Con una ridondante conferenza stampa è stato annunciato ai sammarinesi che anche al prossimo giro San Marino sarà presente all’Expo del 2020 che si svolgerà a Dubai. Evviva!
Una grande opportunità per San Marino, ci dicono. E’ necessario esserci, affermano, ma non ci spiegano in soldoni quale sarà il ritorno per i nostri concittadini e soprattutto quanto si spenderà del pubblico denaro, cioè del denaro di noi tutti. Sì, perché non pare proprio che il nostro Paese sia in difficoltà economica e ancor meno si capisce per quale motivo dovremmo pagare la patrimoniale e tutti gli altri balzelli previsti, e non si comprende neppure perché si voglia istituire l’IVA o si voglia contrarre un debito con il Fondo Monetario Mondiale, se ci sono le possibilità di spendere e spandere per iniziative come la partecipazione al prossimo Expo.
La partecipazione all’Expo di Dubai costerà molti soldi, tanti che forse non si riuscirà neppure a capire quanti, così come è stato per l’edizione di Milano, ma di certo siamo nell’ordine di milioni di Euro. Questa volta oltre al Commissario ci sarà anche un Vice Commissario i cui compiti sono ancora misteriosi, e poi a cascata verranno, come è successo per l’edizione di Milano, tutte le figure con incarichi nominalmente roboanti individuati con criteri spesso clientelari a cui si aggiungeranno infine tutti gli altri con incarichi più o meno inutili e insieme costituiranno la costosa e allegra compagnia dell’Expo. Cambiano i governi, ma in fondo non cambia mai nulla, se non in peggio!
Mi si dirà: ma partecipano 180 paesi; si tratta di una grande, anche se non meglio specificata, occasione; è necessario esserci. Ebbene, questi sono grandi appuntamenti che sicuramente forniscono un ritorno di immagine ma che economicamente, oggi che dovremmo razionalizzare la spesa, sono lussi che non ci dovremmo più permettere. Tanto più che sul piano delle presenze turistiche non hanno mai avuto nessun riscontro concreto. L’edizione di Milano, che si svolgeva praticamente a due passi da San Marino, ne è un esempio. Infatti il numero dei turisti in visita nel nostro Paese nel 2015 è rimasto pressochè invariato.
Allora mi chiedo se non fosse più produttivo, ad esempio, dato il momento, investire per tre anni le risorse necessarie per la partecipazione all’Expo di Dubai in una politica dell’Ufficio del Turismo tesa a coinvolgere i tour operator che gravitano sulla Riviera Adriatica affinchè reinseriscano San Marino nelle mete previste dai loro circuiti. In tal modo aumenterebbero rapidamente i visitatori del nostro Paese, si bloccherebbe la crisi del settore che ogni anno porta alla chiusura di attività turistico-commerciali e si reagirebbe con iniziative politiche concrete all’erosione delle presenze a San Marino che negli ultimi 20 anni ha portato ad un calo del 40% dei visitatori. Da 3.500.000 presenze del 1995 siamo scesi a 1.900.000 del 2017.
Comunque, se paragoniamo il tutto all’enfasi usata da alcune Segreterie di Stato per magnificare l’internazionalizzazione dell’offerta turistica sammarinese, consistente nell’arrivo a San Marino di gruppi di 23 turisti asiatici ogni qualche mese, i toni usati per presentare l’Expo di Dubai possono apparire persino dimessi.
La sostanza dei fatti comunque rimane la crisi economica: non è possibile da una parte chiedere ai sammarinesi sacrifici a scatola chiusa e dall’altra gettare risorse dalla finestra, destinazione deserto. Un giorno o l’altro i cittadini potrebbero ribellarsi veramente. E per il nostro Paese non sarebbe un bel giorno. Ricordatevelo!
Augusto Casali