San Marino. L’ASTROLABIO – “E se prima rinegoziassimo la Convenzione con l’Italia?”

Augusto Casali

Sembra che uno dei motivi per il quale valga la pena dare vita al pastrocchio pastrocchiato della nuova e variopinta maggioranza che sta per nascere in Consiglio Grande e Generale, il cui collante è ben difficile, o forse è anche troppo facile, da comprendere, sarebbe l’obiettivo di siglare l’Accordo di Associazione all’U.E. entro il 2023. Cioè sarebbe quello di sottoscrivere ciò che nessuno, o quasi, conosce veramente. 

Nonostante l’ennesimo sforzo promozionale e i tromboni amplificatori siano entrati in azione, la verità è che sono state organizzate altre serate in cui, nel tentativo di abbellire la trattativa in corso, come al solito, sono stati messi in evidenza i potenziali vantaggi ma si è sorvolato sugli eventuali svantaggi. Quindi i sammarinesi credo non abbiano davvero compreso con esattezza di che cosa si stia parlando, ma quel che è più grave è che a me pare che neanche tra i sostenitori convinti della necessità di firmare l’accordo si abbiano le idee chiare.

D’altronde, nella trattativa di associazione in corso con l’U.E., sono stati compresi due Principati, Monaco e Andorra e una Repubblica, San Marino, e questo già pone in evidenza che le esigenze di un Principato dovrebbero essere abbastanza diversificate da quelle di una Repubblica; ma pare che il problema di fondo sia abbastanza analogo, cioè la mancanza di chiarezza sui costi e benefici di tale operazione. Infatti, è notizia del 1° marzo 2023, da cui si è appreso che i membri del Consiglio Nazionale di Monaco, attraverso un comunicato, nel prendere atto della comunicazione del Governo sull’eventuale, possibile accordo di associazione con L’U.E, hanno fatto emergere una certa inquietudine sullo svolgimento delle trattative. In pratica, secondo il Consiglio Nazionale di Monaco, “le dichiarazioni della delegata alle negoziazioni e le posizioni del Governo monegasco – queste ultime manifestate attraverso un comunicato – hanno – “suscitato una emozione molto legittima nell’opinione pubblica che mostra una preoccupazione molto comprensibile nel Paese su questa questione delicata – e il Consiglio Nazionale di Monaco “desidera chiarire che, contrariamente a quanto affermato dall’Alto Commissario per gli Affari Europei, il Consiglio Nazionale non è, a tutt’oggi, pienamente informato sull’evoluzione dei negoziati. Per questa ragione chiede che vengano effettuati tutti gli studi di impatto, in modo contradittorio, tra la possibilità di un accordo e le conseguenze di un mancato accordo!”

Insomma, siamo in un Principato, ma le problematiche sono le stesse che abbiamo noi in Repubblica; ovvero, lo dico con una espressione che sto usando da vent’anni, che non è così fuori luogo a quanto pare, come invece vorrebbe far credere qualcuno: capire bene quali siano i costi e i benefici di questa operazione, che invece nessuno spiega in modo chiaro.

A questo punto mi preme ribadire che l’Accordo di associazione può essere la strada giusta per San Marino, ma, e mi pare ovvio, prima di decidere occorre sapere con esattezza assoluta quale siano i termini di questo benedetto accordo, smettendo di girargli intorno senza mai entrare nel cuore della sua essenza. D’altronde, se l’Accordo fosse accettabile, se non addirittura vantaggioso, chi potrebbe opporsi?

Ma personalmente ho qualche altro dubbio: non è che per caso qualche nostro governante, visti i chiari di luna,  si sia ingolosito di eventuali possibili finanziamenti che l’Europa, che, ricordiamolo, non è un ente di beneficenza, potrebbe mettere in campo, non so bene a quali condizioni? Non è che qualche nostro governante pensi, con l’Accordo di Associazione U.E., di scavalcare l’Italia?

Credo che, data la nostra configurazione geografica, realisticamente l’Italia, che dell’U.E. è già membro fondatore, debba essere e rimanere il nostro principale interlocutore e credo sia giunto il momento di aggiornare gli accordi in essere tra Italia e San Marino, regolati da una Convenzione che risale al 1939, anche se molte parti sono state aggiornate con accordi settoriali successivamente. Quindi a maggior ragione ritengo sia giunto il momento per aprire con l’Italia una nuova fase che porti ad una nuova Convenzione complessiva, che tenga conto delle novità sociali, politiche ed economiche intervenute in questi ultimi lustri nei nostri due Paesi. Dopodichè, superata questa fase e appianate le varie problematiche, il percorso verso l’Europa vedrete che diverrà molto più agevole e sicuro.

Per fare questo però occorrono idee chiare, personalità, capacità e uomini giusti al posto giusto. Quindi, chi potrebbe prendere il toro per le corna? La nuova maggioranza che darà vita al nuovo governicchio balneare? Mah!!!!

Augusto Casali