solo qualche anno prima ci aveva mandato i vaccini per salvare delle vite durante la pandemia di Covid, mentre l’Europa si gingillava e dall’Italia i vaccini a San Marino non arrivavano.
Con l’Accordo di Associazione U.E. si è tentato di scavalcare l’Italia e, ovviamente, l’Italia ci ha bloccato con l’Addendum all’accordo e non darà via libera fino a quando San Marino non firmerà il Memorandum con Bankitalia; sul piano internazionale abbiamo dovuto constatare strappi importanti rispetto alle posizioni italiane, che non necessariamente devono collimare, ma forse, un miglior coordinamento doveva essere possibile visto che si tratta di due stati, uno dei quali posta i suoi confini dentro il territorio dell’altro. Insomma, diplomazia zero.
La strada degli accordi bilaterali pare essere abbandonata perché c’è un solo, unico obiettivo da raggiungere, L’Accordo di Associazione UE che, secondo il Capo della diplomazia sammarinese pro tempore, risolverà come d’incanto tutti i nostri problemi. Però, al tempo stesso, spiega poco o nulla dell’Accordo, tanto “i sammarinesi non capiscono” e assolutamente non vuole che si parli di Referendum, non vuole che i sammarinesi, i cittadini, gli elettori si esprimano. Un atteggiamento arrogante, supponente, per nulla politico, in cui sta trascinando l’intero Governo. In democrazia non si è mai visto un governo che ha paura del giudizio dei cittadini su di un tema così importante per la vita di tutti i sammarinesi. Un Governo veramente vicino al popolo dovrebbe sentirsi in dovere di essere confortato dalla partecipazione popolare, onde evitare di compiere disastri sulla testa dei cittadini. Invece qua ci vogliono portare a tutti i costi al rispetto delle leggi dell’Unione Europea senza neppure entrarci dentro, rimanendo fuori dalla porta.
Ma, a pensarci bene, il nostro è un gran Paese, dove si mortificano gli strumenti democratici, ma si trova il tempo per parlare di “SAN MARINO E L’ORDINE MONDIALE IN TRASFORMAZIONE”, a cui era d’obbligo, visto che si parla di futuro, invitare il Segretario di Stato agli Affari Esteri, reduce, guarda caso, proprio dal 32° Consiglio ministeriale dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, che è caduto nel 50° anniversario della firma dell’atto di Helsinki, a proposito, ricollegandomi a quanto sopra detto, San Marino partecipò alla firma anche quella volta.
Ebbene, siamo tutti curiosi di sapere che cosa dirà il Segretario di Stato agli Affari Esteri all’auditorio presente. Dirà che l’Europa è fortissima, è compatta e giocherà un ruolo fondamentale nella creazione dei nuovi equilibri geopolitici mondiali, grazie all’azione degli intrepidi volonterosi? Oppure dirà la verità, e cioè che l’Europa avrebbe dovuto occuparsi di politica internazionale, anziché di misurare la grandezza delle vongole e la pericolosità della dieta mediterranea? Dirà che l’Europa si è giustamente crogiolata sotto l’ombrello della sicurezza U.S.A., anziché essere vigile affinchè la guerra Russia/Ucraina non scoppiasse, oppure dirà la verità, e cioè che l’Europa non solo non ha fatto nulla per non fare scoppiare la guerra ai suoi confini, ma addirittura ha assecondato i desiderata americani dell’epoca Baiden? Dirà che l’Europa deve armarsi fino ai denti? Oppure dirà che l’Europa ha perso il tempo dietro i burocrati eletti da nessuno e si è trastullata in inutili dissertazioni tese ad opprimere i cittadini europei ed ora che Tramp l’ha improvvisamente risvegliata dal sonno compatto, si trova in grave ritardo e praticamente è in braghe di tela? Dirà che l’Unione Europea avrà un ruolo determinante nel disegnare i nuovi equilibri internazionali geopolitici, oppure dirà la verità, e cioè che l’UE in questa fase, dove USA e Cina, senza dimenticare la Russia, potenza militare, stanno giocando una partita geopolitica in cui l’Europa, grazie alle politiche adottate in questi anni non conta praticamente nulla? Dirà che l’attuale Unione Europea deve essere un modello da seguire, oppure che si tratta di un modello fallimentare? Purtroppo per lui la realtà è sotto gli occhi di tutti, anche dei più sprovveduti.
Eppure, ci vogliono coinvolgere rispetto questa Unione Europea; l’Unione di Ursula von der Leyen e dei burocrati eletti da nessuno, attraverso una specie di camicia di forza che ci obbligherà a dire sissignore comunque, quando, invece, potremmo tranquillamente continuare a proporre accordi bilaterali, se necessari, con chiunque, Unione Europea compresa, senza doverne sposare regole, raccomandazioni e leggi.
Certo che per fare questo occorre una politica estera degna di questo nome e in linea con il nostro passato. Ma questa, è tutta un’altra storia, di cui prima o poi si dovrà parlare!












