
Se per un momento riflettiamo sullo scenario politico sammarinese, sempre che qualcuno se la senta di farlo, è facile scorgere una specie di maionese impazzita. Di fatto emerge un dato che io credo sia inconfutabile: a San Marino la politica si è perduta.
D’altronde era facile che ciò accadesse. Anni e anni di demonizzazione della medesima; leggi concepite dai Consiglieri che penalizzano sé stessi, dimostrando ai cittadini la propria totale auto-disistima; comportamenti di politici che usano i partiti come zattere di salvataggio dei propri deretani, alla faccia degli ideali che dovrebbero rappresentare; omini che anziché ispirarsi ai valori fondanti delle forze politiche di provenienza, si convertono alla religione di Tik-Tok. Che cosa si poteva sperare di diverso?
In questo modo i partiti sono stati gradualmente fiaccati ed hanno perso di attrattività, e non sono più stati il punto di riferimento che erano un tempo. Il Consiglio Grande e Generale ha smarrito la sua centralità ed è stato alla fine relegato a svolgere un ruolo puramente notarile, rispetto a decisioni politiche, sociali ed economiche, che vengono assunte altrove.
In una parola la politica ha perso il suo primato. Ci sono stati tentativi furbeschi di sostituirla con l’antipolitica, con espedienti “nuovisti” che avrebbero dovuto rivoluzionare dal basso la società. In molti ci avevano creduto ma la realtà ha riportato tutti con i piedi per terra: l’esperimento non è riuscito, tutto è rimasto più o meno come prima, anzi, in alcuni casi, le cose sono molto peggiorate.
Invece, al netto dei giudizi che si possono dare sull’operato dei singoli politici, della politica, intesa come difesa degli interessi della comunità, non è possibile fare a meno; anche perché, con tutti i difetti che può avere la democrazia rappresentativa, non è stato ancora inventato nulla di migliore.
Ed è così che si spiega la deriva che da anni ha imboccato il nostro Paese. Problemi finanziari; Sanità ridotta ai minimi termini, nonostante l’abnegazione dei sanitari e degli infermieri; burocrazia soffocante; Pubblica Amministrazione elefantiaca, tutta impostata alla difesa dei sacrosanti diritti ma poco attenta ai doveri, e potrei continuare a lungo. Tutti hanno sotto gli occhi la situazione attuale del nostro Paese e, se anche ci sono buone intenzioni, la barca non si raddrizza se non interviene un ritorno al recupero del ruolo dei Partiti e di conseguenza al primato della politica, con i suoi filtri che tolgono spazio ai singoli per restituirli alla base, ai cittadini, al Paese, attraverso la democrazia rappresentativa.
E in questo senso mi pare si possano inserire alcune iniziative che stanno venendo avanti nel Paese e che potrebbero essere foriere di modificazioni positive nell’ambito degli scenari politici della nostra Repubblica. E queste novità sono temute e fortemente contrastate da una serie di personaggi che avrebbero tutto il vantaggio di mantenere lo stato di cose esistente, al fine di sfruttare a loro esclusivo beneficio, sigle e storie, salvo disattenderne puntualmente principi e valori.
Questo giochino durato anche troppo tempo però sta finendo: la maschera deve essere gettata e non sarà più possibile tenere i piedi i due scarpe diverse. Occorre ripristinare punti di riferimento solidi e credibili, sfuggendo a logiche personalistiche per fare tornare la politica al servizio del bene comune e al benessere della Repubblica.
Augusto Casali