Da tempo ormai l’idea della libera economia si è fatta largo nel mondo e sono lontane le epoche in cui era, nel nome dell’uguaglianza, la statalizzazione, il sogno di alcune dottrine politiche: Lo stato prima di tutto e avanti a tutto.
I socialisti democratici, riformisti e gradualisti, tra le forze di sinistra, accettarono prima di altri l’idea dell’iniziativa privata che però avrebbe dovuto essere sviluppata attraverso precise regole, oltre le quali non poter andare.
I liberalisti erano coloro i quali si ispiravano al movimento che si opponeva ai monarchi europei dell’epoca, per liberare le popolazioni dalle norme e dai privilegi, spesso ereditari.

In mezzo a tutto questo c’è la storia di almeno due Secoli, nel corso dei quali le politiche delle tre dottrine citate, hanno condizionato i vari stati. A lungo andare però l’idea della società consumistica ha avuto senz’altro la meglio e, più o meno, tutti si sono omologati a quest’ultima. Solo che con poche regole si è via via affermata una economia sempre più selvaggia, che non guarda in faccia a nessuno, dove l’unica cosa che conta è il profitto. La finanza ha guadagnato peso scalzando la politica dal suo antico primato e con una politica debole, che spesso tradisce gli ideali di riferimento, le multinazionali, i grandi gruppi finanziari e le lobby affaristiche, l’hanno fatta e la fanno, da padroni.
Siamo tutti presi dal vortice delle cose da fare ogni giorno; siamo condizionati dai mezzi di informazione, dalla pubblicità e dai social; anche nelle piccole cose viviamo ormai in uno stato di competizione continua, in cui l’apparire conta molto più dell’essere; spesso classifichiamo i disonesti come furbi e gli onesti come coglioni. Forse sarebbe il caso di riflettere su questa corsa cieca intrapresa e troppo facilmente definita progresso. Ne siamo proprio certi?
Uno dei frutti più preziosi di questo andazzo è stata la globalizzazione, che avrebbe dovuto portare: – all’aumento dei flussi di capitali e benefici economici, che indubbiamente ci sono stati, vedremo poi in seguito in quali proporzioni sono attualmente distribuiti; -prodotti migliori a prezzi più bassi. Ebbene più bassi non direi proprio; aumento del reddito familiare. Forse. Ma il potere di acquisto della gente comune a me pare sia diminuito casomai; maggiore apertura mentale e tolleranza. Mah, se penso alle guerre in atto tra Russia e Ucraina, alla guerra tra Israele ed Hammas, i cui danni ricadono sul popolo palestinese, oppure penso agli altri 58 conflitti attualmente in atto nel mondo, di cui però non si parla, direi che i dubbi sulla maggiore apertura mentale e la maggiore tolleranza sono fortemente fondati.
Tra le altre cose la disuguaglianza nel mondo si sta allargando e la distanza tra super ricchi e poveri diviene sempre più evidente. Infatti, scrive Oxfam nel nuovo rapporto sulla disuguaglianza nel mondo, che nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta di duemila Miliardi di dollari, ovvero tre volte più velocemente del 2023, mentre 3,5 Miliardi di persone vivono con meno di 6,85 dollari al giorno. La ricchezza dei 10 uomini più ricchi al mondo è cresciuta, in media, di quasi 100 Milioni di dollari al giorno.
Tra l’altro, l’idea che i super ricchi lo siano grazie al loro impegno personale, alla propensione al rischio e allo spirito imprenditoriale, è una credenza non del tutto realistica. Infatti, il 36% dei patrimoni dei miliardari è frutto di eredità e tutti i miliardari del mondo under 30 hanno ereditato i propri patrimoni.
Vediamo invece come vanno le cose nella tanto agognata, da gran parte dei nostri Consiglieri, Unione Europea. Intanto una delle cose principali avvenuta è stata l’adozione per tutti i Paesi aderenti all’U.E. della moneta unica: L’Euro. Questo fatto fu spacciato per una grande conquista, Mi pare ci sia stato in Italia chi diceva in TV: (Cito a memoria) lavoreremo un giorno di meno e guadagneremo come se lavorassimo un giorno di più. Alla faccia, il valore dell’Euro si è immediatamente dimezzato rispetto al valore della Lira e tutti i prezzi sono praticamente raddoppiati in Italia e, ovviamente, anche a San Marino.
Nell’U.E., secondo i dati Eurostat relativi al 2023, un cittadino su cinque è sulla soglia della povertà. Si parla di 94,6 milioni di persone, che dispongono di un reddito insufficiente per condurre una vita dignitosa e che soffrono di gravi privazioni materiali e sociali. Le categorie più esposte risultano essere: le donne, i giovani adulti compresi tra i 18 e i 24 anni, le persone con basso livello di istruzione e, in particolare, i disoccupati. Ovviamente, i dati, rivelano variazioni tra i vari Stati membri dell’U.E. Sempre dalla stessa fonte emerge che in Italia sono 13,4 milioni le persone che vivono in condizione di povertà o esclusione sociale, pari al 22,8% della popolazione.
Ecco, questa è la fotografia dello stato delle cose, sulle quali, penso, si dovrebbe svolgere una riflessione profonda e generale, soprattutto da parte dei potenti del mondo, i quali hanno la possibilità di decidere. Se poi abbiniamo a questo i rincari generalizzati di tutti i prodotti, a cominciare da quelli di prima necessità nel carrello della spesa, è evidente il fatto che continuando di questo passo, sarà fatale l’impoverimento anche della classe media, i cui membri si andranno a sommare a coloro i quali già oggi sono poveri. C’è dunque da chiedersi seriamente dove stia il grande successo del sistema economico imperante, tanto celebrato dai sacerdoti della finanza.
Mi pare evidente che occorra una inversione di rotta decisa che possa poggiare su di una regolamentazione fiscale e legislativa eque, che forniscano opportunità a tutti, ma che non possano essere trasgredite per nessun motivo e mirino all’affermazione di una economia meno sperequata e più umana. Viceversa, la globalizzazione si rivelerà sempre più una “in-globalizzazione” nel pensiero unico, attraverso un abbraccio che farà molto male ai più. Un abbraccio fatale!