Non c’è dubbio che quello attuale sia un momento politico ricco di fermenti. D’altronde, anche se manca ancora qualche tempo alle Elezioni Politiche Generali, è pur vero che si avvicinano a grandi passi e la legislatura ha ormai imboccato l’ultimo tratto. Se poi calcoliamo quale sia il carniere del Governo, ci accorgiamo che a quattro anni dalla sua nascita è ben scarso. Qualcosa ha raggranellato sul tema Giustizia, senza peraltro avere il coraggio di andare fino in fondo; e oggi si ricominciano a intravvedere nuovamente ombre di via dei Tavolucci nelle traiettorie della politica nostrana futura, a volte ammantata di progetti e aspirazioni accattivanti ma fantasiosi: una specie di insalata russa, buona ma pesante da digerire.
Per tutto il resto, al di là delle chiacchiere spese a fiumi, direi debordanti, il piatto piange! E allora è ovvio che tutti i partiti e i movimenti politici cerchino nuovi posizionamenti rispetto alla vecchia collocazione, anche se tutti, ovviamente, dichiarano di voler arrivare a fine corsa senza contraccolpi: lo dicono tutti in maggioranza e questo è abbastanza sospetto.
E allora si parla da tempo del progetto di Aggregazione Socialista, che a distanza di circa cinque mesi dal suo annuncio solenne sembra in realtà viaggiare a rilento, facendo un passo avanti e poi uno indietro. La sensazione, alimentata anche da interventi estemporanei di personaggi irrequieti che non si capisce bene se rappresentano sé stessi o il partito di riferimento, è che dietro un progetto se ne nasconda un altro di segno opposto, la qualcosa rende allo stato attuale tutto abbastanza incerto. Vedremo.
Poi c’è in pectore il progetto della costituzione di un polo liberal-democratico ad orientamento socialista: una specie di scoperta della quadratura del cerchio. Quale sia il filo conduttore dei principi che legano questo progetto è davvero difficile comprenderlo, anche perché alla sua guida sembrano essere due personaggi un tantino destroidi: uno sovraesposto e l’altro innominato. Il sovraesposto è innamorato dell’attuale Governo a guida DC, mentre all’innominato quelli della Democrazia Cristiana, per varie ragioni, da un po’ di tempo non piacciono troppo. L’orientamento socialista probabilmente lo scopriremo più avanti. Sta di fatto che ancora il bambino non è nato e già ha aperto le braccia a Motus Liberi, che però a detto che l’area a cui fanno riferimento, è liberal-democratica-conservatrice, specificazione, quest’ultima, non da poco. Inoltre, non è una novità se dico che tra Motus e DC non corre buon sangue e spesso i primi hanno preso le distanze dai secondi.
RF, tra alti e bassi, sta recuperando un ruolo e, anche se sottotraccia, svolge un notevole lavorio in più direzioni. In particolare pare che abbia parecchia sintonia con Motus Liberi, di cui probabilmente parlano soprattutto di futuro.
Libera si porta dietro le contraddizioni ancora irrisolte dovute alla presenza al suo interno di più anime ereditate dall’operazione che diede a suo tempo vita al Psd. Ma una di queste anime è particolarmente attiva, soprattutto con uno dei partiti coinvolti nel progetto di Aggregazione Socialista; se son garofani fioriranno!
Poi c’è RETE, forse la forza politica più deludente di tutto il panorama. Molti sono soliti fare i conti con i numeri attuali, ma alle prossime elezioni penso che i numeri saranno molto diversi e probabilmente RETE e la DC non avranno da soli la maggioranza numerica del Consiglio Grande e Generale. Se così sarà i giochi si apriranno ben oltre i binari imposti dai numeri in questa legislatura. Rete appare sempre di più un movimento in cerca d’autore; ha smarrito la strada; è diviso al suo interno e tutto lascia pensare che le cose difficilmente potranno migliorare.
Sullo sfondo Demos, aggregazione composta in particolare da ex Consiglieri di RETE, pronti a sfruttare ogni passo falso dei loro ex colleghi di partito.
Ed infine c’è la DC, oggi alle prese con tante cose ancora da fare e con diatribe interne che, per quanto siano bravi i Democristiani a far trapelare poco o niente, sono ormai evidenti a tutti. La DC nelle ultime elezioni è stata premiata dall’elettorato e forse questo fatto ha reso troppo tranquilli i dirigenti di quel Partito, i quali, crogiolatisi nella nuova posizione di forza numerica, si sono sentiti sicuri anche per il futuro, forse troppo. Sì, perché, pur affermando tutti gli attuali alleati la volontà di governare con la Democrazia Cristiana anche per il futuro, e proponendosi per lo stesso scopo, in modo più o meno scoperto, anche diverse forze di opposizione, c’è qualcosa in tutto ciò che sta accadendo di ancora indecifrabile.
Ma se leggete attentamente quanto sopra detto e collegate tutti i puntini, come si fa nelle riviste di enigmistica, vi accorgerete che se la DC non si darà presto un segnale chiaro, netto e deciso, potrebbe ritrovarsi all’improvviso all’opposizione: è già successo più di una volta, magari senza gran costrutto, ma è successo e potrebbe succedere di nuovo!
Augusto Casali