Negli ultimi lustri, i governi che si sono succeduti e un Consiglio Grande e Generale sempre più privo di ruolo, si sono prodigati per assecondare i desiderata dell’U.E., con l’obiettivo di raggiungere l’ormai celeberrimo Accordo di Associazione. La pervicacia di taluni personaggi e molte forze politiche oggi in campo, hanno portato San Marino ad essere più realista del re e ad accettare troppo supinamente regole, regolette, lacci e laccioli, pensando che la strada verso l’Accordo Europeo divenisse più agevole.
Personalmente ho il sospetto che qualcuno, visti i difficili rapporti con l’Italia, forse abbia pensato, illusoriamente, che l’Accordo con L’U.E. ci avrebbe fatto scavalcare i nostri vicini di casa. D’altronde solo così si può spiegare l’abnegazione di certi politici nella ricerca dell’approdo europeo. Ovviamente si tratta di illusi in quanto l‘Italia, che circonda completamente i nostri confini e che è uno dei Paesi fondatori dell’Unione Europea, non potrà mai essere scavalcata, anzi con l’Italia occorrerebbe una nuova Convenzione che tenga conto delle evoluzioni e delle novità emerse nei nostri due Paesi negli ultimi decenni; la qualcosa renderebbe davvero rapido ed equilibrato, rispetto alle caratteristiche di San Marino, l’eventuale raggiungimento dell’accordo con l’U.E.
Ma ora la situazione si complica, in quanto dopo aver uniformato le nostre leggi rispetto all’Europa sul piano della trasparenza, con qualche sacrificio anche di carattere economico che ha reso la situazione finanziaria di San Marino molto meno florida rispetto al passato, ecco che la nuova, numericamente striminzita maggioranza di Governo si va ad impelagare in una proposta di legge relativa alle residenze fiscali non domiciliate. In pratica, un espediente che darà la possibilità a personaggi ricchi di risiedere a San Marino da 30 fino a 150 giorni. In tale periodo, “il personaggio”, pur non essendo effettivamente domiciliato a San Marino, potrà portare a termine i propri affari che, dietro il versamento del 5%, gli procurerà una liberatoria che gli eviterà di dover pagare imposte in altri paesi.
Ora, ben si comprendono le esigenze di trovare nuovi cespiti di entrata per San Marino, ma, pur con tutta la buona volontà, questa proposta, anche se poi dipenderà dalla sua reale efficacia, molto si presta a pensare male rispetto alla eventuale provenienza del denaro, ad aspetti di eventuale evasione ed elusione di natura fiscali. E allora mi chiedo come questo provvedimento possa essere interpretato, soprattutto dall’U.E. e dagli organismi internazionali, dopo tutti i sacrifici, forse troppi, sostenuti dal nostro Paese per uniformarsi pervicacemente alla legislazione europea. Una specie di inversione rispetto alle scelte di questi ultimi anni; una folgorazione sulla via di Damasco?
Inoltre, il Consiglio Grande e Generale è stato costretto a fare gli straordinari nel periodo agostano, mettendo in risalto l’estrema debolezza numerica cui la maggioranza è attaccata con le unghie e con i denti per sopravvivere. E poi votazioni risicate, tempi allungati all’estremo, continui ricorsi ad appelli per verificare se la maggioranza possa garantire il numero legale dei presenti. Insomma, uno spettacolo che ha posto molti dubbi sulle scelte recentemente adottate per continuare la legislatura e ha dimostrato, se ce ne fosse stato mai bisogno, la fragilità della maggioranza, che non può fornire solide garanzie rispetto all’enorme lavoro da svolgere per affrontare le varie problematiche e garantire un apprezzabile futuro al nostro Paese.
Ben altre dovrebbero essere le strade da percorrere per affrontare il futuro e andare incontro alle legittime aspettative dei sammarinesi, oggi stretti nella morsa del caro vita, delle utenze esagerate, della costante erosione del potere di acquisto delle famiglie.
Le elezioni si avvicinano ed è davvero ora che le varie forze politiche, al di là della propaganda spicciola, tirino fuori delle proposte serie, concrete e realizzabili per aiutare il Paese e i suoi cittadini, uscendo dal nascondiglio del politicamente corretto, dell’esercizio del pensiero unico che purtroppo annulla le differenze, dell’ossessione del governo sempre e a tutti i costi, pratiche che hanno caratterizzato le forze politiche in questi ultimi anni.
Ora è il momento di progettare il futuro più prossimo possibile e se anche alla Festa dell’Amicizia, divenuta l’ombelico del nostro piccolo mondo antico, è stata ecumenicamente spesa una buona parola per tutti, nessuno escluso, è segno che tutto è ancora indefinito e allora occorrerà in questi mesi costruire le nuove possibili coalizioni sulla base di progetti veramente condivisi e non sulle vuote formule, che, come abbiamo visto, non portano nulla di buono per la collettività sammarinese.
Quindi gli elettori stiano attenti a ciò che viene proposto di buono nell’interesse del Paese e sappiano individuarlo rispetto alle chiacchiere, e poi, si comportino di conseguenza.
Augusto Casali