
Nel corso dell’ultima sessione consiliare il tema di maggior rilevanza è stato senz’altro l’attesissimo riferimento e conseguente dibattito sullo stato dell’Accordo di Associazione all’Unione Europea.
La prima cosa che va sottolineata, forse anche rispetto ad una certa disinformazione generale che ha preceduto nelle settimane, nei mesi e negli anni, il citato dibattito, è che durante il riferimento il Segretario di Stato per gli Affari Esteri è stato lasciato in solitudine. Nessun membro di Governo, evidentemente impegnato altrove, era presente. E sì che l’argomento era importantissimo, soprattutto in chiave di futuro per la nostra Repubblica.
Molti gli interventi che si sono succeduti dopo il riferimento del Segretario di Stato competente, ma, alla fine del credo, a me pare che le aspettative dei cittadini più attenti siano state tradite. Infatti, per quel che riguarda i contenuti dell’ipotetico accordo tutto è stato piuttosto fumoso e nessuno ancora ha capito con esattezza, molti consiglieri inclusi, in che cosa consisterebbe l’accordo che sarebbe stato deciso di firmare nel 2023.
A me pare un incedere pericoloso perché, anche se di referendum non ne parla quasi più nessuno a livello di forze consiliari, è chiaro che l’ultima parola deve aspettare ai cittadini sammarinesi, visto che si parla del futuro loro, dei loro figli e della nostra Repubblica. Quindi stento a capire perché non si renda edotta in corso d’opera la popolazione sugli sviluppi della trattativa con l’U.E.
E’ vero che c’è chi afferma che taluni aspetti necessitino di riservatezza, ma visto che è materia che coinvolge ogni sammarinese, nessuno escluso, non comprendo per quale motivo non si debbano mettere in tavola le carte. Anzi, a mio avviso, sarebbe quanto mai necessario anche per evitare brutte sorprese che minerebbero davvero i rapporti con l’Unione Europea.
Tutto quel che è scaturito dal dibattito consiliare è l’approvazione del solito ordine del giorno e delle tre proposte avanzate dal Segretario di Stato: L’individuazione di un sistema di valutazione dei progetti di legge che approderanno in aula nei prossimi 18 mesi per stabilire la conformità agli standard comunitari. Evidentemente ciò significa che questi non meglio identificati progetti di legge sono necessari per raggiungere l’Accordo, una specie di compiti a casa con tutto quello che comporteranno, di cui però i sammarinesi nulla o quasi sanno; la creazione di un tavolo istituzionale con tutte le forze politiche (meglio tardi che mai); il potenziamento del Dipartimento Affari Esteri per far fronte alla fase conclusiva del negoziato.
Per esperienza anche personale so bene che raggiungere un accordo con l’U.E. è molto importante, e la via dell’Accordo di Associazione è teoricamente giusta ma è necessario conoscerne bene i contenuti, perché, anche se alcune forze politiche fingono di dare scarsa importanza alla cosa, conoscere costi e benefici di questa operazione e raggiungere un equilibrio accettabile, rimane un fatto fondamentale. Ecco perché occorrerebbe molta convinzione da parte dei nostri negoziatori nella difesa degli interessi di San Marino e non approcci rinunciatari, così come è stato con la recente abdicazione rispetto alla ultra centenaria neutralità della nostra Repubblica.
Comprendo le difficoltà, le pressioni a cui si può essere soggetti, la complessità della materia, ma per favore, nell’agire, si pensi sempre agli interessi del nostro Paese, nel quale tutti i sammarinesi, orgogliosamente, dovranno continuare a vivere.
Augusto Casali