San Marino. L’ASTROLABIO – “E il Rapporto con L’Italia?” … di Augusto Casali

Lentamente, senza un’azione di informazione chiara e decisa, da parte della Segreteria di Stato competente nei confronti dei cittadini della Repubblica, si cominciano a disvelare i contenuti del famigerato Accordo di Associazione all’Unione Europea, grazie alla iniziativa di eroici singoli cittadini e giornalisti, pratici nell’uso di internet.

Tutto probabilmente sarà più organico e specifico più avanti, forse, ma intanto, da quel che si è letto, tra complessi  adempimenti a carico di San Marino, livelli da raggiungere che probabilmente il nostro Paese non raggiungerà mai, deroghe che hanno un inizio e una fine ben precisa, e silenzio assordante da parte delle Autorità competenti sulla necessità democratica di sottoporre, prima o poi, l’ Accordo a Referendum, in quanto gli effetti che produrrà impegneranno tutti i cittadini sammarinesi, nessuno escluso, è possibile farsi una prima idea su che cosa significhi questo accordo per San Marino. Ovviamente tutta la materia va doverosamente approfondita e resa comprensibile a tutti i sammarinesi.

Comunque sia, che cosa ne sarà dell’Accordo del 1939 tra Italia/San Marino e suoi aggiornamenti attualmente in vigore?  Accordo che da 85 anni regola il rapporto bilaterale Italo-Sammarinese. Forse, per il nostro Paese sarebbe stato meglio revisionare e ammodernare gli accordi in essere tra Italia e San Marino e poi, eventualmente, iniziare una trattativa con l’U.E., di cui l’Italia è Paese fondatore. Anche perché, a quel che sembra l’annoso problema del “T2”, che stava tanto a cuore agli imprenditori, al momento è fuori dall’Accordo UE, per non parlare del Memorandum con Bankitalia che ancora non c’è!

Quindi sarà inevitabile aprire una trattativa tra San Marino e Italia, anche per capire che cosa ne sarà della Convenzione del 1939 e sue modificazioni. Infatti, come abbiamo visto, anche l’eventuale accoglimento dell’acquis dell’Unione Europea, lascia aperte le questioni Memorandum con Banca d’Italia, “T2” e chissà cos’altro di rilevante.

Ma di tutto questo nessuno parla, anzi, la maggior parte di forze politiche sammarinesi pare abbiano avviato una allegra corsa verso l’Accordo UE che, secondo molti, dovrebbe costituire la soluzione di molteplici problemi con i quali San Marino deve attualmente fare i conti. Coloro i quali apparentemente sono i più realisti, sembrano credere ineluttabile l’approdo Europeo, frutto dell’accettazione di vincoli, lacci e lacciuoli adottati da San Marino nel corso degli ultimi quindici anni. Altri, pochi, i più prudenti, pensano che probabilmente una politica estera più dinamica, più propositiva, più lungimirante e più carismatica, avrebbe potuto dare vita ad accordi bilaterali con più realtà statuali che potessero fornire risposte a specifici problemi e soddisfare le esigenze di sopravvivenza economica della nostra millenaria Repubblica.

I “se” e i “ma” purtroppo, soprattutto in politica,  non contano, ma i fatti ci dicono che dalla trattativa con l’U.E., il Liechtenstein, confinante con Svizzera e Austria, si è subito chiamato fuori; il Principato di Monaco, interamente circondato dalla Francia, si è sfilato dalla trattativa; il Principato di Andorra, confinante con Spagna e Francia, ha partecipato fino in fondo al negoziato, ma ha annunciato ufficialmente la celebrazione di un Referendum, anche se deve ancora fissarne la data; la Repubblica di San Marino è arrivata alla fine del percorso senza battere ciglio e tace anche sulla possibilità di celebrare un Referendum.

Le recenti Elezioni Generali, piaccia o non piaccia, hanno emesso un risultato inequivocabile nei confronti delle forze politiche del passato Governo che hanno guidato la trattativa con l’U.E., va riconosciuto senza tentennamenti. Quindi viva la democrazia, tiriamo innanzi e speriamo bene!

  • Le proposte di Reggini Auto