San Marino. L’ASTROLABIO – “I Commercianti hanno ragione!” … di Augusto Casali

Torna la primavera che annuncia l’estate e torna il problema del Trenino della discordia. I commercianti del Centro Storico hanno per l’ennesima volta preso posizione, ma in passato lo hanno fatto molto timidamente, tanto per fare vedere che esistono, vedremo quest’anno se dietro la proposta ci sono i così detti attributi oppure solo la solita arrendevolezza che dalla politica viene interpretata come debolezza e quindi incoraggia i nostri politici che si occupano di cose che non conoscono, a perseguire su strade che essi credono, forse anche in buona fede, ma ci credo poco, valide.

Ora la protesta in che cosa consiste? Nel fatto che i turisti in arrivo al terminal del Parcheggio coperto, al P,le calcigni e alla ex stazione, cioè i due terminal dei pullmans almeno da cinquant’anni a questa parte e più, vengono caricati sul Trenino della discordia e, anziché distribuirsi in P,le Calcigni, Porta del Paese, e Centro Storico, ex stazione, attraverso le varie direzioni,  vengono trasportati a ridosso delle Tre Torri, cioè alla fine del tragitto turistico, tagliando fuori tutto il Centro Storico, dove sono situate il maggior numero di attività turistiche.

Solo questo basterebbe a fare saltare agli occhi anche ai più sprovveduti che ci troviamo di fronte ad un assurdo politicamente parlando. Infatti, il politico accorto, pacato e di buon senso, dovrebbe sempre seguire la strada del bene comune ed invece, in questo caso, segue gli interessi di un singolo imprenditore a discapito di centinaia di commercianti che con la loro attività producono a loro volta posti di lavoro. E allora mi chiedo: perché questo accade? O i politici competenti, competenti non lo sono, e si dimostrano assolutamente inadeguati al bene comune, oppure cercano di parcellizzare il turismo favorendo qua e là questa o quella attività per sospetto interesse elettorale, oppure ci sono altre ragioni inconfessabili e  l’On.le Giulio Andreotti, affermava che parlare male si fa peccato ma ci si indovina quasi sempre.

Conosco bene la vicenda Trenino della discordia. Quando si affacciò in Congresso di Stato chiesi conto ai colleghi di che cosa stava bollendo in pentola. Mi fu risposto che la Ditta Benedettini, i cui capostipiti, Giuseppe e “Nando”, ho avuto il piacere di conoscere da ragazzetto e per i quali ho avuto sempre molto rispetto, perché imprenditori rispettabilissimi di altri tempi, aveva già acquistato il Trenino.

Il problema è che in Congresso di Stato nessuno mai aveva sollevato il problema e all’improvviso, come un colpo di fulmine a ciel sereno, giunse la richiesta. Allora chiesi chi si fosse impegnato a favore del Trenino della discordia, ma nessuno dei colleghi ebbe il coraggio di palesarsi, almeno tra coloro che di certo sapevano. La pratica fu dunque sospesa.

Evidentemente qualcuno, all’interno del Congresso di Stato, particolarmente solerte, avvertì  i titolari del Trenino della discordia, i quali mi chiesero un incontro. Venne nel mio ufficio uno dei titolari, al quale spiegai che il turista che arriva a San Marino si ferma mediamente 2,30 ore e se gli avessimo fatto perdere mezz’ora per fare un insulso giro di qualche chilometro con il treno avremmo ulteriormente ridotto il tempo di permanenza e di conseguenza il tempo per girare ed eventualmente per fare degli acquisti, e che quindi il problema del Turismo sammarinese non era quello di allontanare i visitatori dal Centro storico, ma casomai di reperirne altri.

Per farla breve l’iniziativa fu autorizzata solo in via sperimentale e con l’intesa che i turisti prelevati, dopo il giro, al ritorno, dovevano essere riportati al terminal per riprendere il normale percorso turistico nelle varie direzioni del Centro storico, dove si è sviluppata la rete commerciale, così come da sempre accadeva. Poi ci furono le mie dimissioni e quelle del Segretario di Stato Romeo Morri dal Governo, per diversi motivi di natura politica, e tutto cambiò.

I trenini si sono moltiplicati e sono diventati tre, mi dicono, le fermate sono in ogni dove, con segnaletica posticcia, non so fino a che punto regolarmente autorizzata, e nessun’altra attività imprenditoriale, mi risulta, possa godere dello stesso trattamento;  dovrebbe svolgere un servizio, è stato detto, ma entra in funzione solo quando è certo che vi siano turisti in giro (periodo estivo, Pasqua, i Mercatini di Natale ecc.), mentre tutte le altre attività turistiche sono costrette a orari fissi e addirittura c’è chi vorrebbe obbligarli a tenere aperto fino a notte, anche se per i commercianti questo non è ritenuto adeguatamente remunerativo.

Insomma il Trenino della discordia gode di un trattamento in esclusiva che non ha eguali, addirittura pare che gli abbiano anche deliberato un contributo carburante di 25.000 Euro per svolgere la propria attività che è  a pagamento. Se fossi nelle Organizzazioni di Categoria, per equità di trattamento tra operatori, chiederei un contributo carburante cumulativo equivalente al costo della benzina esborsato da ogni operatore turistico per il trasporto con il proprio mezzo sul posto di lavoro e ritorno. 

Ma quel che è peggio, come già detto, è che questo benedetto Trenino della discordia altera i flussi turistici tradizionali alla faccia delle vecchie delibere del Congresso di Stato, peraltro ancora in vigore, che si rifanno al concetto della equa distribuzione dei visitatori, senza penalizzare nessuna delle zone turistiche lungo le quali sono sorte decine e decine di attività. Purtroppo sono cambiati da quando è apparso il Trenino, tre o quattro governi, ma nulla è mutato: Tutti proni, passa il Trenino della discordia!

Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Ci sono zone turistiche fortemente penalizzate e non è un caso se in quelle stesse zone, molte attività sono state chiuse o sono in via di chiusura. Non è difficile rendersene conto. Basterebbe fare un giro per le vie turistiche di San Marino e contare quante saracinesche sono state abbassate. Io, sinceramente credo che la stragrande maggioranza dei politici attuali, che fingono di non vedere e si voltano dall’altra parte, dovrebbero veramente vergognarsi per il dispregio del bene comune, ragione per la quale, in qualche caso, sono stati eletti e sono pagati. 

Per di più i rappresentanti del Governo si nascondono e, nonostante le richieste dei commercianti, non concedono neppure la possibilità di un incontro. Evidentemente non sanno più come spiegare per quale motivo favoriscono un imprenditore a discapito di centinaia di operatori del turismo, e allora, molto meglio nascondersi dietro l’arroganza!

Augusto Casali