San Marino. L’ASTROLABIO – “La questione morale” Di Augusto Casali

Da qualche tempo a questa parte è tornata d’attualità la “Questione morale”, ed essendo giunti ormai alla scadenza elettorale, la cosa potrebbe essere anche d’insegnamento a chi si recherà a votare. Sì, perché chi fa meritoriamente politica dovrebbe rappresentare il popolo; dovrebbe tutelare gli interessi della polis, della comunità sammarinese, in una parola dovrebbe tutelare lo Stato e quindi i cittadini che compongono, tutti insieme, la Repubblica di San Marino.

Ma si sa, l’uomo è fallace e allora ogni tanto vengono a galla fatti che a volte sono conferme e altre che decisamente ti stupiscono. Il problema è che il nostro Paese, almeno per l’esperienza che ho maturato in tanti anni di politica, ha la memoria molto corta e non ha neppure la curiosità di approfondire e di conoscere. Allora, nell’intento di aiutare a ricordare o a conoscere le cose, penso sia utile ripercorrere alcuni fatti avvenuti relativamente di recente nel nostro Paese.

Eravamo appena usciti dalla vicenda legata al processo “Mazzini”, condotto dai giudici Buriani e Felici; cominciato in un modo e finito in un altro. Fu una vicenda che purtroppo mirò a fare di tutta l’erba un fascio, senza distinzioni tra chi si era macchiato di colpe e chi invece ha combattuto sempre il connubio politica/affari. Anzi si è avuta la sensazione che, con azioni parallele all’”affaire Mazzini”, ci sia stato il tentativo, praticamente riuscito, di cancellare una intera classe politica che, con tutta la sua vulnerabilità, non sarebbe mai stata completamente asservita ai così detti poteri forti. A seguito di tutto questo si affacciò sulla scena politica una nuova classe dirigente, poiché in politica quando si lascia un vuoto viene subito riempito da altri.

Il così detto nuovo si trovò la strada aperta e senza troppo faticare assunse le redini del Paese con le elezioni del 2016. Tempo neanche tre anni e, come era già successo in passato, alcuni si distinguono da altri, il cui comportamento non convinceva, fino a staccare la spina all’Esecutivo. Nel frattempo, nuove elezioni, e nuovo Governo, per intenderci, quello appena caduto per la seconda volta nel corso della legislatura appena conclusasi.

Intanto, nel 2019, viene creata con legge istituzionale la Commissione Consiliare d’Inchiesta per indagare il solo (e allora più recente) dissesto di Banca Cis; poi per allargare l’indagine a presunte responsabilità politiche o amministrative. Il lavoro della Commissione si conclude con una Relazione Finale approvata dal Consiglio Grande e Generale all’unanimità.

In pratica la relazione scoperchia il pentolone, dal quale emerge il tentativo di penetrare nel sistema San Marino da parte di un gruppo composito di imprenditori interni ed esterni, di settori della politica ad alto livello e addirittura di settori del Tribunale. Ciò che se ne ricava dalla relazione è che addirittura i politici delle istituzioni sarebbero stati asserviti ad imprenditori anche esteri. Una differenza sostanziale e gravissima, tra i vecchi politici e i nuovi, come sopra accennavo. La relazione fu inoltrata al Tribunale e le indagini hanno portato all’apertura di processi legati a quelle vicende. Come andrà a finire definitivamente lo vedremo come al solito alla fine, ma i resoconti stampa sull’esito dei processi mi pare che confermino appieno l’esistenza di un intreccio politica-affari-magistratura: un cocktail micidiale!

Ma vorrei soffermarmi su di un aspetto che potrebbe essere stato uno snodo importante nell’evoluzione dei fatti. Ricordate i “Carrirolo Boys” immortalati in un celebre video? Si tratta della storia di un tentativo di compra-vendita del voto punibile secondo la legge vigente, avvenuto in una pizzeria nel corso delle Elezioni Generali del 2012 e pubblicato anni dopo. I protagonisti erano 4 aderenti all’allora al P.S., i quali spiegarono al proprio interlocutore che stavano facendo un lavoro scientifico e che dovevano essere votati i numeri 15-20-37, cioè corrispondenti a loro stessi. L’interlocutore diceva di avere a disposizione un centinaio di voti e chiedeva in cambio il Consolato in Libia, cosa non semplice da ottenere e allora uno dei presenti, per semplificare, disse: “Chiedi 100 Euro a voto”. Ecco, questo il fatto per sommi capi. I protagonisti di quello che poteva essere un reato si rivolsero, loro stessi, cosa inusuale,  al Tribunale e la questione andò a finire casualmente nelle mani del Giudice Buriani, lo stesso del Processo Mazzini e poi lo stesso dei procedimenti legati alle vicende giudiziarie di quest’ultimi periodi.

Dopo molte settimane, in cui uno dei protagonisti del video passava parecchio tempo in Tribunale, il giudice archiviò incredibilmente la pratica, perché il fatto era avvenuto in pizzeria, quasi uno scherzo insomma. Quando invece la legge è chiara e prevede sia punito anche solo il tentativo di compra-vendita del voto. Il seguito della storia è ora conosciuto da tutti. Celli, Segretario del P.S., lascia il Partito e fonda SSD, entra nel Governo quale responsabile delle Finanze. Per il resto è sufficiente leggere le cronache giudiziarie per sapere che tra i protagonisti dell’affaire Confuorti e di altri imprenditori e bancari sammarinesi ci sono anche Buriani e Celli. Ora unendo tutti i puntini del gioco, l’immagine che ne viene fuori è abbastanza chiara e ognuno ha sufficienti elementi per trarre giudizi.

La politica, così come la Giustizia e l’imprenditoria, camminano sulle gambe degli uomini e se gli uomini sono puliti la politica e tutto il resto sono puliti, se gli uomini non hanno le carte in regola la politica e tutto il resto possono diventare davvero una sporca cosa. L’unica soddisfazione in merito che posso vantare nella mia lunga cavalcata politica, è quella di poter dire e dimostrare con anni di atti, che personalmente sono sempre stato, spesso purtroppo inutilmente, dalla parte opposta al connubio politica/affari. 

A me, hanno insegnato così!

Augusto Casali

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