
Personalmente, soprattutto in questi ultimi anni, non sono mai stato tenero con il Movimento RETE e alcuni suoi esponenti. Però ritengo che vi siano argomenti di interesse generale e di tutela della dignità, dell’autonomia e dell’indipendenza del nostro Stato che non possono e non devono essere utilizzati per colpire l’avversario politico.
Qualche giorno fa è uscita una nota di RETE che poneva un importante quesito: “Si può processare in un Paese Terzo un Consigliere della Repubblica per aver svolto il suo ruolo istituzionale?” Di seguito poi viene narrata la storia della denuncia fatta da un certo Confuorti contro Elena Tonnini per un intervento fatto in Consiglio Grande e Generale, dove ogni Consigliere è tutelato nelle sua funzioni dalla legge, in cui avrebbe evocato nel suo intervento, all’indomani dell’apertura del caso “Titoli”, con una immagine calzante “..gli avvoltoi della finanza.”
Come li vuoi chiamare i protagonisti della Relazione finale della Commissione Consiliare d’inchiesta sulle banche approvata dal Consiglio Grande e Generale all’unanimità?
Come li vuoi chiamare i signori protagonisti, proprio in questi giorni, di rinvii a giudizio a ripetizione riguardanti la così detta “cricca”?
Sembra che Confuorti fosse al centro di un progetto per prendere in mano il nostro Paese con imprenditori, vertici di Banca Centrale, giudici compiacenti e politici nani e probabilmente ha ritenuto di poter fare a San Marino il bello e il cattivo tempo.
E di fronte alla denuncia di Confuorti presso il Tribunale del Lussemburgo nei confronti di un Consigliere della Repubblica che cosa ha fatto lo Stato di San Marino? Niente, forse stordito dall’innamoramento per l’Unione Europea, il Governo e i politici di allora negarono la tutela legale ad un Consigliere della Repubblica, mettendo loro stessi in gioco la sovranità di San Marino. Ma si può essere più autolesionisti di così? E’ un po’ come quel tizio che si schiacciava gli attributi per fare dispetto alla moglie!
Ora, dopo circa cinque anni, la questione torna d’attualità per volontà del nuovo Governo, le cui forze politiche erano in maggioranza anche prima e non si capisce perché abbiano ritrovato la memoria solo oggi. Sta di fatto, se mai decideranno di battere un colpo, che lo faranno a scoppio ritardato: la figuraccia ormai è stata fatta! Gli interessi superiori della Repubblica sono stati superati da una concezione della politica da pollaio.
Quindi, a mio avviso, RETE ha ragione, magari, nella fattispecie, sono non parlassero gli adepti retini che hanno, ahimè, fatto parte dei “Buriani Boys”, sarebbe meglio. Ma per il resto, il quesito posto è assolutamente fondato: Può un paese terzo processare un Consigliere della Repubblica di San Marino nello svolgimento delle funzioni istituzionali che gli sono proprie?
Se è rimasto un minimo di senso dello Stato all’attuale classe politica, che dovrebbe tutelare noi tutti, sarà bene agire di conseguenza, se possibile, anche in ritardo, perché, come dice l’antico adagio: “Meglio tardi che mai!”
Augusto Casali