Nei giorni scorsi RETE, Movimento politico nato per cambiare il nostro piccolo mondo antico, al grido di “Adesso ci pensiamo Noi”, ha ritirato la propria Delegazione dal Governo della Repubblica.
Il Movimento si era presentato come l’antipolitica che avrebbe dovuto cambiare (in meglio) il Paese e invece le parole pronunciate da Wiston Churchill “la democrazia è la peggior forma di Governo, eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate fino ad ora”, sono state ampiamente confermate anche questa volta.
E pensare che c’era chi ci aveva creduto veramente, i “retini”, arrivavano dal basso, urlavano più degli altri, predicavano un Paese senza ingiustizie, demonizzavano la politica e gli elettori più distratti, quelli seguono più la pancia che la testa, quelli che amano chi urla più forte, hanno intravvisto una sorta di pifferaio magico e lo hanno seguito in tanti. E, devo essere onesto, io stesso vedendoli lavorare in Consiglio Grande e Generale nei primi tempi, con passione, con impegno, giovani, ho provato un certo senso di rispetto per il loro modo di affrontare l’impegno istituzionale.
Ma poi sono andati al Governo e da subito sono cambiati! Me ne sono accorto quando appena si erano create le condizioni per accedere forse al Governo, hanno diametralmente cambiato posizione rispetto alla preferenza unica, ad esempio. E sì che si erano spesi molto nella raccolta delle firme per il Referendum. Ebbene, è bastato l’odore del potere per affossare la preferenza unica, istituita con un referendum molto partecipato soprattutto all’interno, attraverso l’approvazione di una semplice leggina votata da 48 Consiglieri, il cui fotogramma rimarrà a futura memoria a rappresentare la volontà popolare calpestata.
E’ stata la prima volta, ma poi ne sono seguite molte altre. Infatti, il Governo, nato sull’asse DC/RETE, più altri partitini non determinanti, ha visto una perfetta simbiosi tra i due schieramenti, tanto che spesso tra DC e Rete era impossibile scorgere differenze.
Questo stato di cose ha comunque prodotto a lungo andare un certo malessere interno al Movimento. Da una parte c’erano i governativi con relativo sottobosco (esattamente come nei vecchi partiti), i quali dietro le loro scrivanie, tutti eleganti (come i vecchi politici) lavoravano, dirigevano, si ingrassavano; dall’altra c’erano i “duri e puri” della prima ora che storcevano il naso.
Intanto al Governo il Segretario agli Interni, una volta molto presente e battagliera, è divenuta una specie di fantasma impalpabile, mentre all’I.S.S. il Segretario competente si è rivelato davvero uno sfacelo. Non è riuscito a risolvere neppure uno dei problemi che attanagliano la sanità sammarinese e i cittadini sempre più disorientati. L’esercizio preferito, praticato con Bevere e i sodali dei piani sottostanti, è sembrato essere la caccia all’uomo, ovvero la caccia a tutti coloro i quali hanno il coraggio e la dignità di dire ciò che pensano, anzi, da qualche tempo, oltre che all’uomo, si è aperta anche la caccia alla donna, la Dott.ssa Zoffoli che, nel frattempo, ha incassato la solidarietà di almeno 150 tra infermieri, medici e operatori dell’ISS.
E allora, appena giunta l’occasione, rappresentata dal rinnovo del debito pubblico, atto che a questo punto non poteva essere evitato, RETE ha pensato bene di mettere sulla bilancia la testa del Dott. Rabini, un sammarinese, perché, con i suoi pregi e i suoi difetti, non ha nessuna intenzione di smettere di ragionare con la propria testa. Ovviamente la DC non ha potuto né voluto cedere al ricatto e allora RETE ha votato sì il rinnovo del debito pubblico, non poteva fare altro, ma, sotto la spinta dei “Duri e Puri”, ha presentato un Ordine del Giorno con il quale, se l’italiano ha un senso, si sfiduciava il Segretario DC Gatti Marco. Il braccio di ferro sappiamo come è andato a finire. La DC ha chiesto il ritiro dell’Ordine del Giorno; Rete non potendo ritirarlo, altrimenti si sarebbe davvero ricoperta di ridicolo, alla fine della fiera, rimasta completamente isolata, ha dovuto ritirare la delegazione dal Governo.
Ora si tenterà di superare questa difficile fase. La maggioranza del Consiglio Grande e Generale si è palesata, ma ora si deve pensare al futuro e ai correttivi necessari rispetto al passato. La corsa alla poltrona è dietro l’angolo, ma occorrerà essere molto decisi e chiari e non si potrà puntare ad un Governo con il rischio di esporsi un giorno sì e l’altro pure, al ricatto di coloro i quali è una vita che vivono in mezzo ai conflitti di interesse o che si presentano sempre con il cappello in mano perché hanno situazioni economicamente precarie e devono sempre chiedere qualcosa.
L’attuale momento storico necessita, alla guida del Paese, di forze politiche e di personaggi che non hanno scheletri negli armadi; di persone leali, oneste, che non si sono arricchite o pensano di arricchirsi con la politica e che abbiano a cuore le sorti e il futuro della nostra Repubblica.
Il politicamente corretto è stato deleterio e non serve più, ammesso che sia servito. Oggi occorrono i così detti attributi, merce che sembra essere divenuta rara di questi tempi, ma sarà l’unico modo di ridare un futuro ai sammarinesi. Di falsi profeti, di opportunisti dalla doppia morale, di spergiuri, di parolai e di inetti, credo siano piene le fosse e che San Marino, a questo punto, non sappia più che cosa farsene.
C’è bisogno semplicemente di passione vera, di vero amore per questa nostra Repubblica, del buon senso che pare essere smarrito.
Non si perda anche questa ulteriore, magnifica occasione di creare i presupposti per una prospettiva più serena per i sammarinesi, ovvero, per delineare il futuro della Repubblica di San Marino!
Augusto Casali