San Marino. L’ASTROLABIO – “IL REFERENDUM FA PAURA! … di Augusto Casali

Il chiacchiericcio più o meno pertinente, più o meno veritiero sul negoziato relativo all’accordo con L’U.E., a seconda dei momenti, aumenta o diminuisce a singhiozzo: Se i guardiani dell’accordo sono in difficoltà, ecco che fioriscono riferimenti, interviste, audizioni e chi più ne ha ne metta, se invece vi sono pause nel dibattito, state pur tranquilli, che coloro che dovrebbero informare in corso d’opera lo sviluppo della situazione, si chiudono in un mutismo eloquente. Nessuno parli, si lasci sedimentare le cose, domani è un altro giorno.

Di parlare del coinvolgimento della popolazione in scelte fondamentali per San Marino, per la sua identità, per la sua storia e per le sue tradizioni, l’allegra brigata eurocentrica, che da tempo cammina a testa bassa, non ci pensa nemmeno.

L’ex Segretario di Stato Augusto Casali

A dire il vero, qualche anno addietro, a più riprese, in Consiglio Grande e Generale, in Commissione Esteri, e in dichiarazioni pubbliche, i maggiorenti del Governo dell’epoca parlarono di Referendum, forse per tattica, forse per strategia o forse per superficialità. Sta di fatto che da almeno un paio di anni la cortina del silenzio si è abbattuta sull’argomento specifico.

Anzi, devo dire che coloro i quali osano parlare di coinvolgimento della popolazione vengono fatti oggetto di indifferenza, se non di dileggio, ma ultimamente si sono verificate alcune reazioni che la dicono lunga. Comincia ad essere evidente una malcelata insofferenza nei riguardi di coloro i quali, ancora pochi, parlano del ricorso all’Istituto del Referendum per quanto riguarda la scelta finale relativa all’associazione all’Unione Europea. C’è evidente fastidio da parte di coloro i quali hanno negli anni pianificato un percorso, hanno tenuto nascosto tutto ciò che accadeva, hanno organizzato manifestazioni pubbliche di facciata per magnificare gli eventuali vantaggi, tacendo però sugli impegni che la nostra Repubblica e le future generazioni dovranno garantire all’U.E. Tutto doveva filare liscio, la maggior parte delle forze politiche presenti in Consiglio Grande e Generale, per un motivo o per l’altro, sembrano essere assuefatte all’inevitabile e allora il gioco è fatto, non c’è più bisogno di far nulla, le cose vanno da sole, l’importante è non nominare il Referendum che, evidentemente, alle stesse forze politiche fa un’enorme paura.

E invece, più passa il tempo, più si tengono nascoste le cose, più notizie giungono da Andorra, altrimenti i sammarinesi non le avrebbero sapute, più giungono richieste dall’Italia di chiarimento sulla vigilanza finanziaria, più certezze vengono richieste dalla Francia in merito all’eventuale iter di chiusura della pratica, più crescono le incertezze per il ruolo  futuro dell’Europa nel contesto delle complicazioni  internazionali in atto, e più si rivela necessaria una adeguata riflessione da parte di una micro realtà come San Marino, che rischia seriamente di divenire una semplice noce nel sacco. Ecco allora che la popolazione sente sempre di più l’esigenza di contare rispetto al proprio futuro e accarezza sempre di più l’idea di ricorrere ad un Referendum.

D’altronde l’articolo 2 della Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’ordinamento sammarinese sancisce “La sovranità della Repubblica ridiede nel popolo, che la esercita nelle forme statutarie della democrazia rappresentativa. La Legge disciplinerà l’Arengo e gli altri istituti di democrazia diretta”.

E infatti da molti anni esiste a San Marino la Legge sul Referendum, strumento principale della democrazia diretta citata nella Carta dei Diritti, che ha subito aggiornamenti e regola i referendum con la Legge Qualificata 29 maggio 2013, prevede i referendum abrogativo, confermativo, propositivo, oltre alla iniziativa legislativa popolare. Ora, sono stati celebrati parecchi Referendum in passato, anche per temi diciamo minori, possibile che a taluni manovratori della cosa pubblica il ricorso alla pratica democratica per eccellenza su di un argomento specifico di epocale rilevanza, possa fare così paura? Mi meravigliano soprattutto quelle forze politiche che si dicono più vicine ai cittadini, al popolo, dei così detti cultori della democrazia. 

Se poi le cose stanno così come taluni si sono affannati in parte a spiegare e avremo variegati benefici attraverso un eventuale accordo di Associazione all’U.E., di che cosa hanno paura? Se l’accordo è così vantaggioso, nessuno sarà tanto stolto da votare contro. Però le scelte lasciamole prendere democraticamente ai cittadini che ne dovranno poi subire in positivo o in negativo tutto il peso conseguente, oppure si è così supponenti da pensare che gli elettori vadano bene solo quando si tratta di nominare i Consiglieri, ma non vanno più bene, non sono maturi, quando si tratta di compiere scelte importanti per il futuro del Paese?

Vogliamo tornare al sistema oligarchico, contrapposto alla democrazia, dove il potere è concentrato in poche mani? Dovremmo lasciare la decisione nelle mani di poche decine di persone così intelligenti da saperne più di tutti gli altri? Se così fosse torneremmo di colpo al giorno prima dell’Arengo del 1906.

Ecco perché a questo punto conta poco come uno la pensa sull’eventuale accordo di associazione all’Unione Europea, l’importante è che il cittadino elettore abbia la possibilità di esprimersi e non debba subire dall’alto le decisioni. Poi qualunque risultato venga fuori andrà benissimo, perchè democraticamente raggiunto con il coinvolgimento dell’intera popolazione.

Così, il sistema democratico sammarinese, già sufficientemente addomesticato con lacci e lacciuoli, sarà salvo, ed è anche per questo che sul tema specifico deve essere celebrato il Referendum, anzi, una classe politica forte, lungimirante e sicura di sé stessa, espressione del Consiglio Grande e Generale, dovrebbe predisporre un intervento legislativo, che, a proposito di negoziato, preveda il ricorso al Referendum prima che divenga ufficialmente accordo internazionale vigente. 

Sono proprio curioso, comunque, di vedere chi avrà la temerarietà di opporsi all’esercizio del voto da parte del popolo, detentore del potere democratico, compreso la nomina dei Consiglieri della Repubblica!

Augusto Casali