San Marino. L’ASTROLABIO – “La Paura fa….90!” … di Augusto Casali

Ho seguito i resoconti stampa dei lavori dell’ultima sessione consiliare ed in particolare del dibattito al comma 15 dell’Ordine del Giorno, ovvero il riferimento del Governo sull’O.d.G. approvato dalla Commissione Affari Esteri il 12 febbraio 2025, in merito all’Accordo di Associazione con l’Unione Europea.

Al di là di aver ribadito concetti che nelle varie risoluzioni Consiliari si ripetono ormai ossessivamente, come, ad esempio, la necessità di informare capillarmente i cittadini, cosa fino ad oggi mai avvenuta, il dibattito ha confermato un allineamento delle forze politiche rappresentate in Consiglio Grande e Generale quasi imbarazzante.

L’ex Segretario di Stato Augusto Casali

Anche se, ad analizzare bene le dichiarazioni dei rappresentanti delle varie forze politiche, si colgono alcune sfumature che mettono un po’ in dubbio la apparente solidità equilibrista rispetto alla gestione del negoziato svolto. Infatti, tanto per fare degli esempi, è stato detto anche che si parla già del dopo-firma, ma prima ci sono da risolvere le questioni sorte con l’Italia e fatte conoscere ai Sammarinesi da un Ambasciatore di Andorra, per cui si parla di un addendum all’accordo; altri hanno reclamato informazione nel Paese, perché non basta dire che l’Accordo è positivo, occorre spiegarne anche le sue conseguenze concrete; altri ancora, che serve una adeguata valutazione dell’impatto economico, sociale e finanziario per decidere consapevolmente e non firmare al buio. Ora, se la mia esperienza consiliare non mi inganna, questi sono tutti segnali che in politichese significano qualcosa di diverso dai peana di taluni che hanno ormai legato il proprio destino all’Accordo di Associazione U.E.

Ma al di là della mancanza di informazione sul contenuto del negoziato tra San Marino e Unione Europea, cosa non da poco, ciò che più mi ha colpito è la totale assenza, nel dibattito svolto nella sala del Consiglio Grande e Generale, cioè la sala che dovrebbe rappresentare il popolo, i cittadini, gli elettori, di una sola parola: Referendum. Nessuno ne ha parlato. Evidentemente, nessuno nel Consiglio Grande e Generale sente l’esigenza di coinvolgere i cittadini attraverso lo strumento principale della democrazia diretta. Abbiamo fatto referendum su tanti argomenti, lo abbiamo fatto per decidere se far nascere il Polo del Lusso, ma a nessuno passa per la testa di sottoporre a Referendum, prima che entri in vigore, un accordo internazionale che inevitabilmente segnerà in positivo o in negativo, le future generazioni sammarinesi. Non ci sono parole per commentare tutto questo e per dolersi delle condizioni in cui è ridotto il sistema democratico del nostro Paese.

Oltretutto, sembra che ci sia in atto un attacco di smemoratezza collettiva, perché se facciamo un balzo indietro nel tempo e andiamo al 13 marzo 2023, quindi non un secolo fa, in C. G. e G., di fronte ai Gruppi di Motus Liberi, Libera e Gruppo Misto che manifestarono in maniera netta la necessità di un Referendum, il Segretario di Stato Agli Affari Esteri del Governo di allora, che è sempre lo stesso di oggi con il nuovo Governo, cioè Luca Beccari, ebbe a delineare il possibile scenario, ipotizzando che l’eventuale consultazione referendaria sarebbe dovuta essere di tipo propositivo. Posizione poi ribadita dallo stesso anche nel corso della trasmissione di San Marino RTV, “Palazzo Pubblico”,  sempre nel 2023.

Quindi, allora se ne parlava di Referendum rispetto all’Accordo di Associazione all’U.E., ma poi via via la parola Referendum è uscita dai radar di tutti e ora, sembra davvero che la paura….faccia 90! 

Chi può avere paura del referendum, della partecipazione degli elettori alle scelte del Paese, alleggerendo anche le responsabilità altrimenti pesantissime in capo all’Esecutivo? 

E perché fa paura?

Se poi le cose sono così positive, come da mesi e mesi ci viene ossessivamente detto dai vari Governi succedutisi, chi può dichiararsi contro l’Accordo?

Oppure ci si è infilati in un ginepraio dal quale non si riesce più ad uscire?

Il negoziato si è concluso, ma l’Accordo di Associazione all’U.E. non è stato ratificato e quindi, allo stato attuale delle cose, non è vigente e perciò non esiste, ergo, si possono fare tutti i referendum che si vogliono, basta volerlo. Anzi un Consiglio Grande e Generale responsabile dovrebbe predisporre una apposita legge sull’Accordo di Associazione all’U.E., che preveda un articoletto in cui è detto che l’Accordo entra in vigore dopo la democratica celebrazione di un apposito Referendum!

Augusto Casali