Ho letto l’appassionato l’intervento dell’Avvocato Alessandro Petrillo, che conosco perché collaborò, dimostrando attaccamento al nostro Paese, con la Segreteria di Stato alla Giustizia nel corso del periodo in cui ho avuto l’onore di esserne il responsabile politico, in merito alla situazione turistica trovata l’altra sera a San Marino durante una sua visita.
Come dare torto alle parole dell’avvocato? Ha dipinto la realtà in cui è precipitato il nostro Paese anche nel settore turistico, che vive da qualche anno una fortissima crisi. Tutti se ne accorgono, anche coloro i quali salgono a San Marino sporadicamente, tranne chi se ne dovrebbe accorgere in quanto stipendiato proprio per occuparsi dei problemi del turismo.
A San Marino si continua a parlare del nulla; si seguono sogni irrealizzabili e forse superflui per una micro realtà come la nostra Repubblica. Si fanno conferenze stampa per enfatizzare qualche iniziativa che non corrisponde mai alle aspettative; si scambia l’arrivo di qualche turista asiatico con l’internazionalizzazione della proposta turistica sammarinese; si creano organismi, entità e sovrastrutture varie, ma non si capisce più chi si occupi della strategia e della politica turistica della Repubblica di San marino.
Intanto si fanno cadere nel vuoto i gridi di allarme lanciati da addetti ai lavori che proprio in questi giorni hanno denunciato disagi e degrado a cui deve sottostare il centro storico: i bar vengono autorizzati a fare musica fino a notte inoltrata, magari con dj rigorosamente urlatori, provocando le proteste di turisti e di residenti a cui viene negato il diritto del riposo; oppure si chiudono le strade di accesso al centro storico, perché, anche per qualsiasi insulsa iniziativa, pare sia d’obbligo arrivare nel cuore del nostro piccolo abitato, impedendo così di accedere al centro turistico naturale, arrecando danno ai commercianti della zona e a volte relegando in casa i residenti bloccati dalle chiusure delle strade. Mi spiace dirlo, ma ai tempi della tanto vituperata vecchia politica tutto questo non accadeva se non per eventi davvero eccezionali!
Naturalmente, come è stato scritto, di fronte alle segnalazioni si scatena il balletto delle responsabilità in un Paese dove pare che nessuno sia più responsabile di nulla.
Si chiede un operatore del turismo: Vogliono trasformare San Marino in una nuova Ibiza? Probabilmente la risposta è sì; i famosi sogni irrealizzabili di cui ho detto sopra.
E pensare che basterebbe rileggere un po’ la storia dei visitatori di San Marino per comprenderne l’essenza. Io ci ho provato e ho trovato che già 400, 300, 200 anni fa, i visitatori si inerpicavano sul Monte Titano per capire di più della nostra realtà statuale, per godere dei panorami mozzafiato e per apprezzare la genuina ospitalità.
Non c’è proprio nulla da inventare o da scimmiottare, tantomeno progetti grandiosi, toppo grandi per la nostra realtà, che al massimo risponderebbero a interessi particolari e non certo generali.
Realtà statuale, paesaggio, tranquillità, sicurezza e ospitalità fatta di cose nostrane, genuine, semplici, questi sono gli ingredienti che San Marino deve vendere in modo moderno e accattivante, senza scopiazzare ciò che già esiste in abbondanza nelle zone limitrofe, attingendo semmai visitatori dalla Riviera Adriatica e tutte quelle persone che, come ha fatto l’Avvocato Petrillo l’altra sera, vogliano sottrarsi al caos del turismo balneare.
Augusto Casali